ricovero

Si effettuano interventi chirurgici per il trattamento delle patologie dell'apparato locomotore, in particolare per le affezioni croniche degenerative. 

La Chirurgia della Mano

Si occupa di tutte quelle patologie traumatiche o post-traumatiche, degenerative o congenite della mano e del polso.

I trattamenti chirurgici possono essere differenti a seconda della patologia. In generale la maggior parte degli interventi può essere effettuata in Day Surgery e a livello ambulatoriale.

Per approfondire >> scarica il pieghevole Le patologie della mano e del polso.
 

La Chirurgia per l'allungamento degli arti


Si eseguono interventi di allungamento degli arti con la tecnica Ilizarov > per casi di gravi malformazioni o grosse differenze nella lunghezza degli arti dovute a difetti presenti dalla nascita o a traumi, come ad esempio nel trattamento delle pseudoartrosi, acondroplasia, ma anche causate da infezioni o perdite ossee.

Questa particolare metodica - che prende il nome dal suo ideatore, il medico russo Gavril Abramovič Ilizarov - è stata perfezionata dal Dottor Maurizio Catagni  in modo da ridurre i tempi di degenza ed  evitare di dover effettuare interventi ripetuti in anestesia generale.  

Lo specialista, considerato un vero e proprio pioniere di questa tecnica, ha acquisito nell’arco di più di 30 anni un’esperienza di altissimo livello, operando pazienti di ogni età - entro il primo anno di età fino agli ultraottantenni - e ha contribuito a rendere la Struttura un polo di riferimento per questo tipo di interventi.

I pazienti operati vengono seguiti dopo l'intervento da una fisioterapista per facilitare un rapido recupero funzionale.
 

La Chirurgia protesica


Vengono eseguiti interventi chirurgici di protesizzazione dell'anca, della spalla e del ginocchio, con l'impiego di tecniche innovative e materiali sempre più resistenti e duraturi che mimano la natruale struttura dell'osso.

Gli interventi di protesi sono sempre più diffusi per il trattamento di patologie come l’artrosi degenerativa, o per risolvere le conseguenze di traumi, proprio perché le nuove metodologie e i nuovi impianti rendono questa soluzione chirurgica adatta sia a pazienti anziani, sia a pazienti più giovani che possono recuperare una normale qualità della vita dopo l’intervento.

I materiali impiegati e le tecnologie con cui vengono oggi realizzati gli impianti, fanno sì che raggiungano ottime performance in termini di osteointegrazione, stabilità, resistenza all’usura e alle sollecitazioni meccaniche. Possono quindi durare per decenni e perlopiù non è necessario sostituirle nel corso della vita del paziente.
 

La Chirurgia protesica dell'anca


Varie sono le vie d’accesso che portano ad un ottimo risultato. In casi ben codificati può essere indicata la via anteriore per le sue caratteristiche di mininvasività. Le vie maggiormente usate sono la via laterale e la via postero-laterale.

In tutti i casi i tempi di recupero sono rapidi, in assenza di complicanze, portando il paziente ad una ripresa funzionale nel giro di 30 - 45 con un’assistenza fisioterapica adeguata. 

La Chirurgia protesica della spalla

In base al grado di compromissione dell’articolazione, vengono inserite due possibili tipologie di protesi:

  • protesi anatomica, se la cuffia dei rotatori conserva una discreta funzionalità;
  • protesi inversa, se le lesioni sono gravi e i tessuti tendinei non sono più utilizzabili. In questo caso la funzione della cuffia viene meno e la protesi inverte le leve di forza dell’articolazione, che verrà attivata dalla forza di pettorale e deltoide.
Di preferenza si accede attraverso la via anatomica delto-pettorale attraverso un’incisione chirurgica di circa 8 cm: è la condizione minima ottimale per bilanciare tra questioni estetiche e funzionali, permettendo al chirurgo di operare per il corretto ripristino delle funzionalità dell’arto. 
In questa sede infatti è importante anche preservare i nervi e le strutture nobili che permettono il movimento della mano.

La scelta di preferenza ricade su impianti mininvasivi, di dimensioni ridotte, che garantiscano buone performance di osteointegrazione, stabilità e durata. 

L’insieme di queste procedure consente nella maggior parte dei casi di dimettere il paziente in due giorni circa, grazie alla riduzione del sanguinamento e del dolore post operatorio.
Inoltre si prevede di solito un discreto recupero delle funzionalità dell’articolazione già dopo 15 giorni di fisioterapia.

La Chirurgia protesica del ginocchio


Le tipologie di protesi impiantate variano a seconda del grado di compromissione dell’articolazione.
Si possono infatti impiantare protesi totali (cementate o non cementate) o protesi monocompartimentali o bicompartimentali: la scelta dipende da quante e quali strutture anatomiche sono coinvolte.

Nei pazienti con allergie agli ioni metallo-Nichel, si utilizzano protesi “anallergiche” con rivestimento in Nitruro di Titanio e Niobio. 

