07 settembre 2023

I meccanismi e le funzioni della paura: cosa succede se hai panico o ansia

I meccanismi e le funzioni della paura: cosa succede se hai panico o ansia
La paura è una emozione cosiddetta primaria, di base, universale, perché comune a tutti gli esseri viventi, con una funzione vitale preziosissima, perché adattiva, nel senso di protettiva, in quanto si manifesta in risposta a una minaccia, reale o percepita, allo scopo di metterci in condizione di proteggerci e salvarci.

La paura riveste un ruolo determinante per la sopravvivenza. Davanti ad un pericolo, produce nel corpo una reazione di allerta che coinvolge l’intero organismo, mente e corpo. 

Cosa succede nel cervello quando abbiamo paura?

La prima responsabile della paura è l’amigdala, un agglomerato di nuclei nervosi localizzata nella parte più interna dei lobi temporali del cervello, che agisce come un vero e proprio “sistema di  allarme”: per far fronte all’emergenza e alla situazione di pericolo, comporta l’attivazione delle reazioni di “attacco o fuga” ovvero risposte fisiologiche necessarie per affrontare l’ostacolo oppure mettersi in salvo e fuggire via, abbandonando la situazione prima che diventi troppo pericolosa. 

La paura innesca una serie di reazioni involontarie dell’organismo: 
  • incremento della frequenza cardiaca e respiratoria
  • alterazione della pressione e del flusso sanguigno 
  • aumento della sudorazione
  • tensione muscolare
  • motilità intestinale
  • bocca secca.
Nel frattempo, intervengono altre aree del cervello (l’ippocampo e la corteccia prefrontale) che ricevono e integrano le informazioni sensoriali, aiutando a interpretare la minaccia percepita. 

L’area razionale del cervello, dunque, comunica con quella emotiva, chiarendo se ci si trova davanti a una minaccia reale o a un falso allarme. 

Paura, panico, ansia, fobia: quali sono le differenze?

La paura è una emozione primaria transitoria - che determina una reazione - normale e fisiologica, di allerta quando ci si sente in pericolo e che scompare quando la minaccia viene meno. 
Se, invece, non si riesce a disinnescare le reazioni dettate dalla paura di fronte a situazioni di pericolo non più presenti né imminenti, allora la risposta allo stress da adattiva diventa eccessiva o cronica.

L’ansia è anch’essa un’emozione, ma di tipo secondario, ovvero complesso, in quanto deriva dalla combinazione di emozioni primarie con la crescita individuale e l’interazione sociale.
L’ansia è una reazione emotiva di tipo anticipatorio, ovvero generata da valutazioni e previsioni su un evento temuto, ipotetico, futuro, distante, non presente né imminente.
L’ansia è codificata nella medesima area cerebrale della paura e produce modificazioni corporee molto simili, come: 
  • tensione
  • preoccupazione
  • apprensione
  • palpitazioni
  • tremori
  • aumento della sudorazione
  • vertigini
  • senso di confusione, di vuoto
  • alterazione del respiro.
Ciò che differenzia sostanzialmente ansia e paura sono i trigger (ossia grilletti), i motivi per cui si manifestano: mentre l’oggetto della paura è reale, quello dell’ansia è temuto, previsto, futuro, incerto, frutto di previsioni negative su eventi futuri, non ancora realmente presenti che potrebbero accadere oppure no. 
Entrambe, paura e ansia, rivestono un ruolo adattivo, ovvero quando una persona si trova in situazioni stressanti o minacciose, scatta una risposta fisiologica che prepara il corpo a difendersi e la mente ad elaborare strategie di difesa e/o di fuga, per sopravvivere. 
L’ansia può presentarsi anche senza un motivo apparente, può essere eccessiva e/o prolungata rispetto all’evento/stimolo scatenante, può determinare un senso crescente di allarme e può determinare la messa in atto di strategie del tipo “better safe than sorry” ossia evitamento di tutte le situazioni di pericolo, anche dubbio o improbabile. 

Le fobie sono paure eccessive, intense, persistenti, durature ed irrazionali per qualcosa di specifico che non rappresenta un pericolo reale, ma che la persona percepisce come tale, fonte di angoscia e ansia  non controllabile. 
Chi soffre di fobia è sopraffatto dal terrore di entrare in contatto con ciò che teme. Si tratta di un processo che provoca stati di ansia e terrore spropositati, tanto da far mettere in atto comportamenti di evitamento di tutte le situazioni nelle quali è probabile trovarsi faccia a faccia con lo stimolo fobico (il particolare elemento che causa la paura). 

