Visita cardiologica

La visita cardiologica è un esame indolore e non invasivo che consente di tenere sotto controllo le attività dell’apparato cardiocircolatorio.

La visita cardiologica è un passaggio fondamentale per escludere, diagnosticare o monitorare un disturbo di carattere cardiologico. Non esistono controindicazioni per la visita al cuore, che resta uno degli esami di riferimento per tutti i pazienti: è infatti consigliabile sottoporvisi sia naturalmente in presenza già accertata di una problematica cardiovascolare, sia per fare prevenzione. Ma a cosa serve eseguire una visita cardiologica? Prima ancora di rispondere a questa domanda, vale la pena ricordare com’è fatto il sistema cardiovascolare.

Tutti gli organi che consentono la corretta circolazione del sangue, così da nutrire le cellule e i tessuti e depurare l’organismo da anidride carbonica e prodotti di scarto, costituiscono l’apparato cardiocircolatorio o sistema cardiovascolare. Non solo: la struttura dell’apparato consente anche di trasportare i globuli bianchi, componenti essenziali del sistema immunitario, e di ormoni, che sono fondamentali in moltissime funzioni del corpo umano. Questi elementi sono liberi di circolare fra i vari tessuti e organi proprio grazie all’organizzazione dell’apparato cardiocircolatorio. Si tratta di un sistema chiuso, ovvero il sangue non abbandona mai vasi e organi che costituiscono l’apparato.

Gli organi che ne fanno parte sono cuore, arterie, vene e capillari sanguigni. Il cuore è diviso nella metà destra e in quella sinistra: ciascuna di queste include una cavità sovrastante, ovvero l’atrio, e una sottostante, il ventricolo. Inoltre, nel cuore è presente il miocardio, elemento muscolare che riesce a contrarsi in autonomia. Le arterie sono i vasi sanguigni che portano il sangue dal muscolo cardiaco verso i tessuti periferici. Hanno una caratteristica distintiva: il loro diametro si fa minore man mano che ci si allontana dal cuore, in quanto si ramificano sempre di più in direzione dei tessuti più lontani. È così che il sangue viene diretto verso i capillari: questi sottili vasi sanguigni portano il sangue alle venule, a loro volta convergenti nelle vene. Le vene trasportano di nuovo il sangue verso il muscolo cardiaco.

La circolazione sistemica vede quindi il sangue provenire dalle vene polmonari ossigenato e ricco di sostanze nutrienti. Il ventricolo sinistro del cuore lo pompa all’interno dell’aorta, che a sua volta lo porta a tutti i tessuti dell’organismo. Nel momento in cui nel sangue è aumentata la quantità di anidride carbonica e sostanze di scarto, esso viene reimmesso da una vena cava dentro l’atrio destro del cuore.

La circolazione polmonare prende invece il via proprio nel ventricolo destro: da qui, il sangue non ossigenato viene pompato all’interno dell’arteria polmonare, divisa in due percorsi che portano ciascuno a un polmone. Qui il sangue viene debitamente ossigenato e in seguito indirizzato verso i vasi sanguigni che confluiscono infine nelle vene polmonari, chiudendo così l’intero circolo virtuoso.

Tramite tale attività costante, l’apparato cardiocircolatorio consente alle cellule dell’organismo di sopravvivere, protegge dall’insorgere di varie patologie e contribuisce al controllo della temperatura corporea e del pH. Ecco perché le patologie che possono colpire questo delicato e fondamentale sistema possono costituire un rischio molto concreto per la salute dell’intero organismo, che si regge su tale equilibrio.
 

