Ogni sport è caratterizzato da
gesti tecnici specifici, che implicano dei movimenti che gli atleti ripetono continuativamente, talvolta per anni. La reiterazione di questi movimenti può portare al
sovraccarico funzionale, un uso eccessivo di un’articolazione - fortemente sollecitata soprattutto nei periodi di preparazione e allenamento - che rischia di produrre
come conseguenza infortuni, lesioni muscolari o ad esempio
lesioni dei legamenti,
della cuffia dei rotatori o
lesioni di Stener come spiega
il Prof. Enrico Castellacci dell’
Ortopedia di
ICLAS - Istituto Clinico Ligure di Alta Specialità di Rapallo (GE).
Che cos’è l’overuse e quali sono le conseguenze a lungo termine?
L’overuse è proprio il sovraccarico funzionale. In inglese, la parola
overuse significa infatti
“uso eccessivo”. In ambito sportivo, sono soprattutto le articolazioni a risentirne, ma i problemi possono riguardare anche i muscoli.
L
e articolazioni sono più soggette a problematiche nel lungo periodo perché sono strutture delicate, dove sono presenti tendini e soprattutto le cartilagini. L’uso eccessivo di un’articolazione e il compimento di gesti reiterati nello sport hanno un’azione meccanica che porta progressivamente al
consumo della cartilagine e allo
sviluppo dell’artrosi.
Quali sono i sintomi di un sovraccarico funzionale?
Il sovraccarico funzionale tende a provocare
dolore, non necessariamente intenso, ma spesso prolungato. Può presentarsi solo durante l’esecuzione di un determinato gesto atletico, o anche a riposo. In genere interessa i tessuti molli delle articolazioni, quali muscoli, tendini, cartilagini, borse sinoviali.
L’area può anche presentare
segni di flogosi ed essere calda, talvolta arrossata o gonfia.
Quando siamo più a rischio?
Spesso il sovraccarico funzionale è dovuto ad
un allenamento eccessivo, non accompagnato da opportune attività di
rinforzo muscolare o di stretching. Il rischio infortunio aumenta soprattutto quando non si procede gradualmente nel praticare uno sport, ma si passa subito ad un allenamento intenso, o quando si effettuano male dei gesti atletici ancora poco conosciuti.
Il sovraccarico inoltre è più probabile se non si osservano tempi di riposo tra gli allenamenti, per consentire alla muscolatura di recuperare.
Quali sono le articolazioni più coinvolte?
Ogni sport tende a sovraccaricare determinate articolazioni, quindi, in base alla disciplina praticata, il sovraccarico funzionale può interessare
spalla, gomito, ginocchio, gamba ecc.
Tra le condizioni più frequenti negli sportivi abbiamo proprio alcune patologie articolari come
tendiniti,
borsiti e artrosi delle cartilagini, che vengono di fatto consumate dai movimenti ripetitivi.
Le articolazioni non sono le uniche strutture anatomiche a risentire del sovraccarico: anche i muscoli possono andare incontro a
contratture, più raramente
stiramenti o strappi.
Una delle problematiche più significative legate al sovraccarico funzionale - soprattutto in soggetti che non eseguono rinforzo muscolare o stretching, o che riprendono un’attività fisica intensa dopo un periodo di inattività - è
la rottura del tendine di Achille.
Alcune condizioni cliniche prendono il nome proprio dallo sport in cui tendono a manifestarsi con maggior frequenza. Tra queste
l’epicondilite o gomito del tennista, un’infiammazione dell’articolazione del gomito che provoca dolore e difficoltà di movimento.
C’è poi
la spalla del nuotatore, uno stato infiammatorio della cuffia dei rotatori, peraltro comune anche in chi pratica sport come il volley.
In linea di massima, possiamo dire che chi pratica
il calcio tende a riportare infortuni da sovraccarico a caviglia, ginocchio, piede. Nel
basket è comune la frattura del piede a causa dei continui salti e spostamenti in lateralità.
Nella
pallavolo e nel
beach volley, gli atleti tendono a sovraccaricare, e infortunare, caviglia, muscoli della gamba, ginocchio, polsi, dita, spalla.
Nell’
atletica e nella
corsa in generale si riportano infortuni di vario tipo a danno degli arti inferiori.
I ciclisti tendono ad avere sovraccarico funzionale ai danni delle
anche, ma molto spesso si infortunano a causa di cadute e incidenti stradali.
I rischi del sovrallenamento riguardano solo gli infortuni da sovraccarico muscolare?
No, il sovrallenamento rende anche i muscoli meno resistenti ed elastici in caso di trauma, esponendo i soggetti al
rischio di stiramenti, strappi muscolari, lesioni tendinee e legamentose. Una muscolatura non ottimale facilita anche
la frattura ossea in caso di impatti molto forti.
Ma il sovrallenamento può anche inficiare le performance quotidiane causando
tachicardia a riposo, alterazioni dell’umore e del ciclo veglia/sonno, stress e calo delle difese immunitarie.
Quando fanno male i muscoli quindi ci si può allenare?
Dipende. Talvolta i muscoli possono far male anche semplicemente per
un accumulo di acido lattico dopo un allenamento o uno sforzo intenso ed in quel caso ci si può allenare. Se invece il dolore è molto acuto, legato ad una contrattura o peggio ad uno stiramento, se si ha difficoltà ad eseguire i movimenti, bisogna invece saltare l’allenamento e chiedere eventualmente il parere di un fisioterapista o di un medico.
Cosa fare in caso di sovraccarico muscolare?
Il riposo è la prima terapia. Se il dolore è molto forte o persiste per giorni è opportuno chiedere consiglio al proprio medico di base, che potrà prescrivere u
na terapia antinfiammatoria o antidolorifica, o eventualmente suggerire un esame di Diagnostica per Immagini o un percorso fisioterapico.
Quali consigli per prevenire gli infortuni sportivi?
Innanzi tutto,
mantenere un’intensità di allenamento in linea con il proprio stato di forma. Alla disciplina sportiva praticata andrebbe sempre abbinato un percorso di
rinforzo muscolare e di
allungamento. Alcune pratiche, come il pilates, sono spesso adottate dagli atleti come attività complementare al proprio sport.
Eseguire gli esercizi di stretching dopo le sedute di allenamento e nei giorni di riposo è molto importante per
restituire elasticità ai muscoli.
Anche
il recupero è importante, lasciando alcuni giorni della settimana per il riposo, la respirazione e il recupero.
Infine, gli sportivi dovrebbero osservare
una dieta che supporti il loro stile di vita anche dal punto di vista dei nutrienti che rinforzano muscoli e articolazioni. Salvo esigenze specifiche, è d’uopo
una dieta equilibrata, con un buon apporto di carboidrati, proteine, grassi, vitamine e minerali.