L’obesità è a tutti gli effetti una patologia, che ha una diffusione molto ampia. Solo in Italia colpisce circa 6 milioni di persone, di cui soltanto 22 mila si sottopongono a trattamenti medici
1. Secondo i dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), a partire dagli anni ‘70 i pazienti con obesità sono triplicati e la patologia interessa uomini, donne e bambini, soprattutto dei paesi più sviluppati
2.
Il
dott. Andrea Formiga,
chirurgo generale esperto in chirurgia bariatrica di
Clinica Privata Villalba di
Bologna, chiarisce alcuni dubbi sull’obesità, fornendo alcune informazioni utili.
Esistono diversi tipi di obesità
Innanzi tutto, non c’è un solo tipo di
obesità, ma la patologia può essere classificata a seconda dell’indice di massa corporea, o a seconda della prevalenza su pazienti maschi, femmine o pediatrici.
Nel primo caso, la classificazione prevede tre gradi di obesità calcolati in base al
BMI (Body Mass Index, o Indice di Massa Corporea):
- Primo grado, con un BMI tra 30 e 34,9
- Secondo grado, BMI tra 35 e 39,9
- Terzo grado, BMI oltre 40
L’indice di massa corporea si calcola dividendo il peso, in kg, per l’altezza al quadrato, in metri.
La seconda classificazione, invece, suddivide l’obesità in:
- Ginoide o gluteo-femorale, che riguarda perlopiù le donne e interessa addome inferiore, glutei e cosce
- Androide o addominale, che tende a manifestarsi di più negli uomini, con accumuli di grasso addominale
- Infantile, che è un problema che si sta sviluppando molto rapidamente nei Paesi occidentali.
Le cause dell’obesità sono tante e legate tra loro
Anche la cause sono diverse. Anzi, spesso l’obesità origina da più concause. Influiscono infatti fattori di tipo organico come la predisposizione genetica, la presenza di patologie ormonali o metaboliche – una delle associazioni più frequenti è con il
diabete – ma anche fattori di tipo psicologico/comportamentale ed ambientale. Proprio per questa pluralità di fattori scatenanti, il trattamento dell’
obesità richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge non solo il dietologo e il chirurgo bariatrico, ma anche lo psicologo, l’endocrinologo, il cardiologo, il pediatra, il ginecologo, a seconda del caso specifico del paziente.
La patologia peggiora l’intero quadro clinico
L’obesità ha conseguenze che inficiano la qualità della vita dei pazienti fino alla perdita di autonomia. Allo stesso modo, le complicazioni cliniche sono tanto maggiori quanto più è alto il grado di obesità, e sono ulteriormente aggravate dall’associazione con altre patologie, come per esempio il
diabete di tipo 2, le patologie dell’apparato cardiocircolatorio, dell’apparato respiratorio ecc.
Infatti, l’obesità peggiora il quadro di salute generale del paziente.
A essere maggiormente inficiati sono:
- L’apparato cardiocircolatorio, specialmente per l’insorgenza di ipertensione e eventi patologici come ictus, infarti e angine
- L’apparato respiratorio
- L’apparato muscolo scheletrico, oberato da un carico eccessivo
- L’apparato riproduttore che, specialmente nelle donne, diventa disfunzionale. Una delle conseguenze dell’obesità è l’amenorrea, la mancanza di ciclo mestruale, e dunque la difficoltà a restare incinta
- La psiche, dal momento che nei pazienti obesi sono frequenti le crisi d’ansia e si presenta, spesso, una mancanza di autostima.
I trattamenti per l’obesità prevedono percorsi multidisciplinari che possono sfociare, per i pazienti idonei, nei trattamenti chirurgici finalizzati a ridurre la capienza dello stomaco o la capacità di assimilazione dei cibi. Importante è anche la prevenzione, che va fatta adottando un regime alimentare sano e praticando regolarmente l’attività fisica.
Per prenotazioni e maggiori informazioni chiama il numero 051.6443011 oppure scrivici tramite il form contatti.
1.http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?area=Malattie_endocrine_e_metaboliche&id=175
2.https://www.who.int/topics/obesity/en/