Protesi di ginocchio: quando è indicata e come si esegue l’intervento?

Protesi di ginocchio: quando è indicata e come si esegue l’intervento?
L’intervento di protesi del ginocchio è la soluzione definitiva per recuperare una buona qualità della vita nei pazienti con artrosi. Le attuali protesi durano per decenni e, subito dopo l’intervento, i pazienti iniziano immediatamente il percorso di fisioterapia per recuperare la funzionalità motoria
Il dott. Alessandro Cappellari, chirurgo ortopedico dell’Ambulatorio di Ortopedia e Traumatologia del Primus Forlì Medical Center, spiega come si esegue l’intervento, come si svolge il post-operatorio e se è possibile operare entrambe le ginocchia in una sola seduta.

Come è fatta una protesi per il ginocchio?

Le protesi per il ginocchio sono composte da due o tre parti: una componente femorale che si applica sul femore (la parte prossimale del ginocchio), una componente tibiale che si applica sulla tibia (la parte distale) e, a seconda delle situazioni, una componente per protesizzare la rotula. Le moderne protesi sono realizzate in titanio e cromo cobalto.
Esistono due tipologie di protesi: cementate e non cementate. Nel primo caso si utilizza cemento per la fissazione, mentre nel secondo caso si utilizzano protesi particolari, adatte soprattutto a soggetti più giovani con buona qualità ossea, per garantire la cosiddetta fissazione press-fit.

In quali casi e per quali patologie è necessaria la sostituzione dell'articolazione?

Fondamentalmente, la protesi del ginocchio è la soluzione definitiva nei casi di artrosi, ovvero negli stadi finali di degenerazione dell’articolazione. L’artrosi provoca generalmente dolore che non può essere più controllato dalle terapie conservative, come infiltrazioni, terapie fisiche e farmaci. Quando queste falliscono e il quadro radiografico è compromesso, la soluzione è la protesi di ginocchio. 

Si possono impiantare protesi anche in pazienti giovani?

Esistono artrosi primarie e secondarie. Le artrosi primarie riguardano tipicamente i pazienti più anziani, mentre le artrosi secondarie possono essere post-traumatiche e colpire anche pazienti più giovani. In questi rari casi, potrebbe essere necessaria la protesizzazione dell’articolazione, utilizzando le protesi non cementate press-fit, adatte a pazienti con buona qualità ossea.
Per pazienti molto giovani, ad esempio trentenni che subiscono traumi sportivi, si preferisce riparare le parti naturali del ginocchio, considerando che le nuove protesi durano circa 25 anni ma poi richiedono un nuovo intervento. Per questo motivo, sotto i 50 anni di età, la protesi deve essere considerata come ultima opzione terapeutica.

Come si esegue l'intervento di inserimento di protesi del ginocchio? 

L’artrosi non colpisce solo le cartilagini, ma danneggia anche le strutture circostanti l'articolazione. Per eseguire l'intervento, è necessario preparare questi tessuti per alloggiare le componenti protesiche. Si esegue un taglio centrale sul ginocchio a livello della rotula e si rimuovono le parti dell’articolazione consumate dall’artrosi, sostituendole con la protesi in titanio. L’intervento dura circa 45 minuti e si esegue solitamente in anestesia spinale, con il paziente cosciente ma con le gambe “addormentate”.

Si possono operare entrambe le ginocchia, in una sola seduta?

Posso dire con una punta di orgoglio che la nostra équipe di chirurgia ortopedica è una delle poche in Italia ad eseguire interventi di protesizzazione bilaterale delle ginocchia. Intervenire su entrambe le ginocchia in un’unica seduta è possibile (e vantaggioso), ma i pazienti devono essere selezionati in base allo stato di salute generale, valutato dal medico anestesista, e, soprattutto, alla motivazione psicologica. La decisione viene pertanto presa di concerto tra l’équipe di chirurgia ortopedica, l'anestesista e il paziente.
I vantaggi dell’intervento bilaterale includono una sola anestesia, una sola ospedalizzazione e una sola riabilitazione. Inoltre, l’artrosi è spesso bilaterale, quindi operare un solo ginocchio alla volta può lasciare il paziente con dolore e limitazioni funzionali al ginocchio non ancora protesizzato, creando disagio e non favorendo una completa ripresa funzionale.

Come si svolgono il post-operatorio e la riabilitazione

Compatibilmente con il quadro clinico, i pazienti vengono mobilizzati e messi in piedi già dal primo giorno post-intervento, iniziando subito il percorso fisioterapico. Il tempo di ripresa delle normali attività quotidiane è soggettivo e dipende dall’età del paziente, dalle comorbilità e dalla motivazione personale. Alcuni pazienti tornano già al controllo post-operatorio del primo mese camminando agevolmente con le stampelle e in un paio di mesi camminano autonomamente. Altri necessitano di più tempo. È fondamentale che il paziente affronti con serenità e impegno la fisioterapia.

Con la protesi al ginocchio si recupera una qualità della vita normale?

L'obiettivo della protesi è ridare al paziente una buona qualità di vita. Se non ci sono complicazioni, il paziente può tornare a svolgere tutte le attività precedenti all’artrosi, come andare in bicicletta, camminare e nuotare. Il paziente deve essere motivato dall’idea di migliorare la propria qualità della vita senza più dolore.
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Revisione medica a cura di: Dott. Alessandro Cappellari

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