Maria Cecilia Hospital / 12 settembre 2019

La fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale
Fra le alterazioni del ritmo del cuore più comuni c'è la fibrillazione atriale, caratterizzata da palpitazioni, respiro corto e dolore al petto. Si tratta di un'aritmia cardiaca fra le più diffuse al mondo, che comporta un aumento del battito cardiaco, che diventa rapido e irregolare. 
Può comparire improvvisamente anche in persone giovani e senza particolari problemi al cuore: si tratta di disturbo che colpisce l'1 % della popolazione. 

Ne abbiamo parlato con il Dott. Saverio Iacopino, Direttore del Dipartimento di Aritmologia ed Elettrofisiologia di Maria Cecilia Hospital a Cotignola (RA).

Dottore, quali sono le cause che portano all'insorgenza della fibrillazione atriale?
La fibrillazione atriale è determinata dall'attività elettrica degli atri - le due cavità superiori del cuore che formano le quattro camere cardiache insieme ai ventricoli - che diventa disorganizzata. L'attività caotica determina un battito cardiaco molto più rapido e irregolare, che rende impossibile un'efficace contrazione delle cavità atriali e si ripercuote sulla funzionalità dei ventricoli e sul flusso sanguigno. Generalmente il rischio di fibrillazione atriale aumenta con l'aumentare dell'età e spesso è associata ad altri problemi cardiaci, i più comuni dei quali sono l'angina pectoris e l'insufficienza cardiaca.

La fibrillazione atriale, inoltre, è comune nelle persone che presentano disturbi alla tiroide, nei diabetici e nelle persone che soffrono di ipertensione arteriosa e di apnea ostruttiva del sonno.

Quali sono i sintomi campanello d'allarme?
La persona che soffre di fibrillazione atriale riferisce la presenza di sintomi quali: palpitazioni, mancanza di respiro, polso irregolare, vertigini e senso di svenimento. Possono manifestarsi anche episodi di ansia e dolore toracico. 

Come avviene la diagnosi di questa patologia?
In genere può bastare una visita cardiologica con controllo del polso e auscultazione del cuore per rilevare la presenza di questa aritmia. Per confermare la diagnosi si esegue l'ECG o elettrocardiogramma che permette di esaminare il tracciato elettrico del cuore. 

In coloro che manifestano sintomi occasionali viene eseguito l'esame dell'Holter, che prevede l'applicazione di un dispositivo collegato a degli elettrodi posti sul torace, che registrano l'attività cardiaca nell'arco delle 24 ore o per più giorni. 

Quali sono le metodiche classiche per curare la patologia?
Fra le metodiche più utilizzate per curare la fibrillazione atriale c'è sicuramente l'ablazione transcatetere: si tratta di una tecnica mininvasiva che consiste nella creazione di cicatrici in atrio sinistro, intorno alle quattro vene polmonari, dalle quali, nella maggior parte dei casi, ha inizio la fibrillazione atriale. Uno dei metodi più comuni oggi per ottenere le cicatrici è l'utilizzo di un device provvisto di catetere che emette radiofrequenze, cioè energia calda con l'ausilio di sistemi di navigazione tridimensionali. La punta del catetere viene inserita in prossimità delle vene polmonari e passo a passo brucia il tessuto dal quale nasce il problema elettrico. 

In cosa consiste la tecnica più recente della crioablazione a freddo?
La crioablazione o ablazione a freddo è una e tecnica di ultima generazione per il trattamento della fibrillazione atriale che sta dando risultati promettenti e può essere utilizzata sia su pazienti parossistici - nei quali il disturbo del ritmo cardiaco ha durata inferiore ai sette giorni - ma anche su quelli persistenti - coloro, cioè, nei quali l'aritmia dura più di sette giorni e che presentano anche altre patologie cardiache oltre la fibrillazione. 

Attraverso l'inserimento di un mini device a forma di palloncino, del diametro di appena 30 mm, viene somministrata energia fredda in maniera omogenea nell'atrio sinistro del cuore, in corrispondenza delle vene polmonari, e in soli tre minuti ogni vena viene isolata elettricamente, creando delle cicatrizzazioni uniformi. Questo tipo di intervento permette di avere benefici sia per il paziente - che ha una sedazione notevolmente ridotta durante l'intervento, un decorso post operatorio più rapido e un miglioramento della qualità della vita.

 
Per maggiori informazioni o per prenotare una visita contatta Maria Cecilia Hospital allo 0545.217111 oppure tramite form contatti




 
Revisione medica a cura di: Dott. Saverio Iacopino

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