Clinica Privata Villalba / 06 ottobre 2020

Sindrome del colon irritabile, l'incidenza sale con l'ansia?

Sindrome del colon irritabile
L’intestino è definito da molti un secondo cervello. Ed è sempre a livello di stomaco e intestino che le emozioni si fanno sentire, sia in positivo sia in negativo. Stati di ansia, tensione e rabbia trattenuta sono alla base di molte problematiche a carico del nostro apparato digerente, quali sindrome del colon irritabile e colite ulcerosa. Non è ancora ben chiaro come ansia e questa patologie siano in relazione tra loro, o quale venga prima, ma una serie di studi hanno verificato che queste condizioni tendono a coesistere.
Ne abbiamo parlato con il prof. Massimo Campieri, specialista in Gastroenterologia e Medicina Interna a Clinica Privata Villalba di Bologna.
 
Prof. Campieri, è vero che la sindrome del colon irritabile può essere scatenata dall’ansia?
Uno dei principali responsabili della sindrome del colon irritabile sembra proprio essere l’ansia. È ormai comprovato il potere che ansia e stress hanno sul nostro corpo: ne influenzano la normale produzione ormonale, indeboliscono il nostro sistema immunitario oltre ad agire negativamente su tutte le nostre funzioni corporee. In particolare, sono responsabili di alcune malattie psicosomatiche, definiti in tal modo a causa della stretta correlazione tra la psiche, la mente, ed il soma, il corpo. Bisogna dire che non è ancora del tutto chiaro come ansia e sindrome del colon irritabile siano correlati tra loro, ma diversi studi hanno messo in evidenza come queste patologie tendano a presentarsi nella maggioranza dei casi in contemporanea1.
Soprattutto in questo periodo inoltre, per colpa dell’emergenza coronavirus, è venuto a crearsi un contesto in continua evoluzione, che sfugge alla possibilità di essere controllato. In questa situazione di incertezza, di continuo cambiamento e di attesa del ristabilirsi della normalità, siamo chiamati ad adattarci ad un nuovo ritmo di vita e a norme di comportamento atte alla prevenzione. Tutto questo però, ha naturalmente dei risvolti dal punto di vista psicologico: preoccupazione, paura, stress, tristezza, che aumentano lo stato d’ansia delle persone.

In cosa consiste questa patologia?
La sindrome del colon irritabile è un disturbo cronico e ricorrente che riguarda le funzioni dell’apparato gastrointestinale, che interessa il colon e l’intestino tenue. In Italia circa il 10% della popolazione soffre di questa patologia, che sembra colpire più frequentemente il sesso femminile rispetto a quello maschile, con un tasso più alto di prevalenza dai 20 ai 50 anni.
 “Irritabile” significa che le terminazione nervose situate all’interno della parete intestinale, che controllano la contrazione della muscolatura e trasmettono al cervello le sensazioni dell’intestino, sono più sensibili del normale. Ciò implica che anche condizioni normali che possono stimolare l’intestino quali mangiare un pasto, avere il ciclo mestruale o per l’appunto essere sotto uno stato di ansia e tensione, possono determinare una risposta esagerata con un accentuazione dei sintomi. Questi sono molto fastidiosi e spaziano dal dolore al basso ventre con continua sensazione di gonfiore sino a veri e propri attacchi di dissenteria o periodi di stipsi e forte costipazione. Ma anche problematiche extra-intestinali come difficoltà a concentrarsi, stanchezza emicrania, a cui possono poi aggiungersi altri disturbi collegati ad organi vicini all’intestino, come ad esempio l’apparato urinario.
 
Quali possono essere le cause principali?
L’origine della malattia non è ancora del tutto chiara, e proprio perché si tratta di una sindrome consiste in un insieme di sintomi, che possono essere di diverso tipo come abbiamo visto. Vi sono numerosi fattori che possono giocare un ruolo nell’alterazione dell’ asse cervello-intestino: predisposizione genetica, infezione intestinale pregressa, eventi stressanti ripetitivi e cronici o altri fattori psico-sociali.
Fra gli esami diagnosti più comuni per accertare la presenza della malattia ci sono colonscopiaTAC ed esami del sangue. Ma prima di tutto, il medico deve iniziare con raccogliere una storia clinica dettagliata per identificare i sintomi caratteristici dell’intestino irritabile e visitare manualmente la pancia del paziente. Gli esami diagnostici infatti servono più per escludere la presenza di malattie organiche che possono manifestarsi con gli stessi sintomi del colon irritabile che per la diagnosi vera a propria.
 
Le terapie più utili?
L’esercizio fisico regolare, il riposo e una buona dieta possono aiutare a ridurre le tensioni. Gli effetti della dieta e dell’alimentazione sull’IBS variano da persona a persona, va sottolineato che nessun alimento provoca la sindrome del colon irritabile, ma alcuni cibi possono peggiorare i sintomi in persone particolari e predisposte. Ad esempio una dieta ricca di fibre può migliorare la stitichezza e anche altre disfunzioni, ma allo stesso può da sola provocare diarrea a gas intestinale. Non esistono schemi di cura standardizzati per questo disturbo, ma la cura, compresa la terapia farmacologica, deve essere definita dal medico specialista in queste malattie sulle necessità del singolo individuo.
 

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1. Lovell RM, Ford AC. Global prevalence of and risk factors for irritable bowel syndrome: a meta-analysis. Clin Gastroenterol Hepatol. luglio 2012;10(7):712-721.e4. doi: 10.1016/j.cgh.2012.02.029
 

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