Maria Eleonora Hospital / 15 maggio 2023

La stimolazione della branca sinistra: nuova opzione per il trattamento dell’insufficienza cardiaca

La stimolazione della branca sinistra: nuova opzione per il trattamento dell’insufficienza cardiaca
La stimolazione selettiva della branca sinistra è una nuova opzione tecnica rivolta alla terapia elettrica dell’insufficienza cardiaca. Ne abbiamo parlato con il dott. Ernesto Lombardo, Cardioaritmologo clinico e interventista, responsabile scientifico dell’U.O. di Cardioaritmologia di Maria Eleonora Hospital, a Palermo.

Dott. Lombardo, cos’è l’insufficienza cardiaca?

Per insufficienza cardiaca si intende quella condizione nella e per la quale il cuore non è più in grado di espletare la sua basilare funzione, quella di pompare e far circolare la quantità di sangue necessaria al nutrimento di tutti gli organi e gli apparati del corpo. Questa problematica determina uno stato di “scompenso” fra le necessità funzionali dell’organismo intero e le capacità da parte del cuore di poterle fornire. Il cuore, infatti, è un organo muscolare che si contrae perché stimolato da una corrente elettrica in e da esso generata. Le alterazioni di questa attività elettrica sono alla base delle aritmie cardiache che, a loro volta, possono determinare o peggiorare il cattivo funzionamento del muscolo cardiaco (e, quindi, l’insufficienza cardiaca). 

Come si interviene in caso di alterazione dell’attività elettrica cardiaca?

Grazie alla terapia elettrica dell’insufficienza cardiaca è possibile correggere, in tutto o in parte, quelle aritmie del cuore che contribuiscono a determinare uno stato di insufficienza funzionale. Questa correzione dell’alterata attività elettrica del cuore viene generalmente attuata mediante l’impiego di device elettrici, pacemaker o defibrillatore, o tramite procedure interventistiche come l’ablazione di substrato aritmico. Speciali pacemaker servono, inoltre, a stimolare il cuore in modo da riuscire a ottenere da esso il maggiore rendimento cinetico possibile. 

Cos’è il blocco di branca sinistra e come viene corretto?

Già da diversi anni si è appreso che il dissincronismo cinetico dei due ventricoli, in genere rappresentato da un ritardo del sinistro rispetto al destro, determina un ulteriore deficit cinetico dello stesso ventricolo sinistro. La più comune condizione causale del suddetto dissincronismo è rappresentata da quel ritardo di attivazione elettrica del ventricolo sinistro nota come blocco di branca sinistra. Per la sua correzione, fin dagli anni ’90, si è sviluppato un particolare sistema di stimolazione del cuore denominato “biventricolare”. Tale sistema, ottenuto mediante impiego di protesi elettriche capaci di stimolare le camere cardiache nella maniera più vicina alla normale fisiologia del cuore, a volte non riesce a espletare la funzione di resincronizzazione dei due ventricoli, sia per la non possibilità di stimolazione del sinistro sia per il mancato funzionamento del device. In questi casi, le linee guida hanno individuato come nuova alternativa la stimolazione selettiva della branca sinistra.

Stimolazione selettiva della branca sinistra: di cosa si tratta?

Da qualche anno, presso alcuni laboratori di Cardioaritmologia internazionali e, ora, anche presso il Maria Eleonora Hospital, è stata avviata la procedura per la stimolazione selettiva della branca sinistra riuscendo, in tal maniera, a condurre lo stimolo elettrico dagli atri ai ventricoli nel modo più simile alla normale fisiologia elettrica del cuore. Il risultato è un effetto “anti-desincronizzante” dei due ventricoli con conseguente recupero funzionale dell’azione cardiaca.

In quali casi è opportuno ricorrere alla stimolazione selettiva della branca sinistra?

La stimolazione selettiva della branca sinistra è da inquadrare nell’ambito della stimolazione del Sistema di conduzione atrio-ventricolare e, a oggi, le Linee guida considerano il suo utilizzo nei casi in cui:
  • l’anatomia cardiaca del paziente non consenta l’impianto di un sistema di stimolazione cardiaca biventricolare;
  • il pacemaker o il defibrillatore biventricolare falliscano, per una perdita di posizione o di un guasto strutturale o funzionale.

I vantaggi

La stimolazione della branca sinistra non implica un maggiore consumo delle protesi elettriche, così come accadeva con la stimolazione diretta del fascio di His, tecnica utilizzata in passato, ma abbandonata poiché troppo dispendiosa in termini di energia delle protesi elettriche antibradi-antitachicardiche. 

Questa tecnica di stimolazione del cuore non comporta un incremento del rapporto costi/benefici rispetto a un sistema biventricolare, in quanto viene attuata mediante l’impiego di materiali medesimi (pacemaker, ICD, elettrodi, sistemi di deliveraggio). 

I benefici per il paziente sono soprattutto un miglior recupero clinico e una miglior funzionalità, per una qualità di vita ottimale.

Concludendo, è possibile ritenere che la stimolazione della branca sinistra possa, in breve tempo, rappresentare non più solo un’alternativa, bensì una prima scelta per quanto riguarda la stimolazione di un cuore insufficiente. 
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Revisione medica a cura di: Dott. Ernesto Lombardo

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