Running deriva dall’inglese “to run” che vuol dire correre, generalmente viene svolto all’aperto ma può essere praticato anche al chiuso utilizzando un
tapis roulant. In Italia, secondo i dati Istat, tra il 2006 e il 2015, il numero di persone che praticano Running è cresciuto del 50% rispetto ai 10 anni precedenti.
I percorsi del Running possono essere diversi, dalle corse su strada o su sterrato a quelli in collina e in montagna nei quali si affrontano tutta una serie di dislivelli.
Il running può essere:
- Trail Running, o corsa nella natura dove il suolo cambia in continuazione con alternanza di discese e salite, si corre su erba, pietre ecc, non deve mancare solitamente anche un 20% di strada asfaltata;
- Ultra Running, corsa a distanza medio-lunga, superiore a 80 Km, il tipo di percorso dipende dal luogo in cui si svolge;
- Sky Running, si svolge soprattutto in ambienti montani, a più di 2000 metri di altitudine, i percorsi sono più impegnativi perché possono includere tratti da percorrere con corde o catene o discese ripide in cui è consentito l’uso dei bastoncini per alpinismo.
I rischi e le problematiche muscolo-scheletriche della corsa su terrenni sconnessi e in altura
"Il Running in montagna – spiega il dottor Paratore, specialista in
Ortopedia e Traumatologia all'
Ospedale Cortina - può causare problematiche muscolo-scheletriche, perché
il corpo è sottoposto a carichi superiori rispetto alla corsa su strada. Gli arti inferiori e la colonna lombo-sacrale possono essere considerati una “unità morfo-funzionale complessa”, interamente coinvolta e sollecitata durante l'attività sportiva in questione. Salite e discese, associate ai terreni sconnessi, richiedono alle cartilagini, alle ossa, ai muscoli, ai tendini ed ai legamenti (coordinati dal sistema nervoso centrale e periferico) un lavoro impegnativo per mantenere il giusto assetto durante la corsa, reso più difficoltoso da un maggior affaticamento. Ne deriva che
sono più comuni infortuni e patologie infiammatorie localizzate da overusing (uso eccessivo).
Tra
gli infortuni più comuni riscontriamo:
- distorsioni di caviglia, che comportano la totale o parziale lacerazione dei legamenti.
- Malattia di Deutschlander (o fratture da stress) dei metatarsi.
Tra
le patologie infiammatorie di maggior riscontro ci sono:
- la sindrome della bendelletta ileo-tibiale (ginocchio del corridore), che comporta la comparsa di dolore alla regione laterale del ginocchio, che si estende a tutta la coscia, lateralmente;
- l'infiammazione del tendine d'Achille, che collega il calcagno alla loggia posteriore della gamba, fino alla regione posteriore del ginocchio;
- periostiti, ossia infiammazioni della membrana che avvolge, nutre e protegge l'osso;
- fascite plantare: con dolore insorgente alla pianta del piede (di solito davanti al calcagno), che coinvolge la fascia plantare, che unisce il retropiede all'avampiede e che rappresenta un importante sostegno strutturale;
- lombosciatalgie e radicoliti: per il sovraccarico dei dischi intervertebrali.
“Per prevenire infortuni e patologie infiammatorie – conclude il dottore – è scontata la necessità di una adeguata
preparazione. Oltre ad
un allenamento graduale dell'apparato cardio-respiratorio, bisogna
rafforzare le zone a rischio, calcolando che la corsa avviene spesso in dislivello e su manti non uniformi. Pertanto la preparazione dell'apparato neuro-muscolo-scheletrico sarà mirata a conferire
maggiori stabilità e controllo dei movimenti a:
- Colonna lombo-sacrale > importante un rinforzo del “core” muscolare, cioè degli addominali profondi e della muscolatura paravertebrale.
- Ginocchia > esercizi propriocettivi e rinforzo della muscolatura dei quadricipiti e della loggia posteriore della coscia (compresi i glutei), per la spinta durante le salite e per mantenere la giusta coordinazione ed il controllo durante le discese.
- Caviglie e piedi > gli esercizi propriocettivi (come la tavola e stimoli su speciali pedane) sono fondamentali anche in questo distretto, associando rinforzo di muscoli della gamba, in particolare i peronei ed il rinforzo delle volte plantari.
Stretching e miglioramento dell'elasticità servono per abituare l'apparato muscolo-tendineo-articolare ad effettuare movimenti più ampi e dunque prevenire distrazioni.
Ovviamente bisogna
scegliere scrupolosamente le calzature da indossare, che normalmente sono di categoria A5, specifiche per la corsa in montagna, che presentano le giuste caratteristiche di resistenza e comfort, eventualmente associando l'utilizzo di specifiche solette
shock-absorber.
Per la prevenzione in ogni caso, per chi si avvicina alla corsa in montagna, sarebbe opportuno rivolgersi a preparatori specializzati.
Per ciò che concerne gli infortuni, vista anche l'esperienza del
Punto di Primo Intervento (Pronto Soccorso) del nostro Ospedale, è fondamentale che siano trattati nel più breve tempo possibile, senza trascurare l'insorgenza di sintomatologie, che potrebbero cronicizzarsi e rendere più difficile e lungo il percorso terapeutico-riabilitativo”.
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