Città di Lecce Hospital / 06 ottobre 2023

Tumore al seno: la prevenzione in gravidanza

Tumore al seno: la prevenzione in gravidanza
Durante la gravidanza, tra i controlli per la salute fetale e la preparazione per l’arrivo del bebè, può succedere che lo screening per la prevenzione del tumore al seno venga trascurato o rimandato a lungo dalla futura mamma. Tuttavia, come riportato nel 2021 dal Collegio Italiano dei Senologi, il carcinoma mammario in gravidanza, con un’incidenza che va da 1 caso ogni 3.000 a 1 ogni 10.000 gravidanze, rappresenta la patologia oncologica di più frequente riscontro nelle gestanti.

I casi, tra l’altro, sono in crescita, per via dell’aumento dell’età media in cui si ricerca la maternità”, spiega la dott.ssa Maria Rosaria Cesari, senologa e radiologa dell’Ambulatorio di Senologia di Città di Lecce Hospital. “È a partire dai 40 anni, del resto, che si osserva il progressivo aumento dell’incidenza del tumore mammario”. Alla dottoressa abbiamo chiesto in cosa consiste il percorso di screening in gravidanza, quali sono le indagini consentite e quando effettuarle.

Screening tumore al seno: quali esami fare in gravidanza

I principali dubbi delle donne in gravidanza in fatto di esami al seno sono due:
  • la preoccupazione che eventuali indagini diagnostiche possano nuocere al feto;
  • la supposizione che durante la gestazione non sia possibile analizzare correttamente il seno per via dei cambiamenti in atto in vista dell’allattamento.
In gravidanza, il percorso di screening prevede la visita senologica e l’esecuzione dell’ecografia mammaria. L’ecografia mammaria è un esame completamente sicuro sia per la mamma che per il feto, e non rilascia alcun tipo di radiazione nociva. Durante la gestazione, infatti, la mammografia è esclusa dai controlli, per via delle radiazioni ionizzanti (si esegue solo in casi eccezionali che necessitano di uno studio specifico).

Per quello che riguarda la qualità dello studio ecografico, è vero che durante la gravidanza si evidenzia un aumento volumetrico, ma fino all’ottavo mese di gestazione il seno della donna si può visualizzare con relativa semplicità. Solo durante l’allattamento lo studio diventa più complesso, perché la struttura presenta un aspetto addensato, ovattato, per cui è più difficoltoso individuare i noduli, specialmente i più piccoli.

Quando fare i controlli senologici in gravidanza

Molto spesso capita che una gravidanza venga programmata da una coppia. In questo caso è opportuno effettuare uno screening completo (con visita, ecografia e mammografia) prima di iniziare i tentativi.
Il controllo completo è altamente consigliato, specialmente sopra i 35 anni, anche prima di intraprendere un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita, con terapia ormonale e stimolazione ovarica.
Se la donna è già in gravidanza, visita specialistica ed ecografia al seno possono essere eseguite in qualsiasi momento, seguendo le indicazioni del senologo di fiducia.

In caso di familiarità con il carcinoma mammario, è necessario confrontarsi con lo specialista con cui vengono concordati gli screening, ed è particolarmente importante non rimandare il controllo, nemmeno durante la gravidanza.

Allattamento e screening del carcinoma mammario

Nonostante l’ecografia al seno non offra una grande risoluzione durante l’allattamento e non sia consigliata, in alcuni casi si può ritenere opportuno eseguirla, per esempio in presenza di noduli o dubbi diagnostici. Tra l’altro, può essere prescritta anche per problematiche di natura differente, in quanto durante questo periodo possono comparire formazioni come un galattocele (cisti del latte), un ingorgo latteo, una mastite. Se non si presentano problemi particolari, è possibile spostare lo screening a due o tre mesi dopo la fine dell’allattamento, quando il seno ha recuperato la sua composizione precedente.

Dopo l’ecografia al seno è possibile allattare senza conseguenze per la mamma e per il bambino.

I sintomi cui prestare attenzione

Esistono dei segnali da non trascurare: in caso di comparsa, è sempre opportuno contattare uno specialista. Si tratta degli stessi sintomi cui prestare attenzione in qualsiasi altro momento della vita di una donna:
  • seno duro;
  • seno dolente;
  • forme di mastiti che non recedono con la terapia;
  • nuovi noduli;
  • retrazione della cute;
  • arrossamento;
  • indurimento di una porzione di pelle.

Lo screening senologico: cosa sapere

Una donna dovrebbe iniziare a controllare il seno parlandone con il ginecologo, e farlo per tutta la vita. Al di là del periodo di gravidanza e allattamento, ecco i percorsi consigliati in base all’età della donna.
  • Intorno ai 20 anni sarebbe opportuno un primo controllo senologico.
  • Prima dei 30 anni, una volta l’anno, le linee guida consigliano di eseguire l’ecografia al seno, durante la visita specialistica.
  • Tra i 40 e i 50 anni lo screening prevede mammografia, ecografia e visita senologica ogni anno. In caso di familiarità con il tumore della mammella, è opportuno anticipare la prima mammografia a 35/36 anni.
  • Tra i 50 e i 74 anni, la mammografia può essere eseguita ogni due anni, con ecografia e visita annuali, ma in caso di familiarità è necessario programmare controlli con tempistiche personalizzate. In accordo con il senologo, in età avanzata i controlli possono essere ridotti (anche ogni 3 anni).
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Revisione medica a cura di: Dott.ssa Maria Rosaria Cesari

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