Sindrome metabolica: quali sono i fattori di rischio e il percorso di cura

Sindrome metabolica: quali sono i fattori di rischio e il percorso di cura
L’eccesso di peso è uno dei sintomi e allo stesso tempo fattore di rischio della sindrome metabolica, una condizione patologica che si verifica con la presenza in contemporanea di diversi fattori di rischio, tra cui proprio il sovrappeso e l’obesità, l’ipertensione o un alto livello di trigliceridi nel sangue che aumentano il rischio di sviluppare patologie del sistema cardiovascolare o del diabete.

Una persona con sindrome metabolica è associata a un rischio due volte maggiore di sviluppare malattie cardiache rispetto ad una persona sana.

In ICLAS - Istituto Clinico Ligure di Alta Specialità di Rapallo, accreditato con il SSN, operano équipe specializzate sia nel trattamento dell’obesità che nell’ambito cardiovascolare. In particolare è attivo un percorso di cura multidisciplinare dell’obesità che si basa sulla sinergia tra dietologo, dietista, psicologo, internista, endocrinologo, diabetologo, cardiologo, chirurgo bariatrico.
 
Il primo step avviene attraverso la prima visita con il dietologo, che raccoglie la storia clinica del paziente per comprendere le specifiche necessità terapeutiche, effettua la valutazione antropometrica ed esegue gli esami strumentali per valutare lo stato di salute. Se il paziente è idoneo si prosegue con il ricovero che permetterà indagini più approfondite del sistema endocrino, cardiovascolare, respiratorio e urologico.

Durante la degenza, il paziente esegue test e valutazioni pneumologiche, cardiologiche, nefrologiche), comprensive di Ecocardiografia, TC, Ecografia addominale, Ecocolordoppler vascolare. Il cardiologo valuta il rischio cardiovascolare in quanto una condizione di instabilità cardiologica controindica il possibile intervento chirurgia bariatrica. Durante la degenza i pazienti affronteranno un percorso dietistico con corsi di educazione alimentare.

Lo psicologo costruisce un’analisi del contesto in cui il paziente è inserito, favorendo la comprensione del suo vissuto rispetto all’alimentazione. Infine, gli specialisti possono suggerire una valutazione per la chirurgia bariatrica.

La chirurgia bariatrica deve essere presa in considerazione nei pazienti, informati e motivati e soltanto dopo il fallimento dei programmi non chirurgici: dieta, attività fisica, terapie comportamentali. L’idoneità alla chirurgia bariatrica richiede il positivo pronunciamento di tutti gli specialisti.
 
A ICLAS vengono eseguite le principali procedure bariatriche: il bendaggio gastrico, un intervento volto a ridurre le dimensioni dello stomaco, e di conseguenza la capacità d’introdurre alimenti; la Sleeve Gastrectomy che consiste nella riduzione dello stomaco a dimensioni contenute mediante una resezione gastrica verticale; il mini Bypass gastrico è un intervento malassorbitivo, riservato a pazienti affetti da comorbidità gravi, e consiste nella creazione di una piccola tasca gastrica esclusa dallo stomaco rimanente e collegata all’intestino tenue; l’endosleeve è una plicatura gastrica endoscopica effettuata attraverso gastroscopio, con tale tecnica si riduce il volume dello stomaco anche utilizzata come tecnica di revisione degli intervento di chirurgia bariatrica maggiore. L’innovazione è rappresentata dalla procedura B-Clamp, una gastroplastica verticale tramite l’inserimento di una clip.
 
L’obesità è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari che tutt’oggi sono la prima causa di morte in Italia. ICLAS di Rapallo è un centro di riferimento per la Liguria nel trattamento di queste patologie, nell’ambito della cardiochirurgia, della cardiologia interventistica e dell’aritmologia. Vengono privilegiati approcci mininvasivi, procedure riparative rispetto a impianti protesici, eventuali soluzioni ibride allo scopo di ridurre i rischi, minimizzare il disagio e favorire il comfort immediato e a distanza per il paziente.
 
L’approccio mininvasivo applicato agli interventi cardiochirurgici - che evita cioè la sternotomia e permette l’accesso al muscolo cardiaco attraverso piccole incisioni di pochi centimetri a livello del costato - consente infatti di trattare in maniera efficace diverse patologie cardiache, con il vantaggio di un minor trauma operatorio per il paziente, un minor dolore e recupero più rapido nel post-intervento, ottimi risultati clinici, una riduzione del rischio di infezioni e di perdite ematiche, con conseguente minor ricorso a trasfusioni.
 
I principali interventi eseguiti dall’équipe di cardiochirurgia riguardano la chirurgia coronarica di rivascolarizzazione miocardica tramite bypass e la riparazione o la sostituzione delle valvole cardiache (mitrale, aorta e tricuspide).

Gli approcci chirurgici utilizzati sono prevalentemente mininvasivi, ma anche transcatetere - ovvero che prevede l’inserimento di cateteri per via percutanea per raggiungere il cuore. In particolare, la TAVI (Trans Aortic Valvular Implantation) viene utilizzata per la sostituzione della valvola aortica: tramite un catetere guida inserito da un’arteria periferica, la protesi di valvola aortica viene posizionata e rilasciata. Per i pazienti
affetti da insufficienza mitralica severa e con un quadro di elevata fragilità generale, può essere indicato l’approccio con Mitraclip che consiste nell’impianto di una clip a livello della valvola mitrale per ripristinare la funzionalità della valvola.
 
ICLAS è inoltre tra le prime strutture in Italia a praticare, quando possibile, procedure di ricostruzione della valvola aortica con approccio mininvasivo, con esperienza di oltre 5 anni. L’insufficienza valvolare aortica è una patologia cardiaca che ha un’incidenza piuttosto elevata in pazienti con età compresa tra i 45 e i 70 anni, ma può colpire, in percentuale minore, anche pazienti giovani sotto i 40 anni. Negli anni passati il trattamento più comune dell’insufficienza aortica era la sostituzione con protesi artificiali, oggi con l’evoluzione della cardiochirurgia e con la possibilità di classificare le diverse cause dell’insufficienza aortica è stato possibile affinare le tecniche riparative della valvola aortica consentendo il mantenimento della propria valvola senza necessità di sostituzione con protesi cardiache.
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