L’
artrosi è una
patologia cronica e progressiva, caratterizzata dal
deterioramento della cartilagine articolare, insieme ad altre alterazioni articolari, alla formazione di
geodi (cavità che si creano nella regione subcondrale, cioè nel tessuto al di sotto della cartilagine) e alla neoformazione di osso in corrispondenza dei margini articolari (osteofiti). La “malattia degenerativa articolare” può portare a esiti invalidanti tanto che, secondo l’INPS, è
seconda solo alle patologie cardiovascolari per peso sociale, rappresentando l’88% delle malattie reumatiche.
Della diagnosi e del trattamento dell’artrosi abbiamo parlato con il
dott. Vito Nicola Galante, dell’U.O. di
Ortopedia e Traumatologia del
D’Amore Hospital di Taranto.
Cause dell'artrosi
L’artrosi fa parte di fenomeni legati all’invecchiamento ed è, quindi, di comune riscontro nell’anziano.
L’artrosi primaria può manifestarsi senza alcuna causa apparente. Se associata ad altre patologie, la cosiddetta
artrosi secondaria è spesso correlata ad alterazioni della congruenza e della biomeccanica articolare. Le forme secondarie possono seguire a pregressi traumi articolari (fratture articolari, lussazioni, gravi distorsioni con lassità legamentose), a malattie congenite o acquisite dell’osso (Morbo di Perthes, displasia congenita dell’anca), ad alterazioni del metabolismo (
diabete, gotta,
obesità) o dello sviluppo (
scoliosi).
Il sesso più colpito è quello femminile, generalmente
dopo i 60 anni di età, mentre in quello maschile si presenta più facilmente prima dei 45. Ciò si spiega con la maggiore incidenza dell’artrosi primaria nelle donne, rispetto agli uomini nei quali prevale la forma secondaria.
Sintomi più comuni
L’artrosi colpisce principalmente alcune articolazioni rispetto ad altre. Tra le articolazioni sottoposte a carico
il rachide è la sede più colpita, con una percentuale che varia dal 56% al 80% (e il distretto lombare più interessato del cervicale);
a seguire troviamo il ginocchio (circa il 10%)
e l’anca (circa 8%), quindi seguono le altre articolazioni con percentuali decrescenti.
I principali
sintomi dell’artrosi sono
dolore e limitazione funzionale, spesso senza segni di infiammazione. In linea generale (a differenza di quanto si osserva nell’
artrite reumatoide), il dolore e la limitazione funzionale tendono ad attenuarsi con il riposo e, quindi, durante la notte. Altri sintomi sono:
- la dolenzia in occasione di variazioni meteorologiche;
- la rigidità dopo inattività prolungata;
- i rumori di scroscio articolare.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi effettuata dallo specialista è fondamentalmente basata sull’
esame clinico e su
indagini radiologiche. Altri mezzi di approfondimento quali TC, Risonanza Magnetica vengono utilizzati, in alcuni casi, solo in previsione di una procedura chirurgica.
Il trattamento dell’artrosi può essere farmacologico, fisiochinesiterapico o chirurgico, con lo scopo di:
- rallentare l’evoluzione del processo artrosico degenerativo;
- attenuare il dolore nelle fasi acute;
- proteggere la funzionalità delle articolazioni.
Terapia farmacologica
La terapia farmacologica prevede generalmente la prescrizione di:
- antinfiammatori non steroidei (FANS), somministrati sia per via orale che localmente, con un’azione antiflogistica e antinfiammatoria che mira a rallentare l’evoluzione del processo artrosico e ad alleviare il disturbo principale, rappresentato dal dolore;
- condroprotettori, che vengono somministrati per via orale o iniettati nello spazio articolare, in condizioni di asepsi, al fine di migliorare il trofismo della cartilagine di rivestimento articolare.
Trattamenti non chirurgici
La
fisiochinesiterapia contribuisce da un lato al controllo del dolore, mediante l’uso di trattamenti di Ionoforesi con FANS, di Tens, Radarterapia, Tecarterapia, Magnetoterapia, dall’altro al miglioramento del tono, del trofismo muscolare e della funzionalità articolare.
Soluzioni chirurgiche
Il trattamento chirurgico può essere rivolto a
- modificare l’evoluzione del processo artrosico,
- sostituire un’articolazione gravemente compromessa,
- trattare un’articolazione per eliminare il dolore.
Per rallentare il processo degenerativo, si punta su
osteotomie di allineamento dell’asse di carico dell’arto e sulla
chirurgia artroscopica, associata o meno ai trapianti di tessuto cartilagineo (nuova frontiera della chirurgia ortopedica).
Quando, invece, l’articolazione è gravemente compromessa dall’artrosi, le possibilità chirurgiche sono due:
l’artroprotesi e l’artrodesi.
L’artroprotesi consente di sostituire le superfici delle articolazioni usurate con protesi in materiali biocompatibili (leghe di titanio, leghe di cromo-cobalto, acciaio, ceramica, polietileni). Quasi tutte le articolazioni possono essere sostituite, dalle quelle più grandi (anca, ginocchio, spalla, gomito, caviglia) alle piccole (metacarpo-falangee, metatarso-falangee, interfalangee).
Quando non è possibile sostituire i capi articolari, per la presenza di un’infezione o per la particolare sede dell’artrosi, viene praticata
l’artrodesi, una “fusione” dei capi articolari usurati in posizione funzionale, allo scopo di limitare il dolore e di permettere comunque – seppur limitata - la funzione dell’arto.