Visita cardiologica: perché la si esegue

Quando il paziente lamenta sintomi come dolore al torace, vertigini, affanno, palpitazioni, allora il medico prescrive una visita cardiologica per analizzare la situazione nel dettaglio. È infatti attraverso la visita al cuore che è possibile riconoscere o anche escludere la presenza di determinate patologie o condizioni. Fra queste:
  • Scompenso cardiaco: questa condizione provoca una sintomatologia connessa all’incapacità del cuore di pompare tutto il sangue che serve all’organismo. Ciò è dovuto all’irrigidirsi dei ventricoli cardiaci e all’inabilità del cuore di rilassarsi e contrarsi nei momenti opportuni. In generale, fra i sintomi sono da considerare dispnea, astenia, tosse, gonfiore degli arti e dell’addome, mancanza di appetito e confusione mentale.
  • Ischemia, o cardiopatia ischemica, che interessa le coronarie. Queste, a seguito dei un restringimento spesso dovuto alla formazione di placche interne, non riescono più a garantire il passaggio ottimale per il flusso sanguigno. Si presenta con mancanza di fiato e angina pectoris nei casi più frequenti.
  • Ipertensione arteriosa: la cosiddetta “pressione alta” è una condizione molto diffusa che comporta un elevato livello di pressione sanguigna nelle arterie. Si tratta di un elemento da considerare con attenzione, in quanto rappresenta un fattore di rischio cardiovascolare estremamente importante e allo stesso tempo modificabile attraverso un corretto stile di vita. La prevenzione è particolarmente rilevante nel caso dell’ipertensione, poiché spesso non si manifesta con sintomi veri e propri. Fra questi, è possibile sperimentare cefalea mattutina, vertigini, acufene, alterazione della vista e sangue dal naso.
  • Cardiomiopatia ipertrofica, che interessa direttamente il cuore e soprattutto il suo ventricolo sinistro con un evidente ingrossamento. Questa patologia è in genere dovuta a una predisposizione genetica e molto spesso non dà sintomi particolari. In altri casi più seri, la sintomatologia comprende palpitazioni, affaticamento, dolore al torace.
  • Patologie delle valvole cardiache, come insufficienza aortica, insufficienza mitralica, stenosi aortica, stenosi mitralica, prolasso della valvola mitrale, insufficienza tricuspidale, stenosi tricuspidale. Particolarmente comuni sono le patologie che colpiscono valvola mitrale e valvola aortica, ovvero quelle afferenti all’area sinistra del cuore. Possono trovare origine in diverse cause: alterazioni dello sviluppo dell’embrione in gravidanza oppure, durante il corso della vita, danni al tessuto valvolare, infiammazioni, infezioni e traumi.
  • Patologie dei vasi sanguigni. Tra queste, si possono considerare l’aneurisma, che consiste nella dilatazione di un vaso arterioso, o l’arteriopatia periferica, che implica invece il restringimento delle arterie che indirizzano il sangue verso gli arti superiori e inferiore.
Non solo: alle visite cardiologiche devono sottoporsi regolarmente anche le persone con protesi valvolari, defibrillatori, pacemakers e stent, così da tenere sempre monitorata la situazione.
 

Qual è la durata di una visita cardiologica


La durata di una visita cardiologica dipende naturalmente dalla tipologia degli esami effettuati, ma in genere può spaziare dai 15 ai 30 minuti circa: la durata massima è dovuta in genere all’esecuzione dell’elettrocardiogramma.

Una questione molto importante è la prima visita cardiologica: molti genitori si domandano quando sia il momento giusto per portare un bimbo dal cardiologo. È un interrogativo più rilevante di quanto sembri, poiché spesso, in assenza di sintomi evidenti, il percorso di prevenzione inizia in età già adulta o eventualmente per motivi di pratica sportiva. Se dunque, durante la prima infanzia, il cuore sembra quasi “perdere” l’attenzione dell’analisi, è invece assolutamente fondamentale continuare a tenere sotto controllo anche il muscolo cardiaco. L’apparato cardio-circolatorio è infatti essenziale per la salute di tutto l’organismo.

Sarebbe quindi molto opportuno che ancora prima dell’età scolare il bambino si sottoponesse ad almeno una visita al cuore con ECG ed eco-color-doppler. Questo approccio preventivo assume ancora più importanza in caso di predisposizione familiare a patologie come quelle elencate. Se poi il bimbo presenta alcuni sintomi, come stanchezza eccessiva, aritmia, perdita momentanea di coscienza, è già in atto una patologia: la diagnosi precoce aiuterebbe a individuarla prima di un suo sviluppo più serio e con maggiori probabilità di affrontarla al meglio.

Del resto, nella prima infanzia, non è infrequente che la patologia cardiaca non dia sintomi particolari. A maggior ragione, uno screening si rivela spesso molto prezioso, perfino nel riconoscere patologie che con l’ecografia fetale non sono individuabili. Agire tempestivamente permette anche alla famiglia di intervenire sul proprio stile di vita, con il quale è possibile influire molto positivamente sulla crescita del bambino.

Una volta compresa la complessità del nostro muscolo cardiaco e dell’apparato cardiocircolatorio, risulta ancora più comprensibile la tipica domanda che assale la maggior parte dei pazienti: durante una visita cardiologica, cosa ti fanno esattamente?
Prima di tutto, un pensiero in meno: non è necessaria alcuna preparazione in vista di una visita al cuore. L’unica precauzione necessaria è quella di portare con sé i referti degli esami relativi all’eventuale problema cardiologico. Possiamo quindi focalizzarci direttamente sulla procedura che viene seguita durante la visita cardiologica e su come si svolge.
 

