Cheratite

Esistono diversi tipi di cheratite, classificabili in base all’origine dell’infiammazione:

• cheratiti da trauma
• cheratiti infettive, spesso virali

Alcune buone norme igieniche possono concorrere a ridurre il rischio di contrarre l’infezione. Per es., non toccarsi gli occhi con le mani sporche, o curarsi dello stato igienico delle lenti a contatto e del liquido in cui vengono conservate. 

Per quanto concerne le lenti a contatto, benché diffusissime, sono comunque da considerare corpi estranei che, se non adeguatamente pulite, possono insinuarsi in alcune piccole abrasioni dell’occhio infettandolo. 

Il paziente affetto da cheratite manifesta i seguenti sintomi:
dolore;

• lacrimazione sovrabbondante;
• iperemia e arrossamento dell’occhio;
• fastidio nell’osservare una fonte luminosa (detto fotofobia).

Inoltre i pazienti lamentano di avvertire un corpo estraneo nell’occhio e, in alcuni casi, di avere difficoltà nella visione.
 

Per accertare la presenza della patologia è necessaria una visita oculistica, mentre l’origine - se non è traumatica - viene individuata per mezzo di test biologici, in grado di stabilire la natura dell’infezione. Tramite queste analisi, che si effettuano su un campione di liquido lacrimale, infatti, si può risalire all’agente patogeno che ha scatenato l’infiammazione.
 

Le terapie per curare la cheratite variano a seconda dell’origine della forma della patologia da cui è affetto il paziente, ma l’approccio è sempre farmacologico. Possono quindi essere somministrate terapie antibiotiche o antivirali a seconda dell’eziopatogenesi della cheratite.

Non esistono trattamenti chirurgici delle cheratiti, sebbene gli esiti di questa infiammazione - che possono arrivare alla ulcerazione della cornea -  possano essere trattati chirurgicamente con il laser.