Una delle complicazioni più comuni che il diabete ha sugli occhi è la retinopatia diabetica. Si tratta di
un danno progressivo della retina che solitamente interessa entrambi gli occhi, può tradursi nella perdita della vista e nei casi più gravi può portare alla cecità. Grazie all’evoluzione della ricerca medica e scientifica
è possibile bloccarne l’avanzamento.
Il diabete e gli occhi: perché e come insorge la retinopatia
Il diabete comporta livelli troppo alti di glucosio nel sangue e impatta negativamente sulle
pareti dei piccoli vasi sanguigni. Fra questi sono naturalmente compresi quelli presenti nella retina, che diventano più vulnerabili o crescono in modo anomalo. "Possono quindi verificarsi nell’occhio del paziente diabetico - conferma
il dottor Ugo Cimberle Responsabile dell'
Oculistica di
San Pier Damiano Hospital, ospedale polispecialistico accreditato S.S.N. di Faenza (Ravenna) -
rigonfiamenti, emorragie, microaneurismi. Un ruolo notevole è rivestito dal tipo di patologia: in caso di diabete di tipo 1, la retinopatia si manifesta circa 5 anni dopo la sua insorgenza, mentre in caso di diabete di tipo 2, la retinopatia risulta talvolta già in atto al momento della diagnosi. Fra i sintomi con cui si presenta vi sono:
miodesopsie,
offuscamento o riduzione della vista,
difficoltà nel distinguere i colori, fino alla
cecità totale nei casi più gravi. Bisogna sottolineare che spesso la retinopatia resta silente per lungo tempo."
Come evitare che il diabete danneggi gli occhi in via permanente
Come si può riconoscere la retinopatia e come si può intervenire? Le parole d’ordine sono
prevenzione e diagnosi tempestiva: soprattutto in caso di diabete già diagnosticato, il paziente deve sottoporsi a
visita oculistica una volta all’anno (una volta ogni 3 mesi in caso di gravidanza).
Grazie all’
esame del fondo oculare e ad eventuali esami strumentali di accertamento, come
la fluorangiografia e la tomografia oculare computerizzata a coerenza ottica (
OCT), è infatti possibile evidenziare i segni della complicazione. Ciò significa anche
monitorare con rigore e costanza l’andamento del diabete stesso: spesso la retinite è infatti il risultato di un diabete trattato poco o male. Sono quindi raccomandati regolari
esami del sangue per
misurare i livelli di glicemia, accompagnati dal
controllo della pressione arteriosa, che, se troppo elevata, costituisce fattore di rischio.
Una volta individuata e stabilitane la classificazione (
proliferante o non proliferante), la retinopatia diabetica può essere
trattata in diversi modi, con l’obiettivo di
bloccarne lo sviluppo e ripristinare il miglior livello possibile di vista. In base alla singola situazione, lo specialista
può optare per l’iniezione intravitreale di farmaci specifici, la fotocoagulazione laser o un intervento di vitrectomia.