I sintomi fisiologici provocati dalle fobie sono generalmente:
  • tachicardia
  • vertigini
  • disturbi gastrici
  • disturbi urinari
  • nausea
  • sudorazione eccessiva. 
Ancora diverso è l’attacco di panico, un fenomeno episodico violento, un episodio breve di intenso malessere, ansia o paura,  che si manifesta all’improvviso, inaspettatamente, senza preavviso, in assenza di reale pericolo. 
I sintomi di un attacco di panico sono di natura psicologica, ma si manifestano anche e soprattutto sul piano fisico, con sintomi somatici. Essi destano molta angoscia e possono essere scambiati per segnali di patologie cardiache, polmonari o cerebrali, molto sovente per infarto o ictus; raggiungono solitamente l’apice in pochi minuti dalla loro comparsa per poi scomparire più o meno lentamente, lasciando solo poche tracce e la paura di riavere un altro attacco terrificante. 

L’esperienza di un attacco di panico è diversa da persona a persona, i sintomi possono variare molto, ma tra i più comuni possono verificarsi: 
  • cardiopalmo 
  • dolore toracico
  • vertigini, nausea, senso di instabilità o sensazione di svenimento
  • dispnea
  • senso di soffocamento
  • iperventilazione 
  • mal di stomaco o diarrea
  • vampate di calore o brividi 
  • formicolii o tremori fino a grandi scosse
  • difficoltà di deglutizione 
  • senso di impotenza
  • paura di morire
  • paura di impazzire
  • perdita di controllo 
  • senso di catastrofe
  • sensazioni di irrealtà, estraniamento o distacco dalla realtà circostante
Nell’attacco di panico l’intensità della paura provata è tale che non si riesce a tollerare ed elaborare e la persona vive con la continua preoccupazione che possa ripetersi, sviluppando una ansia anticipatoria, ossia la tendenza a prevenirli, evitando tutte le situazioni, i luoghi  e le circostanze vissute come non sicure o a rischio di insorgenza di una nuova crisi.

Gli attacchi di panico sono esperienze traumatiche, terrificanti, estremamente impegnative per chiunque le viva e per le persone vicine; possono compromettere la qualità della vita, limitandola, rendendo difficile mettere in atto azioni quotidiane anche semplici ed usuali, come uscire di casa, guidare, visitare luoghi affollati ecc.
Gli attacchi di panico colpiscono circa l’11% della popolazione adulta; in buona parte dei casi si risolvono spontaneamente, in altri può svilupparsi un vero e proprio disturbo da panico. In ogni caso, se non trattato, l’attacco di panico può tendere a cronicizzarsi. 

Cosa fare in caso di attacco di panico

È importante saper riconoscere un attacco di panico e sapere come fronteggiarlo. In caso di attacco di panico occorre: 
  • Cercare di capire cosa sta succedendo 
  • Osservare e riconoscere i sintomi
  • Fermarsi se si sta lavorando o guidando 
  • Chiedere aiuto/cercare assistenza medica 
  • Non lasciare la persona con crisi di panico da sola
  • Mettere la persona con attacco di panico a proprio agio, al sicuro
  • Usare un tono di voce rassicurante, ma deciso
  • Non negare né sminuire le paure, evitando frasi che possono peggiorare la situazione (come “è tutto nella tua testa”, “che reazione esagerata”, ecc…)
  • Offrire supporto emotivo ed empatico, senza giudicare 
  • Incoraggiare il controllo della respirazione
  • Tenere costante la temperatura corporea utilizzando coperte o facendo aria 
  • Rimanere il più possibile ancorati alla realtà
  • Distogliere attenzione e concentrazione dall’episodio di panico
  • Concentrarsi su un qualche compito
È sempre utile chiedere aiuto, cercare assistenza medica, recarsi al pronto soccorso più vicino. 
Superata la crisi, è il caso di rivolgersi a professionisti specialisti in salute mentale. 
 
Revisione medica a cura di: Dott.ssa Alessandra Ricco

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