Diversi sono i motivi che possono portare a sottoporsi a una
visita pneumologica: la presenza di sintomi come
respiro corto, sensazione di affanno, stanchezza o tosse prolungata. Oppure la familiarità con patologie polmonari o l’essere fumatori (in particolare dopo i 35 anni).
"È molto importante non sottovalutare alcun campanello d’allarme - spiega
il dottor Roberto Rondinini dell'
Ambulatorio di Pneumologia del
Ravenna Medical Center - poliambulatorio con Day Surgery di GVM Care & Research - poiché un ascolto tempestivo e
una diagnosi precoce possono portare al trattamento più opportuno di patologie polmonari di varia natura. Ideale da questo punto di vista è
unire visita pneumologica e spirometria."
A cosa serve la visita pneumologica e come si svolge
Grazie a questa tipologia di visita, è possibile diagnosticare patologie come
asma, BPCO, enfisema polmonare, faringite, laringite, fibrosi polmonare, pertosse, pleurite, pneumotorace, sindrome delle apnee ostruttive del sonno, TBC. Il medico chiede prima di tutto informazioni al paziente sui sintomi, sul loro esordio, sulla loro ricorrenza, su eventuali altri segnali come
difficoltà respiratoria o dolore in certi punti. In seguito, raccoglie altri dati sullo stile di vita (fumo in primis), nonché su familiarità, assunzione di farmaci o eventuali interventi chirurgici precedenti. Segue quindi l’esame obiettivo, durante il quale lo Pneumologo controlla il torace auscultandolo con fonendoscopio. Può quindi richiedere
la spirometria o, nel caso si trovi in una struttura specializzata in
pneumologia e patologie dell’apparato respiratorio, ricorrervi durante la visita.
Cos’è la spirometria e come si esegue
Una visita pneumologica con
spirometria serve a
misurare e valutare la funzionalità respiratoria: oggetto della valutazione è la quantità di aria contenuta nei polmoni e la sua modalità di spostamento attraverso i bronchi.
Una
spirometria semplice può essere l’esame preventivo ottimale per chi lavora a continuo contatto con polveri o chi è abituato a fumare. La spirometria, non dolorosa né invasiva, è molto utile nel diagnosticare patologie ostruttive o restrittive, come
asma,
BPCO,
fibrosi polmonare. La spirometria semplice permette di misurare i volumi polmonari dinamici e di calcolare l’indice di Tiffeneau, in modo da riconoscere un deficit ostruttivo o restrittivo; la spirometria globale consente di misurare i volumi polmonari statici: quanta aria è contenuta nella gabbia toracica, quanta ne resta dopo l’espirazione, quanto sono elastici i polmoni.
La
spirometria semplice vede il paziente, seduto e con il busto eretto, indossare l’apposito
stringinaso e il
boccaglio monouso connesso allo spirometro. Dopo aver inspirato ed espirato normalmente per 2 o 3 volte, deve eseguire una
respirazione forzata, espirando subito e per il tempo maggiore possibile (almeno 6 secondi).
Una visita pneumologica con
spirometria globale può invece prevedere due tecniche di esame:
- pletismografia. Il paziente si siede nella cabina pletismografica con apposite pareti trasparenti. Dopo l’applicazione di stringinaso e boccaglio, il paziente deve sempre respirare regolarmente e senza aprire le labbra, anche mentre l’operatore chiude una valvola posizionata davanti alla bocca. Alla riapertura della valvola, il paziente deve inspirare profondamente ed espirare più a lungo che può senza inspirare o tossire. Oltre alle patologie già citate, la procedura può supportare la diagnosi di fibrosi cistica, sclerosi laterale amiotrofica e sclerosi multipla.
- diluizione dei gas. Il paziente respira una miscela contenente elio, consentendo al medico di misurare il rapporto fra concentrazione iniziale del gas e quello rimasto nel dispositivo. In alternativa, si misura quanto azoto è naturalmente presente nei polmoni.