Ospedale Cortina / 18 giugno 2020

Il test da sforzo per capire se il cuore è in salute

Data ultimo aggiornamento: 23 giugno 2022
Il test da sforzo per capire se il cuore è in salute
Il test o prova da sforzo si esegue sottoponendo il paziente ad uno sforzo fisico calibrato, mirato a valutare lo stato di salute del sistema cardiovascolare (cuore e vasi sanguigni).

Il suo scopo è quello di controllare se si verificano segni di sofferenza cardiaca o sintomi dolorosi indicativi di ostruzioni delle coronarie proprio mentre si compie l'esercizio  fisico che produce aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. 

“Il cuore - spiega il dottor Piergiorgio Riccardi specialista della Cardiologia dell’Ospedale Cortina accreditato SSN - è un motore alimentato dall’ossigeno ricevuto con il sangue delle arterie coronarie. A riposo consuma circa 250 ml di ossigeno al minuto, questo gli consente di inviare in circolo, a tutti gli organi, circa 5 litri di sangue al minuto: questa è la portata cardiaca. Durante uno sforzo, la portata cardiaca, aumenta anche di 4-5 volte i valori di base, costringendo il muscolo cardiaco ad aumentare il consumo di ossigeno. Di pari passo aumenta anche la pressione arteriosa, questi due dati, insieme, ci indicano quanto ossigeno viene consumato dal cuore”.

“La frequenza massima del cuore - specifica il dottore - è correlata anche all’età del paziente e si calcolerà durante lo sforzo mediante la formula: FCMT=220-età (dove FCMT è la frequenza cardiaca massima teorica che è circa 220 battiti). Quando viene superato l’85% di frequenza cardiaca massima teorica, il cuore, è al massimo del consumo di ossigeno. Questa condizione consente importanti osservazioni sul corretto funzionamento della pompa cardiaca”. 

Come si svolge l'esame 

Il paziente deve pedalare su un cicloergometro (bicicletta) oppure camminare su una pedana mobile (tapis roulant) mentre il Cardiologo imposta uno sforzo fisico, gradualmente crescente, mediante l’aumento della resistenza opposta dal cicloergometro stesso. Con un Elettrocardiogramma si registra l’attività elettrica del cuore prima del test, durante lo sforzo e nella fase immediatamente successiva (recupero), nello stesso tempo si misura, a intervalli, la pressione arteriosa.

La prova dura circa 30 minuti e non vi sono particolari norme di preparazione. I pazienti in cura con betabloccanti, o farmaci che rallentano la frequenza cardiaca, dovranno sospenderne l’assunzione dal giorno prima sempre sotto controllo del Medico, perché questo genere di farmaci, può confondere il risultato del test. 

L’uso del cicloergometro ha il vantaggio della posizione seduta che consente il test anche a pazienti con problemi ortopedici e di equilibrio come l’artrosi dell’anca o le sindromi vertiginose.

 Cosa può evidenziare la prova da sforzo

L’Elettrocardiogramma permette di individuare segni di un’eventuale sofferenza cardiaca. L’insufficiente quantità di ossigeno che arriva al muscolo cardiaco (ischemia miocardica) può essere causata da placche aterosclerotiche che ostacolano il flusso sanguigno all’interno delle arterie coronariche che, in un fisico sottoposto a sforzo, provocano il classico dolore al torace tipico dell’angina. Consente inoltre di rilevare la presenza di aritmie (battiti irregolari del cuore) provocate o da ischemia miocardica di orgine aterosclerotica, da valvulopatie o da patologie degenerative del muscolo cardiaco o sistemiche (disturbi della tiroide, insufficienza renale) . 

Quali parametri si monitorano durante il test

“La pressione arteriosa sistolica – chiarisce sempre il dottore – se durante l’attività fisica aumenta in maniera appropriata all’intensità dello sforzo, è indice del buon funzionamento dell’apparato cardiovascolare, mentre se al contrario si abbassa, si può sospettare un’ischemia miocardica e/o un’insufficienza cardiaca. In caso di ipertensione non controllata o di pressione arteriosa sistolica di 250 mmHg si deve interrompere il test".

Durante la prova da sforzo possono emergere: 
  • angina (dolore toracico all’altezza dello sterno che aumenta con lo sforzo);
  • dispnea (mancanza di fiato sproporzionata all’esercizio);
  • vertigine (può essere indice di insufficienza cardiaca grave se collegate ad aritmia o ipotensione):
  • palpitazione (sensazione di battito irregolare con aritmia e ipotensione);
  • percezione dello sforzo come eccessivo;
  • raggiungimento della FCMT (frequenza cardiaca massima teorica che è circa 220 battiti) 
In presenza di queste situazioni il Cardiologo, oltre a interrompere il test, potrà richiedere ulteriori esami di approfondimento.

"La capacità funzionale, dipende dall’età, dal sesso e dal grado di allenamento del paziente - conclude il dottor Riccardi -  Raggiungere il 100% della capacità aerobica funzionale (cioè la massima quantità di ossigeno utilizzata durante un esercizio fisico) vuol dire avere una maggiore idoneità cardiorespiratoria e non incorrere in futuri problemi cardiovascolari. Per questo si consiglia sempre di praticare un’attività sportiva anche minima, sin da bambini. Anche la più piccola attività fisica, come una semplice camminata, può essere di grande aiuto per la salute di cuore, polmoni e arterie”.
Revisione medica a cura di: Dott. Piergiorgio Riccardi

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