Prima di sottoporsi a una visita oculistica completa, il paziente deve tenere a mente alcuni punti chiave:
- Nel caso portasse lenti corneali (meglio note come lenti a contatto), dovrebbe evitare di indossarle almeno per i 3 giorni precedenti l’esame
- Deve portare con sé tutti gli eventuali referti clinici relativi agli occhi ottenuti da esami precedenti, una lista dei farmaci assunti regolarmente e gli occhiali che indossa solitamente (che siano per vedere da lontano o da vicino).
L’esame complessivo dell’occhio cosa comprende?
Il primo passo per l’oculista è
la raccolta di tutte le informazioni riferite dal paziente, comprese
storia clinica familiare e problematiche oculari emerse in precedenza. Il medico procede poi a osservare direttamente
il viso,
la testa e l’apparato oculare del paziente, concentrandosi sulle
palpebre, su
possibili anomalie legate a patologie dell’orbita o dell’apparato lacrimale, sulle
caratteristiche della pupilla. In seguito, ricorre ad alcuni
esami strumentali.
Biomicroscopia
Detta anche
esame alla lampada a fessura, consente di valutare palpebre, congiuntiva, sclera, cornea, camera anteriore, iride e cristallino con un intenso ingrandimento, nonché (grazie all’aggiunta di lenti specifiche) angolo irido-corneale, corpo vitreo, retina e testa del nervo ottico.
Si tratta del primo basilare elemento per sospettare o rilevare diversi tipi di patologia oculare.
Autorefrattometria
Consiste nell’esame computerizzato che determina in modo oggettivo
il difetto refrattivo del paziente e fornisce una primissima valutazione della trasparenza di cornea e cristallino.
Esame dell’acuità visiva
Grazie alla lettura dell’ottotipo (il caratteristico pannello contenente lettere o simboli di dimensioni decrescenti), è possibile
definire la capacità del paziente di mettere a fuoco, con e senza le lenti correttive.
Tonometria
L’obiettivo di questo esame è
misurare la pressione intraoculare, che risulta regolare quando compresa tra 10 e 21 mmHg (millimetri di mercurio). Se troppo elevata, potrebbe essere indice o fattore di rischio di
glaucoma.
Possono essere utilizzate tre tecniche, durante le quali il paziente, seduto con mento e fronte appoggiati al tonometro, deve mantenere gli occhi aperti e puntare lo sguardo su un punto illuminato:
- Con la tonometria a soffio, viene prodotto un getto d’aria che fa forza sulla cornea
- Con il tonometro a rimbalzo si poggia una sottilissima sonda su diversi punti dell’occhio per valutarne la resistenza
- La tonometria di Goldmann viene eseguita con anestesia, in quanto lo strumento va a diretto contatto con la cornea per imprimere forza su di essa.
Fundus oculi
L’esame del fondo oculare (
fundus oculi in latino) ha l’obiettivo di analizzare le strutture oculari localizzate dietro iride e cristallino, ossia: corpo vitreo, retina centrale (in particolare dov’è contenuta la macula),
retina periferica,
papilla ottica (la zona intraoculare del nervo ottico).
Questa particolare fase dell’esame è quella che richiede la
dilatazione della pupilla, attraverso la somministrazione di
poche gocce di collirio midriatico, preparato con principi attivi ad azione anticolinergica. Una volta applicato il collirio, il paziente deve
attendere circa 15-20 minuti, ossia il tempo necessario alla pupilla per dilatarsi.
Trascorse queste tempistiche, il paziente si siede davanti all’oculista, con fronte e monte poggiati all’apposito dispositivo. Per l’osservazione,
il medico avvicina una lente a entrambi gli occhi del paziente oppure la pone a contatto diretto con l’occhio stesso.
Una volta terminata la visita oculistica e raccolte tutte le informazioni possibili,
tre sono le principali strade:
- Se lo specialista sospetta una patologia ma non possiede dati sufficienti per una diagnosi certa, raccomanda esami diagnostici di approfondimento;
- Se ha già rilevato un disturbo definito, può prescrivere il trattamento più opportuno;
- Se non ha identificato problematiche particolari, può semplicemente indicare i tempi necessari a un nuovo controllo oculistico.