ricovero

Il Centro PMA dell’Ospedale Santa Maria, parte integrante del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia,  ha un’esperienza ultra decennale nel trattamento dell’infertilità maschile e femminile.
 

Presso il Centro è possibile effettuare le seguenti prestazioni:

 
  • Inseminazione intrauterina
  • Fecondazione in vitro (FIV)
  • Iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI)
  • Preservazione di fertilità sia maschile che femminile
 
L’offerta si completa con:
  • Coltura embrionale anche fino allo stadio di blastocisti
  • Vitrificazione degli ovociti
  • Vitrificazione degli embrioni
  • Cicli di scongelamento degli ovociti
  • Cicli di scongelamento degli embrioni
  • Congelamento dello sperma sia dall’eiaculato che dalla biopsia testicolare.
 
Inoltre presso il Laboratorio di PMA è possibile effettuare lo spermiogramma sull’eiaculato o sulle urine in caso di eiaculazione retrograda.
 
L’Ospedale è stato infatti uno dei primi Centri in Italia ad applicare la tecnica dell’ICSI, effettuando dal 1991 ad oggi oltre 10.000 prelievi ovocitari, da cui sono state ottenute circa 2.500 gravidanze e altrettanti bambini nati.
  

La Fecondazione Assistita

 
La fecondazione in vitro (FIV)  è una metodica di riproduzione assistita in cui gli spermatozoi dell’uomo e l’ovocita della donna vengono messi insieme nel laboratorio dove avviene la fecondazione. I pre-embrioni che ne risultano vengono in seguito trasferiti nell’utero della donna.
La procreazione si svolge in più fasi in cui la coppia e successivamente la donna vengono seguiti e monitorati costantemente.
 
Fase 1 – ARRUOLAMENTO
 
Le tecniche di PMA sono metodiche impegnative per la coppia sia dal punto di vista medico-biologico che psichico. La terapia procede per  gradi per cui è importante che sia lo specialista ad indicare la necessità ed il momento di ricorrere ai trattamenti di PMA.
 
Nel centro infatti si svolge una visita preliminare per discutere sulle motivazioni, prescrivere gli esami preliminari, parlare del consenso informato ed impostare la procedura da effettuare.
 

Fase 2 – DIAGNOSTICA
 
Una volta arruolata in un ciclo PMA è importante che la coppia esegua tutti gli esami prescritti:
  • Studio di patologie che possono ostacolare l’esito del trattamento
  • Studio di malattie infettive che possono essere trasmesse al feto o al partner
  • Studio di malattie ereditarie che possono essere trasmesse al feto
 
Esami per valutare la funzionalità dell’apparato riproduttivo
 
 
  • Dosaggi ormonali: da questi dipenderà il tipo di stimolazione da effettuare in quanto forniscono informazioni sulla riserva ovarica: è’ importante che vengano eseguiti massimo entro il 3° giorno del flusso mestruale.
  • Isteroscopia: è l’endoscopia dell’utero e indaga la presenza di patologie (miomi intracavitari, polipi endometriali, sinechie uterine, etc.) che possono alterare l’annidamento degli embrioni.
  • Ecografia transvaginale (ETV): valuta sia la morfologia sia la fisiopatologia dell’ovaio nonché eventuali patologie uterine (miomi intramurali e intracavitari o altro) che possono alterare il trofismo della parete uterina e quindi l’annidamento dell’embrione.
  • Isterosalpingografia: indaga la morfologia uterotubarica ed eventuali malformazioni/patologie.
  • Spermiogramma: dà informazioni sul numero di spermatozoi utili per l’inseminazione e sulle successive tecniche da impiegare.
 
Il Trattamento
 

Le terapie sono personalizzate e quindi diverse l’una dall’altra.
 
Le fasi principali di un ciclo di trattamento sono:
 
  • stimolazione ovarica
  • prelievo degli ovociti
  • fecondazione
  • coltura embrionale
  • transfer degli embrioni
  
Stimolazione e monitoraggio
Si tratta di indurre la crescita di più follicoli mediante la somministrazione di farmaci (le gonadotropine) allo scopo di ottenere più ovociti maturi invece di uno come avviene naturalmente ogni mese. La durata di questa fase è mediamente di circa 12gg, ma può variare secondo le caratteristiche della donna.
 
La risposta alla terapia viene monitorata mediante vari prelievi di sangue ed ecografie che consentono eventuali variazioni terapeutiche. Quando la crescita dei follicoli e il valore dell’estradiolo raggiungono i livelli adeguati, si decide il giorno del prelievo ovocitario.
 
Prelievo ovocitario (pick-up) e dello sperma
Il prelievo ovocitario viene effettuato in anestesia generale senza necessità di intubazione. La procedura dura all’incirca una decina di minuti e il risveglio è immediato. Il numero degli ovociti prelevati non sempre corrisponde al numero dei follicoli e non sempre tutti gli ovociti prelevati sono maturi/idonei per la fecondazione. Lo stesso giorno il partner maschile deve produrre un campione di liquido seminale, in alternativa si può usare il seme precedentemente congelato.
 
Laboratorio: inseminazione, fecondazione e coltura embrionale
Il giorno del prelievo ovocitario si procede all’inseminazione. Non sempre tutti gli ovociti inseminati fecondano. L’avvenuta fecondazione si verifica il giorno dopo. A volte la fecondazione può essere anomala e questi embrioni vengono scartati. E’ necessario ancora un giorno per verificare la formazione o meno degli embrioni. Quindi a partire dal 2° giorno gli embrioni sono pronti per poter essere inseriti nella cavità uterina. Questa procedura viene chiamata “transfer”.
 
Transfer
Il transfer viene eseguito senza anestesia. Il ginecologo inserisce lo speculum e deterge l’ambiente vaginale. Il catetere molto sottile contenente gli embrioni viene poi inserito nella cavità uterina dove vengono rilasciati gli embrioni. Successivamente il biologo verifica che nessun embrione sia rimasto all’interno del catetere. Se ciò si verifica viene ripetuto il transfer per inserire l’/gli embrione/i rimasto/i. La ripetizione del transfer non influisce negativamente sull’esito del trattamento.
Mediamente si ottiene il 20-30% di gravidanza dopo il transfer. La maggior parte delle gravidanze arriva a termine.
 
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