La visita cardiologica completa in cosa consiste dunque?


Lo specialista si focalizza prima di tutto sullo stile di vita e la storia clinica del paziente: sono entrambi elementi basilari, poiché si è visto come la predisposizione possa ad esempio avere un impatto fin dalla prima infanzia. Il medico chiede quindi alla persona se segue una dieta regolare, se porta avanti abitudini particolari (come ad esempio il fumo), se soffre di determinate patologie, se assume farmaci e se pratica attività fisica, informandosi infine sulla presenza di patologie cardiache in famiglia.

In un secondo momento, si procede con l’esame clinico dell’apparato cardiocircolatorio tramite percussione e auscultazione del cuore, seguite dalla misurazione della pressione arteriosa. Se la visita cardiologica è anche propedeutica a un intervento chirurgico, il medico ha anche la possibilità di valutare la funzione polmonare del paziente. In alcuni specifici casi, è poi necessario un terzo momento: la visita cardiologica con elettrocardiogramma.

La visita cardiologica con ECG, indolore e non invasiva, consente di registrare l’attività elettrica del cuore e il ritmo del suo battito. L’elettrocardiogramma si esegue quindi non solo per verificare la presenza delle patologie o condizioni viste in precedenza, ma anche per identificare eventuali patologie coronariche, alterazioni del volume cardiaco o alterazioni del suo ritmo, come ad esempio aritmie, fibrillazioni ed extrasistole.

La visita cardiologica con elettrocardiogramma prevede l’applicazione di elettrodi in precisi punti del corpo: nei polsi, nelle caviglie e sul torace. Si avvia quindi l’elettrocardiografo, il macchinario che registra materialmente tutte le attività cardiache. Queste vengono quindi rielaborate e tradotte in un tracciato grafico, a disposizione del medico per la lettura dei dati.

La visita con elettrocardiogramma è particolarmente indicata quando il paziente presenta sintomi come dolore al torace, dispnea sia sotto sforzo che a riposo, svenimento, vertigini, palpitazioni e debolezza generale. È anche molto consigliata per i pazienti portatori dei dispositivi già elencati.

Questione a parte sono le donne in gravidanza: è bene che si sottopongano a visita cardiologica con ECG se sono fumatrici, con più di 35 anni, con problemi cardiologici pregressi o familiari e se non vi si sono sottoposte negli ultimi tre anni.

Se la visita al cuore standard è strutturata come abbiamo visto, è anche possibile sottoporsi a uno o più di questi esami non invasivi:
  • Test cardiovascolare da sforzo con cicloergometro, con cui è possibile determinare le variazioni nelle contrazioni cardiache durante lo sforzo fisico. L’apparato cardiocircolatorio si attiva infatti per rispondere al movimento, andando quindi a incidere sulla frequenza cardiaca e sulla pressione arteriosa;
  • Holter ECG, o elettrocardiogramma dinamico secondo Holter. Con questa specifica tipologia di ECG si può registrare l’attività del cuore durante 24 ore: questo consente di riconoscere eventuali aritmie discontinue;
  • Holter pressorio, studiato per controllare le variazioni di pressione arteriosa in 24 ore;
  • Ecocolordoppler cardiaco, che attraverso l’utilizzo di ultrasuoni, fornisce immagini a colori del muscolo cardiaco. Il medico può così indagarne ogni componente;

Data la delicatezza del cuore e del sistema di cui fa parte, che rivestono un’importanza di primissimo grado per la salute dell’organismo, una visita cardiologica è molto più che un semplice controllo. Si tratta di una forma d’esame molto più semplice di quanto si possa pensare, eppure richiede le competenze specializzate di medici esperti e il supporto tecnologico più avanzato possibile.

Ecco perché è importante affidarsi a strutture ospedaliere fondate sulla migliore commistione di approccio incentrato sul paziente ed esperienza professionale. Le strutture specializzate GVM Care & Research sono anche caratterizzate da un orientamento multidisciplinare, attraverso cui è possibile acquisire un’immagine a 360 gradi della situazione del paziente e delle sue esigenze: il suo benessere è sempre l’unico obiettivo finale.

Le strutture che trattano questa visita

Prenotazioni e appuntamenti nel palmo della tua mano

La nuova app MyGVM ti permette di trovare il tuo medico preferito, prenotare visite, controllare l’esito degli esami direttamente dal tuo telefonino! Scaricala ora:
anni