Prima dello svenimento vero e proprio, con caduta a terra se il soggetto è in posizione eretta, la sincope può provocare i seguenti
sintomi:
sudorazione abbondante, annebbiamento della vista, capogiri, nausea, batticuore, astenia (sensazione di debolezza). In seguito, si ha la perdita di coscienza. Secondo le Linee Guida sulla sincope tracciate dalla European Society of Cardiology, è possibile identificare tre principali tipologie di questo disturbo. Vediamole nel dettaglio.
Sincope cardiaca
Non è semplice diagnosticare una sincope cardiaca: è necessario verificare il contesto e le modalità di perdita di coscienza. Soprattutto si deve valutare l’eventuale legame con
forme aritmiche (bradiaritmie e tachiaritmie) con
patologie strutturali cardiache (
infarto miocardico, valvulopatie) o
vascolari (embolia polmonare, dissecazione aortica).
Sincope neuromediata
Tale forma è dovuta a un’anomalia transitoria nelle dinamiche del sistema nervoso autonomo, che regola la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca: questo interferisce con il funzionamento del muscolo cardiaco e causa vasodilatazione o riduzione della frequenza nei momenti in cui dovrebbe accadere l’opposto. La sincope neuromediata è la
tipologia più comune nella popolazione, soprattutto nei pazienti più giovani ed è un evento assolutamente benigno. È solo necessario fare attenzione alle conseguenze della caduta se la sincope si presenta in posizione eretta.
Sincope da ipotensione ortostatica
L’ipotensione ortostatica è dovuta alla
riduzione della pressione arteriosa quando ci si solleva da una posizione distesa o seduta: la riduzione deve risultare almeno di 20 milligrammi di mercurio per la pressione sistolica e di almeno 10 per quella diastolica.
Sincope convulsiva
Talvolta la perdita di coscienza comporta anche
movimenti involontari, da non confondersi con quelli dovuti a epilessia. Si parla allora di sincope convulsiva. In caso di epilessia, si tratta invece di sincope da cause neurologiche, che dopo la crisi provoca nel soggetto uno stato semi-confusionale.
Sincope vaso vagale o sindrome vaso vagale
È la forma più comune di sincope neuromediata e provoca il
tipico svenimento che in genere dura qualche minuto. La sindrome vaso vagale è di tipo benigno e può insorgere non solo negli adulti ma anche nei bambini. In ogni caso, è
più frequente nei soggetti giovani e molto spesso
in seguito agli stimoli già visti in precedenza (emozioni intense, posizioni del corpo, sforzi, ecc.), talvolta ripetendosi più volte in modo imprevedibile. Ecco perché si parla anche di sincope situazionale, in quanto è legata all’episodio scatenante. In genere, tende a scomparire con l’avanzare dell’età, grazie anche all’esperienza acquisita dal soggetto nel prevenirla.
Sincope da idrocuzione
È quella che si definisce comunemente come congestione, in seguito a
un’immersione brusca e specialmente in acqua fredda. L’organismo reagisce con un forte riflesso vagale, a cui segue una riduzione radicale della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Nei casi più seri può portare al decesso per arresto cardiorespiratorio o annegamento.