Clinica Privata Villalba / 17 febbraio 2024

Cosa fare in caso di dolore osteoarticolare

Cosa fare in caso di dolore osteoarticolare
Milioni di italiani convivono con un dolore cronico o acuto a carico di ossa e articolazioni.
Non sono solo anziani, ma anche giovani under 50, soprattutto nella popolazione femminile.

Le cause possono essere molteplici. Tuttavia in alcuni casi, se non si individua e non si tratta la patologia che provoca il dolore, i danni possono essere invalidanti.

Il dott. Salvatore D’Agostino, reumatologo della Clinica Privata Villalba, traccia una panoramica sui dolori osteoarticolari e fornisce consigli utili per intervenire.

Le cause del dolore osteoarticolare

Oltre 200 malattie note possono provocare dolore alle ossa o alle articolazioni. Possono essere suddivise in gruppi più ampi, quali:
  • patologie autoimmuni o immunomediate che interessano anche l’apparato locomotore, ad esempio il lupus eritematoso sistemico, le vasculiti e le malattie autoinfiammatorie. Sono patologie rare ma severe, con prognosi non sempre positiva;
  • patologie reumatiche e infiammatorie a danno dell’apparato locomotore, come spondilite anchilosante, artrite reumatoide o artrite psoriasica. Queste patologie sono più diffuse delle precedenti, impattano negativamente la qualità della vita ma sono meno gravi dal punto di vista della mortalità. Hanno dei tratti riconoscibili: ad esempio il dolore è più forte di notte e migliora con il movimento. Le articolazioni doloranti risultano anche gonfie e calde;
  • patologie non infiammatorie (o scarsamente infiammatorie) a carico dell’apparato locomotore. Tra queste rientra anche l’artrosi degenerativa, che consiste nell’assottigliamento / perdita delle cartilagini delle articolazioni, con conseguente dolore durante il movimento. Molto diffuse sono poi l’osteoporosi e le patologie che riguardano tendini, muscoli e tessuti molli, come tendiniti, borsiti, fasciti, periartriti ecc. La patologia che causa dolore muscolare diffuso e cronico è invece la fibromialgia.
Considerata la quantità e la diversità di patologie che possono provocare dolore, è molto importante arrivare a una diagnosi certa nel minor tempo possibile per pianificare un trattamento adeguato.

Come si fa la diagnosi

Il primo step è sempre l’anamnesi, che di solito viene condotta dal medico di famiglia. In questa fase il paziente racconta al medico i sintomi, le caratteristiche del dolore, quando aumenta e quando diminuisce. Un'informazione molto importante è la familiarità con patologie reumatiche o autoimmuni.

Infatti a seconda delle popolazioni di pazienti (giovani, donne in post-menopausa, over 50, persone con psoriasi o con familiarità ecc), i sintomi iniziali possono manifestarsi in modo diverso.

Anche la localizzazione del dolore può indirizzare la diagnosi: il dolore alle mani o ad articolazioni più piccole come quella della caviglia, per esempio, è di solito causato da artrite reumatoide. Il dolore della colonna invece è spesso provocato da forme di spondiloartrite.

Il medico di base può inviare il paziente a una visita specialistica, che di solito è una visita reumatologica. Nel corso della visita specialistica, il reumatologo ispeziona e muove le articolazioni dove è localizzato il dolore. Non solo: esegue una palpazione dell’addome e misura anche altri parametri come i battiti cardiaci e la pressione arteriosa.

Dopo l’esame obiettivo può prescrivere degli approfondimenti diagnostici specifici. Tra i più comuni:
  • analisi del sangue, con indagine degli indici infiammatori come proteina C-Reattiva, VES, Pcr ecc. Potrebbero essere spia di una patologia reumatologica;
  • esami di diagnostica per immagini, di solito radiografie, ecografie articolari, TC o Risonanza Magnetica.

Artrocentesi: un esame specifico per indagare le cause del dolore osteoarticolare

Se le articolazioni sono piene di liquido sinoviale, si può eseguire un esame molto specifico e dirimente: l’artrocentesi.

Il liquido viene aspirato e inviato in laboratorio per l’analisi. Dai risultati è possibile capire se si tratta di una patologia infiammatoria, se nel liquido è presente acido urico (spia della gotta), o se sono presenti cristalli di pirofosfato di calcio, che danno origine alla condrocalcinosi.

Attraverso l’artrocentesi però è possibile anche diagnosticare la presenza di un’infezione a livello articolare causate ad esempio da una ferita non curata, o anche da un’infezione non trattata in una sede completamente diversa, come orecchie o tonsille.

Il trattamento del dolore osteoarticolare

Dalla diagnosi, dipende il trattamento più indicato per ciascun paziente.

Di solito si prescrive un trattamento farmacologico, per il controllo del dolore. I farmaci prescritti possono essere antinfiammatori non steroidei, antidolorifici, oppioidi. Esistono anche nuove possibilità di terapia attraverso farmaci biotecnologici che inibiscono i meccanismi infiammatori, migliorando la qualità della vita del paziente.

ltrettanto recenti sono i cosiddetti farmaci Jak inibitori, che inibiscono l’attivazione iper infiammatoria delle cellule e possono essere assunti per via orale. Risultano efficaci per sulle forme di artrite. La terapia farmacologica deve essere sempre personalizzata e individuale.
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