Ospedale Cortina / 01 dicembre 2020

Patologie muscolo-scheletriche e attività lavorative: qual è il legame

Patologie muscolo-scheletriche e attività lavorative: qual è il legame
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito i disturbi muscolo-scheletrici (DMS) come “problemi di salute dell’apparato locomotore, in particolare a livello di muscoli, tendini, scheletro, cartilagine, legamenti e nervi”. Queste patologie sono tra i disturbi lavoro-correlati più diffusi, infatti, quasi il 25% dei lavoratori soffre di mal di schiena e circa il 23% accusa dolori muscolari di diverso genere, dati rilevati dalla Fourth European Working Condition Survey.

Mal di schiena, dolori al collo, agli arti superiori o a quelli inferiori possono essere provocati o aggravati da atteggiamenti posturali non propriamente corretti o da sollecitazioni ripetute legate all’ambiente lavorativo.

I principali fattori di rischio legati al movimento per i disturbi della colonna vertebrale e del collo – spiega il Dottor Davide Paratore specialista in Ortopedia e Traumatologia all’Ospedale Cortina - sono rappresentati da:
  • rimanere a lungo in una posizione (seduti o in piedi),
  • movimenti che richiedono ripetute inclinazioni o torsioni del tronco,
  • sollevare, posare, spingere, tirare, portare o muovere di continuo un carico.
A queste attività può  essere legato lo sviluppo o l'acuirsi di:
  • lombalgie acute (o colpo della strega) e lombosciatalgie
  • artrosi cervicale, lombare
  • ernie cervicali e lombari
  • sindrome da tech neck, sintomatologia dolorosa causata dall’uso per lungo tempo del tablet e dello smartphone.
Ad ogni attività lavorativa sono poi legati rischi specifici secondo i movimenti che vengono ripetuti più spesso: ad esempio in agricoltura per chi si occupa di raccolta, magazzinaggio e distribuzione, in montagna per gli addetti al taglio, trasporto e lavorazione degli alberi, nell’industria per coloro che sono addetti al carico e scarico merci, magazzinaggio e movimentazione, nel settore trasporti per chi è impiegato nella guida prolungata di autoveicoli, negli ospedali per il personale che movimenta i pazienti, negli uffici per i videoterminalisti, gli addetti agli archivi cartacei ecc.

Un altro distretto interessato è quello degli arti superiori primariamente chiamati in causa per disturbi muscolo- scheletrici: la spalla, perché sollecitata da movimenti dell’arto superiore, il gomito, il polso e la mano. I fattori di rischio sono rappresentati dall’utilizzo di strumenti da lavoro non ergonomici, da posture incongrue, da compressione circoscritta delle strutture anatomiche, dal tipo di presa non corretta ecc.

Questi atteggiamenti possono provocare: Alcune attività, ad azione ripetitiva, possono interessare gli arti superiori: gli addetti alle operazioni di cernita nell’industria alimentare, ceramica e dei bottoni, in macelleria e lavorazione carni, nel settore abbigliamento (cucitura manuale, rifiniture, orlature, stirature), nel settore costruzioni (raschiature, tinteggiature, lavori che prevedono uso di mazze e martelli), nel settore stradale (uso di martelli pneumatici e altri oggetti vibranti), operatori di cassa, scultori, incisori, lavori di falegnameria (tagliatori, piallatori, fresatori, scalpellini ecc.), musicisti professionisti, massoterapisti, parrucchieri, addetti alla ristorazione e alle pulizie.

"Le alterazioni a livello degli arti inferiori - spiega il Dottore - sono dovute ad attività lavorative che
richiedono posizioni inginocchiate o curve per lunghi periodi come ad esempio i piastrellisti, i posatori di
moquette e parquet o posizioni erette e statiche, con poche possibilità di variazione, come nel caso degli
addetti alle catene di montaggio, all’assemblaggio, al confezionamento ecc. Le patologie interessano per lo
più il ginocchio con lesioni del menisco, borsite pre-rotulea, tendinopatia o il piede con talalgia plantare,
tendinite di Achille e sindrome del tunnel tarsale".

L’importanza della prevenzione
La prevenzione è sempre fondamentale per tenere sotto controllo ed evitare che queste patologie diventino croniche e invalidanti. Per questo è importante non sottovalutare sintomi quali: dolore, intorpidimento, rigidità o formicolii, ma intervenire precocemente rivolgendosi all'Ortopedico, che, sulla base dell’anamnesi clinica e dell’attività lavorativa svolta dal paziente può formulare una corretta diagnosi. Già con gli esami di Laboratorio, ad esempio i Check Up Ematici è possibile verificare eventuali “ campanelli d’allarme” se si evidenziano alterazioni con la rilevazione di alcuni parametri distintivi:
  • Emocromo: per controllare lo stato di salute generale;
  • VES (velocità di eritrosedimentazione), Creatinchinasi, Proteina C- Reattiva (PCR), Fibrinogeno indicatori che aumentano in presenza di processi infiammatori.
I dati degli esami di Laboratorio sono un elemento di supporto, che va sempre integrato nel quadro generale del paziente. Per completare un percorso diagnostico si ricorre anche a indagini di Diagnostica per immagini o altre procedure per studiare i fattori che provocano o contribuiscono all’insorgenza della patologia o della sindrome dolorosa.

Le indagini strumentali comprendono radiografie utili per evidenziare anomalie e fratture delle ossa ecografie per esaminare muscoli, i tessuti molli e articolazioni, Risonanza Magnetica (RM) e Tomografia Assiale Computerizzata (TC) visualizzano muscoli, legamenti e microfratture. Per valutare un’eventuale compromissione dei nervi come nel caso del tunnel carpale e tarsale si ricorre all’elettromiografia.

E’ importante intervenire prima che queste problematiche muscolo-scheletriche, molto diffuse nella società odierna, cronicizzino determinando dolore persistente, praticando attività fisica, mantenendo una corretta postura e seguendo un regime alimentare corretto così da evitare obesità e sovrappeso e quindi le complicanze che possono provocare a livello della colonna vertebrale.

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Revisione medica a cura di: Dott. Davide Paratore

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