La prevenzione delle infezioni ortopediche, quando ossa e articolazioni sono più a rischio

La prevenzione delle infezioni ortopediche, quando ossa e articolazioni sono più a rischio
Quando ci procuriamo una frattura con fuoriuscita dell'osso dalla cute, ferite profonde o in caso di interventi chirurgici ortopedici, ossa e articolazioni sono esposte alla possibilità di essere aggredite da parte di germi patogeni.

“Si definiscono osteomieliti le infezioni dell'osso e artriti settiche quelle delle articolazioni” – spiega il dottor Federico D’Amario dell’Ortopedia di Iclas di Rapallo - Ospedale di Alta Specialità accreditato SSN. “Spesso compare la febbre e i sintomi che si manifestano a livello dell'arto infetto – approfondisce sempre il dottore – possono essere gonfiore, difficoltà motoria, dolore, arrossamento e ipertermia”.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità i bambini più piccoli e gli anziani sono maggiormente esposti al rischio di sviluppare l’osteomielite. La comparsa aumenta anche nei fumatori e nei pazienti che soffrono di malattie croniche come l’insufficienza renale e il diabete.

Perché le ossa possono diventare più vulnerabili?

Le ossa sono piuttosto resistenti alle infezioni ma la loro vulnerabilità aumenta quando:
  • in caso di incidente stradale o trauma si incorre in una frattura grave o ci si procura una ferita profonda dando spazio all’ingresso dei batteri nell’osso stesso e nei tessuti;
  • si soffre di diabete o disturbi circolatori come l’arteriopatia periferica e i vasi sanguigni sono ostruiti o danneggiati al punto che una ferita contenuta può allargarsi in un’ulcera profonda esponendo ossa e tessuti all’infezione;
  • il sistema immunitario è indebolito in conseguenza di terapie oncologiche o per l’assunzione di farmaci corticosteroidi o immunosoppressori.
“Le persone che hanno un sistema immunitario indebolito – spiega sempre il dottore – sono fortemente esposte a tutte le infezioni, non solo ossee e articolari e quindi tra i fattori di rischio si evidenziano in generale l’età avanzata, il diabete, l’obesità, l’abitudine al fumo e all’alcol, patologie come l’artrite reumatoide e problemi di nutrizione e assimilazione.

Come si prevengono e si trattano le infezioni?

Ossa e articolazioni si difendono dall’attacco delle infezioni tenendo sotto controllo i fattori di rischio, senza dimenticare che batteri e germi possono colonizzare omero, tibia, femore, colonna vertebrale anche per via ematogena, cioè attraverso il sangue ad esempio a seguito di episodi acuti di patologie infettive come polmonite, tonsillite, gastroenterite o infezione delle vie urinarie. È bene quindi non sottovalutare mai questa tipologia di patologie.

Anche prima di un intervento chirurgico programmato è molto importante prevenire il rischio di infezioni. Il giorno prima dell’intervento si effettua il lavaggio di tutto il corpo con un sapone antimicrobico per ridurre la carica batterica cutanea.

“Per trattare l’osteomielite si agisce con la terapia antibiotica - spiega sempre il dottor D’Amario - e se l'infezione è grave può diventare necessario il ricovero per somministrare per più settimane un trattamento farmacologico per via endovenosa. I farmaci devono arrivare a sanare le zone infette: questo è complesso e richiede tempo. Una volta conclusa la cura in vena il paziente può rientrare a casa e continuare la terapia antibiotica per bocca. Generalmente i trattamenti durano in tutto 4-6 settimane mentre nei casi gravi arrivano fino a 12 settimane.

È importante che la terapia antibiotica prosegua per tutto il tempo indicato dal medico e non venga sospesa in autonomia anche se il paziente avverte di iniziare a sentirsi meglio.

L’osteomielite può anche essere cronica e portare ad aver bisogno di una terapia antibiotica che deve durare anche alcuni mesi. In generale se si interviene sull'infezione in tempi rapidi cioè entro 3-5 giorni dall’inizio dei disturbi non si rischia di dover subire un intervento chirurgico per l'asportazione della parte di osso infetto.”
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Revisione medica a cura di: Dott. Federico D'Amario

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