In Italia sono circa 4 milioni le persone con
diabete, con un incremento dei casi negli ultimi anni secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità. La patologia diabetica, se non adeguatamente trattata, può compromettere la funzionalità dei diversi organi vitali: cuore, cervello, reni, occhi e nervi periferici.
Iperglicemia, ipoglicemia, insulino-resistenza e vasculopatia concorrono tra i principali fattori che - associati a un deterioramento dello stato cognitivo - aumentano il rischio di sviluppare quadri clinici di demenza.
Le tipologie di diabete
Ne parliamo con
il Dottor Marco Comaschi, specialista in
Diabetologia, Endocrinologia e Medicina Interna a
ICLAS - Istituto Clinico di Alta Specialità di Rapallo (Genova):
il diabete è una patologia cronica del metabolismo caratterizzata da un aumento di glucosio nel sangue (iperglicemia) provocato da un’insufficiente produzione e/o alterazione della funzione dell’insulina, ormone secreto dal pancreas. I valori glicemici basali a digiuno sono compresi tra 70 e 99 mg/dl (milligrammi per decilitro).
La forma più frequente di diabete è quella di tipo 2 causato da un’insufficiente produzione di insulina oppure dall’incapacità delle cellule di usare questa proteina, benché sia normalmente presente nell’organismo (
insulino-resistenza)
.
Nel
diabete di tipo 1, invece, è il pancreas che non produce insulina per la distruzione delle cellule-beta.
L’osservazione clinica di un’incidenza e prevalenza maggiore di declino cognitivo in una abbastanza elevata quantità di persone affette da diabete di tipo 2 da molti anni, e quindi anche anziani (oltre i 70 anni), unitamente ad alcuni studi di base che hanno evidenziato come le
lesioni cerebrali presenti in questi soggetti fossero
molto simili a quelle della malattia di Alzheimer, ha spinto alcuni autori a denominare questa sindrome con il nome di "
diabete tipo 3 o diabete cerebrale".
È infatti noto che la caratteristica principale dell’Alzheimer sia quella della deposizione di fibrille di amiloide che sostituiscono lentamente la massa neuronale. Nel cervello dei diabetici che presentavano grave declino cognitivo si sono riscontrate fibrille di amiloide del tutto simili. Da qui anche un recente articolo scientifico il cui titolo recitava: “La malattia di Alzheimer è in realtà un diabete”.
I ricercatori ed i medici in generale possono tendere a individuare "nuove sindromi”, anche se ciò non comporta alcuna variazione terapeutica, diagnostica o prognostica, e questo è proprio uno di questi casi.
Il diabete di tipo 2 è essenzialmente una malattia dell’apparato cardiovascolare in tutti i distretti del corpo e
la presenza di iperglicemia, o peggio ancora, di oscillazioni marcate della glicemia da valori molto elevati ad altri al di sotto della normalità per cause iatrogene (provocate dalla terapia), realizza un quadro di stress ossidativo a livello dei vari organi interessati, con danno irreversibile della funzione dell’endotelio vascolare.
Il sistema nervoso centrale, e segnatamente il cervello è un organo estremamente sensibile alle variazioni glicemiche ed alla glicemia cronicamente elevata, e risponde con la perdita progressiva della sua funzione più nobile, che è appunto quella cognitiva. In presenza quindi di uno stato di demenza o predemenza nel diabetico siamo di fronte ad un quadro microarteriosclerotico che, in risposta allo stress ossidativo ed all’infiammazione cronica, produce l’amiloide che si deposita al suo interno. Se si vuole chiamarlo diabete di tipo 3 si commette a mio parere un errore: in realtà altri non è che
un diabete di tipo 2 con un quadro di complicanza vasculo metabolica cerebrale.
Insulino-resistenza e carenza insulinica: fattori di rischio per le patologie neurodegenerative
L’insulino-resistenza e la carenza di insulina rappresentano fattori di rischio significativi per le patologie neurodegenerative, perché questo ormone non solo regola l’utilizzo di glucosio da parte delle cellule per produrre energia, ma è anche fondamentale per la salute delle cellule cerebrali e le funzioni cognitive e per rallentare l’invecchiamento cerebrale.
Nella carenza insulinica e nell’insulino-resistenza, la riduzione della concentrazione di glucosio nel sangue, favorisce l'accumulo di proteine neurotossiche (beta amiloide e proteina tau)
e uno stato infiammatorio del sistema nervoso (neuroinfiammazione) che provocano la distruzione delle connessioni tra cellule nervose, degenerazione e riduzione del numero di neuroni a livello dell'encefalo con progressiva persistente compromissione delle capacità cognitive.
Anche lo stato di
pre-diabete può essere considerato un potenziale fattore di rischio di sviluppare forme di demenza, anche se il diabete non dovesse manifestarsi clinicamente.
Per approfondire leggi anche
> Prediabete: chi sono i soggetti a rischio e perché è importante fare prevenzione.
Oscillazioni glicemiche e declino cognitivo
Nel paziente diabetico, la concentrazione di glucosio nel sangue oscilla nella giornata. Queste variazioni espongono il cervello a
fluttuazioni del flusso di glucosio a livello delle cellule cerebrali, con conseguenti danni anatomici e funzionali causati sia da eccessivi livelli di glucosio (iperglicemia) sia da livelli insufficienti (ipoglicemia).
Queste oscillazioni glicemiche giornaliere sono anche un fattore di rischio nella progressione delle complicanze della patologia diabetica, infatti, possono danneggiare i vasi sanguigni retinici, renali,cerebrali, nervosi e arteriosi, causando patologie vascolari come
infarto,
ictus e
arteriopatia periferica.
Mantenere costanti i valori glicemici è, pertanto, fondamentale per prevenire l’insorgenza di complicanze correlate al diabete o rallentarne la progressione.
Complicanze vascolari del diabete
Le complicanze vascolari nel paziente diabetico, ancora più rilevanti se associate a
dislipidemia, abitudine al fumo e
ipertensione, se coinvolgono i piccoli vasi sanguigni, possono provocare microangiopatie:
- retinopatia, danno a carico della retina;
- nefropatia, alterazione della funzionalità renale;
- neuropatia, disturbo a carico del sistema nervoso periferico che colpisce soprattutto gli arti inferiori.
Altre complicanze vascolari, le macroangiopatie, alterano la funzionalità dei grossi vasi sanguigni (coronarie, carotidi, aorta) e possono favorire l’insorgenza di:
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