L’occhio umano funziona come una lente, che viene colpita dai raggi luminosi proiettati dagli oggetti. In base al punto dell’occhio in cui queste immagini vengono proiettate, la visione è più o meno a fuoco. La
chirurgia refrattiva, allora, è proprio quella branca dell’oculistica che interviene correggendo la “lente”, per sanare i difetti di rifrazione che provocano le più comuni patologie della vista. Il
Dottor Matteo Centola, oculista presso il
Villa Tiberia Hospital a Roma, spiega brevemente di cosa si tratta.
I difetti di rifrazione: miopia, astigmatismo, ipermetropia
Miopia,
astigmatismo e
ipermetropia sono i più comuni difetti di rifrazione dell’occhio, e possono anche presentarsi in combinazione. Sostanzialmente si possono risolvere intervenendo sulla struttura della cornea, che è una sorta di lente collocata nella parte più anteriore dell’occhio. Intervenendo su questa, la proiezione delle immagini è messa a fuoco.
Nella
miopia, la visione risulta sfocata da lontano, al contrario che nell’
ipermetropia, dove il paziente vede male da vicino, ma bene da lontano. L’astigmatico, invece, vede sfocato sia da lontano che da vicino. Diverso il discorso della
presbiopia, che non è un vero e proprio difetto di rifrazione, ma è un errore di messa a fuoco, dovuto al progredire dell’età e all’invecchiamento del cristallino.
Su cosa si basa la chirurgia refrattiva
La chirurgia refrattiva si basa proprio sul fenomeno della rifrazione della luce sulle lenti: si interviene con un’
ablazione a laser sulla cornea, riducendone lo spessore in alcune aree, per correggere i difetti di messa a fuoco e ottimizzare la visione.
La miopia si corregge intervenendo nella parte centrale della cornea; l’ablazione nell’occhio astigmatico, invece, asseconda la forma allungata della cornea del paziente che ha questo difetto di vista. Infine, nell’ipermetropia si interviene sulle zone periferiche della cornea.
Se il difetto di vista è limitato a poche diottrie, la tecnica più utilizzata è la
PRK (Cheratectomia fotorefrattiva), che agisce direttamente sulla superficie corneale. Se il difetto è pronunciato, si preferisce l’
iLasik (Laser-Assisted in situ keratomileusis), che, dopo l’apertura di uno sportellino sulla cornea, consente di intervenire nello stroma corneale. Per difetti di vista molto elevati, si possono impiantare nella camera anteriore dell’occhio le lenti
IOL fachiche, eventualmente removibili.
L'intervento
Gli interventi di chirurgia refrattiva con tecnica PRK e i-Lasik sono interventi piuttosto sicuri e dal decorso post-operatorio generalmente breve. Vengono eseguiti in regime ambulatoriale, con anestesia locale. Nel caso della PRK, il paziente dovrà poi indossare una lente e contatto protettiva per qualche giorno, mentre nella tecnica dell’i-Lasik sarà lo “sportellino” corneale stesso a svolgere questa funzione, una volta richiuso.
Per sottoporsi all’intervento è importante valutare prima l’anatomia della cornea, soprattutto il suo spessore, e che non vi siano fenomeni di degenerazione o distrofia del tessuto corneale. Per questo prima dell’intervento vengono eseguiti degli esami ad hoc, volti proprio a indagare questi aspetti: prima fra tutti la topografia corneale. Inoltre, il difetto di vista deve essere stazionario da almeno un anno: una condizione che si stabilizza, di solito, intorno ai 20-25 anni di età.
Per saperne di più è possibile rivolgersi all’ambulatorio di
Oculistica di
Villa Tiberia Hospital utilizzando l’apposito
form di contatto.
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