L’
holter cardiaco è un esame strumentale indolore che, attraverso un registratore portatile, consente di monitorare l’attività cardiaca del cuore per un periodo prolungato. Fondamentale per la diagnosi e lo studio di patologie come le
aritmie e le ischemie, oggi è possibile eseguirlo con un dispositivo senza fili che offre diversi vantaggi per il paziente.
Di questa indagine innovativa e del suo impiego abbiamo parlato con il dott.
Guido Maria Giuseppe Lembo, responsabile della
Cardiologia di
Villa Lucia Hospital, e con la dott.ssa
Angela Ferrara, parte del suo team.
Dott. Lembo, cos’è l’holter cardiaco?
L’holter cardiaco dinamico è un e
lettrocardiogramma “prolungato nel tempo” perché consente di studiare l’attività cardiaca del cuore generalmente nell’arco di 24, di 48 o di 72 ore, in base alla prescrizione medica. Grazie a un device portatile, infatti, il paziente può essere monitorato mentre continua a svolgere le normali attività quotidiani. Il dispositivo raccoglie i dati riguardanti frequenza, ritmo e attività elettrica del cuore, che vengono poi analizzati dallo specialista. Spesso è fondamentale studiare l’attività del cuore durante la notte, per patologie a volte associate a
bradiaritmie importanti, come nel caso delle apnee notturne.
Quali sono i vantaggi per il paziente dell’holter senza fili?
L’holter senza fili è un device di ultima generazione
particolarmente pratico, in quanto non solo non ha cavi, ma è di dimensioni ridotte (circa 5 cm quadrati) e si applica e rimuove in maniera semplice e rapida in ambulatorio. L’apparecchio non limita i movimenti del paziente e proprio l’assenza di fili
migliora la registrazione e la leggibilità dei dati. Inoltre, la trasmissione online dei tracciati consente una diagnosi e una refertazione più rapide.
In quali casi è indicato eseguirlo?
L’holter cardiaco viene prescritto in caso di sospetta presenza di
alterazioni cardiache, in particolare quando compaiono sintomi come vertigini, perdita di coscienza e cardiopalmo, che facciano supporre
tachicardie o extrasistole. Ma anche per la diagnosi e lo studio delle bradiaritmie, aritmie con frequenza ventricolare media inferiore a 60 battiti al minuto, come lipotimia e
sincope.
Dott.ssa Ferrara, cos’è il cardiopalmo?
Il cardiopalmo, noto anche come
palpitazione o “batticuore”, è la percezione del battito cardiaco, dovuto in particolare all’accelerazione (tachicardia) o a battiti irregolari. Tale sintomo è frequente, ma relativamente aspecifico per la molteplicità delle possibili cause. Può, infatti, comparire in assenza di chiare patologie sottostanti o essere sintomo di cardiopatie rischiose per la vita. Può essere soggettivo e oggettivo.
Qual è la differenza tra cardiopalmo soggettivo e oggettivo?
Quello soggettivo non trova riscontro strumentale con elettrocardiogramma o cardiofrequenzimetro, e può dipendere da sforzo, eccitamento, abuso di alcol, tabacco, caffè, malattie febbrili o ansia. Quello oggettivo può essere causato da
aritmie,
valvulopatie, disturbi del sistema di conduzione,
cardiopatie congenite,
ischemia miocardica. Esistono, tuttavia, cardiopalmi oggettivi determinati da cause extracardiache come patologie tiroidee, anemia, cattiva digestione, colica renale, stress o ancora uso di farmaci e droghe.
Perché in caso di cardiopalmo è importante eseguire l’holter?
La
diagnosi precoce riveste particolare importanza vista la molteplicità delle cause. Diventa necessaria una vista cardiologica con elettrocardiogramma (ECG) a riposo che rileva eventuali alterazioni del ritmo cardiaco, ed ecocolorodoppler cardiaco per escludere eventuali possibili cause organiche strutturali. L’ECG dinamico è necessario per la maggiore elevata probabilità di incidenza dell’aritmia parossistica. In seguito, l’ECG da sforzo può essere ritenuto necessario per valutare la presenza di aritmie durante l’attività fisica, frequente elemento identificativo di malignità.