Anthea Hospital - Bari / 15 settembre 2023

Aritmie cardiache: diagnosi e trattamento dei disturbi del ritmo del cuore

Aritmie cardiache: diagnosi e trattamento dei disturbi del ritmo del cuore
Il ritmo cardiaco è la cadenza dei battiti con cui il cuore si contrae e pompa il sangue in circolo in tutto il corpo: le aritmie cardiache sono alterazioni del ritmo, con un battito anomalo, irregolare, accelerato o rallentato rispetto al valore ottimale del paziente (negli adulti sani compreso tra 60 e 100 battiti al minuto).

Approfondiamo con il dott. Giuseppe Stabile, direttore del Dipartimento di Elettrofisiologia di Anthea Hospital e dell’area barese di GVM Care & Research, i disturbi del ritmo cardiaco, la diagnosi e il trattamento di queste problematiche.

I disturbi del ritmo cardiaco

La principale tipologia di disturbi del ritmo cardiaco è costituita dalle aritmie, conseguenza di un’anomala formazione o conduzione dell’impulso elettrico all’interno delle camere cardiache. Sono essenzialmente di due tipi, le bradiaritmie, caratterizzate dal rallentamento del battito cardiaco, e le tachiaritmie, in cui il battito cardiaco risulta essere aumentato o irregolare, da cui deriva una compromissione della funzionalità cardiaca.

Come si diagnostica l’aritmia

Per tutte le aritmie, la diagnosi si basa principalmente sulla registrazione elettrocardiografica dell’evento aritmico. Questo è possibile con il comune elettrocardiogramma o con sistemi di monitoraggio, come l’holter o con i cosiddetti Loop recorder, dei registratori impiantabili che hanno la possibilità di registrare l’attività cardiaca per 4 anni. Recentemente grazie agli smartwatch, nuova tecnologia molto diffusa in tutto il mondo e mezzo diagnostico alla portata di tutti, è possibile registrare degli elettrocardiogrammi al bisogno.

Gli esiti delle aritmie

Il significato prognostico delle aritmie è estremamente variabile. Si va da problematiche del tutto asintomatiche, di cui i pazienti si accorgono occasionalmente durante una registrazione elettrocardiografica, a problematiche che impattano significativamente sulla qualità della vita, fino a essere tra le principali cause di morte nel nostro paese. Si calcola che in Italia circa 60.000 decessi l’anno siano dovuti a una aritmia, la fibrillazione ventricolare, in grado di determinare la morte cardiaca improvvisa. Tra le aritmie, probabilmente la più invalidante rimane la fibrillazione atriale, che colpisce circa un milione e 400.000 italiani ed è in grado di compromettere non solo la qualità, ma anche la quantità di vita del paziente. Costituisce, del resto, la principale causa di ictus cerebrale nelle popolazioni occidentali.

Trattamenti per l’aritmia

I trattamenti delle aritmie dipendono dalla tipologia di problematica e dalla sintomatologia. Punto di partenza del percorso del paziente, generalmente, la terapia farmacologica, che però presenta il limite di non essere focalizzata e diretta solo alle cellule malate. La terapia con farmaci antiaritmici modifica, infatti, le caratteristiche elettriche sia dei tessuti sani che di quelli patologici.

Una terapia personalizzata, invece, è costituita dall’ablazione transcatetere: con un catetere inserito all’interno delle camere cardiache, è possibile raggiungere direttamente le cellule malate causa dell’aritmia e distruggerle, in modo tale da ottenere un risultato selettivo.

Cos’è la zeroscopia

La zeroscopia è una metodica relativamente recente che consente di eseguire procedure di studio elettrofisiologico e di ablazione transcatetere senza l’utilizzo dei raggi X. I raggi X, per oltre 50 anni, hanno guidato il posizionamento dei cateteri all’interno del corpo umano, ma espongono l’operatore e il paziente a rischi non trascurabili legati ai danni che possono essere provocati dalle radiazioni ionizzanti. Oggi, mediante i sistemi di mappaggio tridimensionale, è possibile eseguire queste procedure senza l’utilizzo dei raggi X con uguale sicurezza ed efficacia.

Pacemaker e defibrillatore: la differenza

Il pacemaker è un dispositivo che viene impiantato nella regione infraclavicolare sinistra, in sede sottocutanea, e collegato con uno, due o tre fili che raggiungono le camere cardiache. La sua funzione è quella di stimolare il cuore: quando manca un battito, il device lo rileva ed eroga uno stimolo elettrico che determina la contrazione cardiaca. 

Il defibrillatore è un’evoluzione del pacemaker, perché è un dispositivo sensibilmente più grande, in grado di erogare sia la terapia bradiaritmica, cioè la terapia del pacemaker, sia la terapia tachiaritmica. È, cioè, pensato per erogare uno shock che, qualora il paziente dovesse manifesta una aritmia letale, quale la fibrillazione ventricolare o la tachicardia ventricolare, ripristini il ritmo sinusale, salvando la vita al paziente.
Per informazioni e prenotazioni SCRIVI o CHIAMA
Revisione medica a cura di: Dott. Giuseppe Stabile

condividi o salva l'articolo

Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.

Articoli correlati a Aritmie cardiache: diagnosi e trattamento dei disturbi del ritmo del cuore

22 maggio 2023 - GVM

Holter senza fili: i vantaggi per il paziente

Un device di ultima generazione, che migliora la registrazione e la leggibilità dei dati per la diagnosi e lo studio di aritmie e ischemie

Prenotazioni e appuntamenti nel palmo della tua mano

La nuova app MyGVM ti permette di trovare il tuo medico preferito, prenotare visite, controllare l’esito degli esami direttamente dal tuo telefonino! Scaricala ora:
anni