Infarto, angina e altre cardiopatie ischemiche: quali esami per la diagnosi?

Cardiopatie ischemiche: esami e diagnosi
Le cardiopatie ischemiche, tra le quali rientrano l’infarto e l’angina, sono eventi patologici nel corso dei quali al cuore non arriva la quantità di sangue ossigenato necessaria al buon funzionamento del muscolo cardiaco.
Questo è spesso dovuto alla presenza di placche grasse e fibrose lungo le pareti delle arterie che servono il cuore.

La diagnosi di cardiopatia ischemica richiede una visita cardiologica con attenta anamnesi del paziente, accompagnata da specifici esami diagnostici obiettivi che possiamo raggruppare in due categorie. 

Ecco le indicazioni della Dott.ssa Ester Cimino, cardiologa a ICC - Istituto Clinico Casalpalocco di Roma.

Per registrare l’attività del cuore:
  • L’ elettrocardiogramma (ECG). Sul paziente a riposo, l’ECG permette di individuare anomalie nell’attività elettrica del cuore e individuare un’eventuale ischemia del miocardio. L’ECG dinamico secondo Holter e l’ECG da sforzo sono delle varianti dell’esame: il primo consiste in un controllo continuo del cuore per 24/28 ore, durante le quali il paziente svolge tutte le attività quotidiane abituali; il secondo, viene effettuato mentre il paziente cammina su un tapis roulant, pedala su una cyclette o esegue esercizi di step, con il cuore sotto sforzo. Questo permette di tracciare aritmie o aumenti di pressione che a riposo non si manifestano;
  • La scintigrafia miocardica. Durante l’ECG, prima a riposo e poi sotto sforzo, si somministra endovena un tracciante radioattivo che permette al cardiologo di localizzare e valutare l’estensione dell’evento patologico. Lo sforzo può essere indotto dall’attività fisica come già descritto, o tramite un farmaco. Se l’afflusso di sangue al cuore è regolare, il tracciante si sedimenta sul cuore e può essere rilevato con una strumentazione ad hoc. Se non avviene, allora è probabile che sia in corso un’ischemia da sforzo. 

Per ottenere immagini diagnostiche del cuore:
  • L’ecocardiogramma. Si tratta di una vera e propria ecografia al cuore che permette di visualizzare tutto il muscolo cardiaco, compresi atri, ventricoli e valvole e il primo tratto dell’aorta, per valutarne dimensioni e funzionalità. Può essere svolto anche sotto sforzo (si parla di ECO-Stress) e indotto farmacologicamente per osservare eventuali anomalie;
  • La TAC cuore o tomografia computerizzata (TC). Questo esame serve a individuare le calcificazioni di placche di grasso e fibre nelle coronarie (aterosclerosi). Un ulteriore dettaglio si può ottenere somministrando al paziente un mezzo di contrasto endovena, che dà immagini a colori del canale del vaso sanguigno e dunque anche di eventuali restringimenti critici;
  • La Risonanza Magnetica Nucleare (RMN). Il test riproduce in maniera dettagliata le immagini di cuore e vasi, sfruttando un campo magnetico, e permette di valutarne morfologia e funzionalità. Una variante è la RMN da stress, in cui al paziente è indotta farmacologicamente un’ischemia del miocardio;
  • Coronagrafia o angiografia coronarica. E’ l’esame più indicato per visualizzare le coronarie: si inietta un mezzo di contrasto che resta opaco alle radiazioni e che quindi dà informazioni sul flusso di sangue nelle arterie. Si effettua in caso di infarto acuto in regime di urgenza, o in pazienti in cui i test da sforzo hanno suggerito la presenza di una patologia coronarica e viene effettuato all’interno di una sala sterile.

I controlli periodici non sono indicati solamente per chi manifesta la sintomatologia di un evento in corso, ma anche per chi soffre o ha sofferto di patologie cardiovascolari, o che sia esposto ai fattori di rischio per le cardiopatie ischemiche (età, ipertensione, colesterolo alto, obesità, vizio del fumo, familiarità ecc).

 
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