Il paziente viene seguito con la metodica del recupero rapido (o Fast Recovery), con un approccio multidisciplinare che vede coinvolta l’equipe chirurgica, l’anestesista, i fisioterapisti ecc.

Con questo percorso:
  • si riduce lo stress per il paziente;
  • si riduce il tempo di convalescenza
  • si migliora il controllo del dolore post operatorio
  • si ha una riabilitazione precoce del paziente. 
Il nostro percorso dedicato agli over 65

L'Ortogeriatria  di GVM Care & Research si occupa della diagnosi, cura e assistenza dei problemi muscolo-scheletrici del paziente in età avanzata attraverso un approccio integrato e grazie ad un'équipe muldisciplinare specializzata per le esigenze degli over 65. 

L'Ortogeriatria segue il paziente che soffre di:
  • patologie degenerative della colonna vertebrale e delle grandi articolazioni (anca e ginocchio le più frequenti);
  • patologie traumatiche, in particolar modo quelle più invalidanti ovvero la frattura del femore e dell'omero spesso legate all'osteoporosi. 

L’intervento chirurgico e il ricovero

Dopo la prima visita effettuata con l’ortopedico, qualora venga accertata la necessità di un intervento, è possibile accedere al ricovero anche tramite il Servizio Sanitario Nazionale con l’impegnativa del medico di famiglia.

In fase di pre-ricovero interviene anche il Fisioterapista per permettere di arrivare all’intervento in condizioni ottimali e iniziare poi tempestivamente la riabilitazione.
 

Le tecniche mininvasive

Le tecniche mininvasive riparano e rigenerano l'osso preservandolo ed evitando l'ausilio di  protesi o placche. Sono studiate anche per gli over 65 che trova principale applicazione nei casi di frattura del collo femorale legati prevalentemente all'osteoporosi. Consistono nell'inserimento nella sede del danno di una o due viti forate e canulate. La particolarità di queste viti che stabilizzano l'osso sta proprio nella loro foratura che permette all'ortopedico di veicolare, se necessario, sostanze che stimolano la rigenerazione dell'osso o la riparazione del danno. 


vantaggi delle tecniche mininvasive nell'Ortogeriatria:
  • preservano l'osso invece di applicare protesi o placche
  • l'intervento procura ridotte perdite ematiche
  • la ripresa funzionale è precoce
  • la ripresa della deambulazione è rapida

Dimissioni e riabilitazione
L’équipe specializzata per le patologie dell’anziano permette la gestione della comorbilità e prevede anche che il fisioterapista intervenga già in fase di pre-ricovero facendo arrivare il paziente all’intervento in condizioni ottimali e iniziare poi tempestivamente la riabilitazione.
Il paziente può essere seguito in tutta la fase post-operatoria prolungando la degenza nel reparto di Ortopedia per effettuare la riabilitazione solo in regime di solvenza (a pagamento).
 

L'Ortogeriatria nei casi di frattura del femore


Sebbene l'Ortopedia geriatrica non sia un servizio unicamente offerto ai pazienti per prevenire o trattare le fratture di femore, questi traumi sono molto frequenti negli over 65 e quindi c'è grande attenzione da parte di tutti gli specialisti a questo tipo di patologia. Nelle persone anziane la rottura del femore è un evento frequente, principalmente dovuto a traumi cosiddetti a bassa energia, ovvero a cadute. Tra le principali cause sicuramente si ritrova l'osteoporosi primaria, che colpisce prevalentemente le donne in menopausa. Tuttavia l'osteoporosi, in particolare quella secondaria, può colpire anche gli uomini e  più in generale entrambi i sessi anche prima dei 65 anni. Le principali cause di osteoporosi secondarie sono:
  • Malattie endocrine e metaboliche
  • Assunzione di farmaci
  • Alterazioni nutrizionali
  • Altro
In tutti i soggetti ad elevato rischio di frattura del femore è necessario eseguire una valutazione clinica per stabilire l'eventuale presenza di malattie causa di osteoporosi secondaria: in questo caso, accedere ad un percorso di Ortogeriatria e poter essere seguiti da diversi specialisti è quindi un valore importante per i pazienti.

Le fratture del femore degli anziani hanno alti tassi di mortalità, paragonabili a quello del cancro al seno e anche superiori a quelli legati al tumore all'utero.

Sono circa 70.000-90.000 i casi, con tassi di mortalità ad un anno variabili tra il 20 e il 40%. Le stime indicano inoltre che solo il 40% dei pazienti che hanno subito una rottura del femore torna a deambulare come prima della frattura e che il rischio di un secondo trauma controlaterale oscilla dal 7% al 20% entro cinque anni dal primo evento. 

In particolare, con il percorso di Ortopedia geriatrica il lavoro del fisioterapista inizia già prima dell'intervento, preparando il paziente  sia mentalmente che fisicamente al processo riabilitativo proprio per cercare di riacquisire la mobilità quanto prima.

Il paziente può poi essere seguito in tutta la fase post-operatoria prolungando la degenza nel reparto di Ortopedia per effettuare la riabilitazione solo in regime di solvenza (a pagamento). 

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