ricovero

La Chirurgia della mano si applica nei due ambiti:
  • Chirurgia da trauma
  • Chirurgia elettiva cioè programmata.
La chirurgia da trauma si occupa, generalmente, di interventi da eseguire in urgenza che vengono trattati, in primo luogo, direttamente dal PPI - Punto di Primo Intervento (Pronto Soccorso).
I traumi che più frequentemente si riscontrano, in questo segmento, riguardano le attività boschive, con lesioni da motosega o da sega circolare.
In tali evenienze si procede, ove possibile, alla ricostruzione sia dell’osso, che delle parti molli, con reimpianto dei tendini e delle strutture vascolo-nervose e plastiche cutanee e sottocutanee.
 
In chirurgia elettiva, invece, si effettuano interventi programmati inerenti soprattutto patologie degenerative.
 
Tra le patologie che si possono trattare chirurgicamente ci sono:
 
Si tratta di una sindrome molto diffusa, con predominante manifestazione nel sesso femminile, che riguarda la comparsa di dolori, parestesie e deficit di sensibilità del versante palmare delle prime 3 dita e di parte del 4° dito della mano.
Si manifesta a seguito della compressione del nervo mediano al “confine” tra polso e mano. Si diagnostica
con l’Elettromiografia.
L’intervento, eseguito in anestesia locale, con un'incisione di circa 2-3 cm, seziona il legamento trasverso del carpo, una struttura fibrosa che determina (direttamente o indirettamente) la compressione del nervo suddetto.
Il paziente potrà muovere da subito la mano, ma osserverà un periodo di astensione dalle attività di carico
funzionale per circa 10 giorni. Nei casi necessari verranno associate terapia medica e terapia riabilitativa.
 
Si tratta di un’infiammazione con conseguente degenerazione nodulare dei tendini flessori, che, diventati troppo spessi, in un certo tratto, si “incastrano” all’interno delle naturali pulegge fibrose attraverso le quali passano, ostacolandone lo scorrimento. In anestesia locale, tramite piccole incisioni, si procede alla liberazione dei tendini tramite sezione delle pulegge (anelli fibrosi).
Nel post-operatorio il paziente potrà recuperare la funzionalità precoce dell’arto, evitando attività da carico
funzionale per almeno 10 giorni.
 
Si tratta dell’infiammazione di 2 tendini che scorrono nel 1° legamento dorsale del carpo, comporta dolore
e limitazione funzionale del pollice e al polso.
Il trattamento, in anestesia locale, comporta un’incisione di 3 cm e la liberazione del 1° canale del carpo al
dorso. Segue immobilizzazione parziale con tutore e successiva terapia riabilitativa per un totale di circa 3
settimane.
 
Patologia degenerativa dell’articolazione tra trapezio e primo metacarpo, comporta dolore, limitazione e
deformità alla base del primo raggio.
Secondo i casi si esegue (quando la terapia conservativa non abbia avuto successo o in casi di artrosi avanzata) l’intervento di artrodesi (ossia fusione articolare), che consente di mantenere la forza, oppure l’intervento di rizoplastica, nel quale viene asportato il trapezio e si crea un cuscinetto biologico, utilizzando parte di un tendine dell’avambraccio (prelevato per via percutanea, tramite 2 piccole incisioni).
Segue una immobilizzazione di circa 3 settimane e la riabilitazione.
 
Retrazione dell’aponeurosi palmare, struttura che si trova sotto il sottocute.
Patologicamente si formano dei noduli che si trasformano in cordoni e che si infiltrano in sottocute e nella cute con retrazione delle dita. Si procede, secondo la gravità, a rimozione delle nodularità e a plastiche cutanee. Si effettua un periodo di riabilitazione dopo la guarigione delle ferite.
 
Lesione di Stener
E’ la classica lesione “da racchetta da sciatore”, che comporta la rottura del legamento collaterale ulnare.
Quando il trattamento conservativo non ha avuto successo o non è stato applicato tempestivamente, residua una lassità dolorosa, con limitazione funzionale.
Tramite un’incisione di circa 2-3 cm si ripara chirurgicamente il legamento, impiantando, talvolta, una
micro-ancora in titanio collegata a dei fili per la ricostruzione.
Segue immobilizzazione per circa 21 giorni e successiva terapia riabilitativa.
 
L'Ospedale Cortina segue il paziente anche durante il periodo di riabilitazione con l'Unità di Medicina fisica e Riabilitazione dotata di moderne strumentazioni e palestra attrezzata.

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