La tromboflebite è una
condizione infiammatoria dei vasi sanguigni che implica anche la
formazione di un coagulo di sangue all’interno di una vena. Questa patologia può manifestarsi in diverse forme, ognuna caratterizzata da specifiche caratteristiche cliniche e potenziali complicanze.
Tromboflebite di Mondor
Detta anche malattia di Mondor,
è una forma rara e benigna di tromboflebite superficiale, che colpisce
le vene vicino alla superficie della pelle ed è generalmente meno grave rispetto alla forma profonda. Si presenta con
arrossamento, gonfiore e dolore localizzati, spesso associati a un cordone duro e dolente al tatto lungo la vena interessata. Le cause più comuni della tromboflebite superficiale includono l’immobilità prolungata, trauma o infezione del sito di puntura venosa. Nello specifico,
la tromboflebite di Mondor interessa comunemente le vene nella regione del torace o dell’addome, ma può verificarsi anche altrove, ed è più comune
nelle donne in età adulta e avanzata. È a sua volta spesso causata da
trauma o infezione locale, ad esempio dopo un intervento di
mastoplastica additiva. Nella medesima categoria rientra
la tromboflebite peniena: rara ma dolorosa,
interessa i vasi sanguigni del pene, specialmente dopo
traumi durante l’attività sessuale o per altre cause locali. Anche questa forma si manifesta con
dolore e un cordone palpabile lungo il corso della vena, della mammella o del pene. Nel caso della tromboflebite di Mondor, la terapia è in genere volta ad alleviare il dolore e gli altri sintomi con
farmaci antinfiammatori, in quanto
tende a risolversi spontaneamente. Nel caso specifico della tromboflebite peniena, valutazione e trattamento devono essere
particolarmente tempestivi per evitare al paziente disagi e dolori che potrebbero inficiare la sua vita sessuale.
Tromboflebite emorroidaria
Colpisce
le vene del plesso emorroidario ed è caratterizzata da d
olore acuto accompagnato da prurito, tumefazione nell’area perianale e talvolta sanguinamento. Il trattamento varia da misure conservative a procedure invasive come la trombectomia emorroidaria o l’emorroidectomia.
Tromboflebite settica o suppurativa
È una forma
rara ma grave, in quanto implica non solo la presenza di un trombo, ma anche
un’infezione batterica della vena interessata. Si manifesta con sintomi di infiammazione localizzata più gravi, come
febbre, brividi, e possibile formazione di pus nell’area infetta. La diagnosi e il trattamento richiedono spesso l’intervento di un team medico multidisciplinare per gestire sia l’infezione che la trombosi.
Tromboflebite venosa profonda (TVP)
Questa forma, più pericolosa,
coinvolge le vene più profonde e grandi del corpo, spesso localizzate negli arti inferiori. È caratterizzata da sintomi più gravi come
gonfiore generalizzato, dolore intenso, calore e possibile cianosi della pelle. Le persone affette possono anche essere
a rischio di embolia polmonare, poiché i coaguli possono staccarsi e viaggiare fino ai polmoni. La diagnosi è confermata da ecocolordoppler o venografia. Il trattamento della tromboflebite venosa profonda inizia con
farmaci anticoagulanti per prevenire l’embolia e può richiedere
terapia a lungo termine per prevenire recidive e complicanze croniche.
Tromboflebite migrante (sindrome di Trousseau)
È una condizione paraneoplastica
associata a tumori maligni, specialmente carcinomi come quello
pancreatico o quello
polmonare. Si caratterizza per
la formazione e il successivo spostamento di coaguli di sangue attraverso diverse sedi venose del corpo. È spesso un segno precoce di un tumore sottostante e richiede una valutazione approfondita per identificare e trattare la causa primaria.