Chiarito che all’origine di questa patologia possono esservi diverse cause, è utile classificare i tipi di polmonite che possono manifestarsi.
Polmonite batterica
Prima della pandemia da Coronavirus, questa forma era certamente quella più nota. La polmonite batterica può essere generata dall’azione dei batteri che riescono a raggiungere gli alveoli attraverso le vie aeree. Il batterio più legato alla polmonite è certamente lo
Streptococcus pneumoniae (pneumococco): la patologia causata da questo batterio
dev’essere affrontata tempestivamente per non incorrere in rischi seri. Altri batteri possono dare origine alla polmonite, come ad esempio
Staphylococcus aureus, Haemophilus influenzae, Escherichia coli, Moraxella catarrhalis e altri ancora. Al contrario di quelli provocati da una polmonite virale, i sintomi di polmonite batterica
si manifestano con forte intensità, soprattutto se il paziente si trova già in una condizione vulnerabile. In questo caso, è possibile una
trasmissione della polmonite attraverso il passaggio dei batteri da un individuo all’altro, ma
il rischio è più ridotto e limitato soprattutto alle persone più fragili. In presenza di una polmonite batterica, la convalescenza fino a guarigione completa può anche durare alcuni mesi.
Polmonite virale
La polmonite virale è la patologia dovuta alla presenza di un
virus, che può essere di varia natura: influenzale, parainfluenzale, adenovirus, varicella-Zoster, nonché diversi tipi di Coronavirus. La prognosi può quindi variare in base al virus coinvolto nel processo, sebbene di solito sia favorevole. Bisogna però sottolineare che si tratta di una
patologia contagiosa: la trasmissione della polmonite può quindi avvenire se il paziente
inala goccioline di saliva infette. La polmonite virale ha tempi di incubazione molto flessibili a seconda del virus coinvolto, ma che in media equivalgono a circa 2 settimane, comprese tra l’entrata del virus nell’organismo e l’insorgere dei sintomi.
È utile notare che la
differenza tra polmonite batterica e virale, ovvero le due forme maggiormente diffuse, sono anche i sintomi che in una polmonite virale non sono in genere molto gravi e si distinguono da quelli dati da una polmonite batterica per una
minore severità e per due particolari manifestazioni:
dolore muscolare (mialgia diffusa) e cefalea.
Polmonite da Covid
La polmonite da Covid è nota anche come
polmonite interstiziale, ed è una forma acuta e molto grave di infezione virale. La polmonite interstiziale legata a COVID-19 genera un ispessimento dell’interstizio polmonare: gli alveoli non possono più espandersi normalmente. Il sintomo più tipico è la
dispnea da sforzo, cioè la difficoltà nel respirare che si associa ad affanno.
Polmonite fungina
Tra le più rare, si verifica prevalentemente nelle persone con problemi di salute cronici o sistema immunitario indebolito e nelle persone che hanno inalato grandi dosi di organismi. I funghi che lo causano possono essere trovati nel terreno o negli escrementi di uccelli e variano a seconda della posizione geografica.
In base al luogo
Si considerano inoltre due sottocategorie di questa patologia, legate al luogo in cui si trovano i pazienti al momento dell’insorgenza:
- polmonite acquisita in comunità o domiciliare, ovvero quella che si sviluppa all’interno del contesto in cui il paziente vive. Viene considerata in questo gruppo anche la patologia che insorge in ambienti come le case di riposo. Polmonite domiciliare è anche quella atipica, che in genere non comporta sintomi importanti e può non impattare sulla vita del paziente
- polmonite acquisita in ospedale, che di solito si manifesta dopo un paio di giorni o più dopo un ricovero nella struttura