Ascesso dentale

Un ascesso dentale è l’accumulo di pus, a sua volta costituito da globuli bianchi, cellule morte e batteri, intorno alla radice di un dente.
Può interessare sia persone adulte sia bambini ed è uno dei motivi più comuni per cui un paziente consulta un odontoiatra. L’ascesso dentale si presenta con il caratteristico mal di denti, che può diventare anche molto invalidante per la vita quotidiana. Per capire cos’è esattamente un ascesso dentale e perché si sviluppa è utile ricordare come sono fatti i denti.

I denti che formano le arcate dentali sono estremamente importanti per la salute complessiva dell’organismo e anche per l’immagine estetica a cui sono strettamente legate autostima e relazioni sociali. Da loro dipende non soltanto la masticazione, ma anche la funzione fonetica. I denti sono posizionati all’interno degli alveoli, cavità ossee, e sono sostenuti dalle ossa mascellari. Ciascun dente è composto da tre parti:
  • Corona, che è la sua componente visibile a occhio nudo e cambia forma in base alla funzione del dente.
  • Colletto, l’elemento intermedio che mette in connessione radice e corona. La gengiva si sviluppa intorno al colletto, che ha una caratteristica molto rilevante: è qui che si raccoglie la placca batterica. La pulizia accurata del colletto dev’essere quindi un passo imprescindibile per una corretta igiene orale.
  • Radice, che si trova all’interno dell’osso alveolare e non risulta quindi visibile a occhio nudo. È la sua parte più profonda e ha il ruolo di supportare il dente. I canini, gli incisivi e i premolari inferiori sono caratterizzati da una sola radice, mentre i premolari superiori possono averne una o due. Due radici distinguono i molari inferiori da quelli superiori, che ne presentano invece tre.
Sono inoltre diversi i tessuti che compongono un dente:
  • Smalto, l’elemento più esterno della corona e in assoluto la sostanza più dura presente nel corpo umano. È costituito per il 96% da minerali e per il 4% da sostanze organiche. L’igiene orale lo deve proteggere adeguatamente, in quanto tende a deteriorarsi a contatto con i cibi acidi.
  • Dentina, che determina la colorazione ai denti ed è costituita per circa il 70% da materiale inorganico e per il 30% da materiale organico e acqua.
  • Cemento, lo strato sottile e robusto che difende la radice del dente al di sotto delle gengive. Le sue fibre fanno sì che il dente resti saldato all’osso alveolare.
  • Polpa, il tessuto molle responsabile della vitalità del dente. È composta dal nervo, dai vasi sanguigni e da altre cellule. La polpa camerale si può ritrovare già all’interno della corona, mentre la polpa radicolare è presente lungo le radici fino all’apice del dente. Al suo interno, gli odontoblasti generano la dentina.
Il sistema di sostegno formato da gengiva, osso alveolare e cemento è detto parodonto. Questa struttura complessa è legata ad altrettanto complesse dinamiche all’interno della bocca, il cui equilibrio è facilmente modificabile.

Cos’è un ascesso dentale e quali sono le tipologie

Un ascesso dentale o ascesso odontogeno è l’accumulo di pus, a sua volta costituito da globuli bianchi, cellule morte e batteri, intorno alla radice di un dente. Questo composto si forma nell’area in cui l’organismo sta lottando contro un’infezione e si espande dalla punta della radice fino alle gengive, che tenderanno a gonfiarsi proprio a livello della radice. L’infezione può poi diffondersi ai tessuti molli: questo provoca gonfiore del pavimento orale, della mandibola e delle guance. A seconda del posizionamento dell’infezione, è possibile distinguere tre tipologie principali di ascesso ai denti.
 

Ascesso parodontale

Come risulta chiaro dal termine, l’ascesso dentale parodontale è connesso a un’infezione del parodonto, ovvero del sistema che sostiene il dente. In genere, il solco gengivale si approfondisce e batteri si introducono nella tasca parodontale, generando così l’infezione.
 

Ascesso periapicale

Si parla di ascesso periapicale, o ascesso alveolare, quando l’infezione nasce dalla polpa del dente e in genere si manifesta come complicazione di una carie profonda. A sua volta, può generare come conseguenza un ascesso gengivale..
 

Ascesso gengivale

Probabilmente la forma meno complicata di ascesso dentale, l’ascesso gengivale si sviluppa all’interno della gengiva ed è causa di infezioni in questa sede. Può essere considerato come la forma più blanda di ascesso, ma potrebbe anche prendere forma a seguito di un ascesso periapicale.
 

Ascesso dentale asintomatico

Vi è poi un caso particolare di questa patologia, ovvero un ascesso dentale senza dolore. Non si manifestano quindi i sintomi tipici di un ascesso al dente, ma la patologia resta silente e non dolorosa, soprattutto se è nella sua fase iniziale. In alcuni casi, dolore o gonfiore non si presentano perché l’accumulo di pus fuoriesce da una fistola, con un temporaneo sollievo per il paziente. Ecco perché è fondamentale fare molta attenzione allo stato di bocca e gengive e non trascurare i più piccoli campanelli d’allarme.

Ma perché viene l’ascesso dentale? Come si è accennato, alla base del processo di formazione vi è un’infezione, che a sua volta può essere originata da diversi problemi. L’ascesso può avere fra le cause alcuni fattori:
 
  • Carie non curate, che possono deteriorare la corona del dente e danneggiare il nervo, fino alla formazione dell’infezione;
  • fratture e scheggiature dentali, che insieme alle carie sono in genere all’origine di un ascesso dentale senza dolore;
  • insufficiente igiene orale, con conseguente sviluppo della parodontite;
  • devitalizzazioni, impianti oppure otturazioni non corretti, che possono dare luogo anche dopo diversi anni allo sviluppo di granulomi;
  • crescita del dente del giudizio;
  • traumi e incidenti;
  • fumo e alcol;
  • trattamenti chemioterapici o radioterapici nella zona di testa e collo;
  • terapie farmacologiche con corticosteroidi, antidepressivi, antistaminici;
  • secchezza delle fauci;
  • patologie come il diabete, la cellulite batterica, il reflusso gastroesofageo, oppure patologie che colpiscono il sistema immunitario, come l’aids;

Un ascesso dentale si manifesta con sintomi identificabili con il classico mal di denti: è infatti il dolore, che da lieve si fa acuto e sempre presente, il primo segnale da considerare. Il paziente non riesce più a masticare regolarmente, soprattutto se l’alimento è molto caldo o molto freddo, e sente il dolore crescere anche chiudendo la bocca. In alcuni casi, questa sensazione martellante aumenta anche solo se la lingua sfiora il dente compromesso.

Un ascesso dentale si presenta anche con febbre, gonfiore alla guancia, gonfiore delle gengive (a volte anche sanguinolente), del pavimento orale, della mandibola e dei linfonodi del collo, ipersensibilità dei denti, alitosi, spossatezza.
Nei casi più seri, un ascesso può anche provocare fra i sintomi lo spasmo dei muscoli della mandibola.

Alla fine, è possibile che si rompa l’ascesso, con il rilascio in bocca del pus. Non è facile prevedere la durata di un ascesso dentale, che può anche corrispondere ad alcuni giorni, ma è fondamentale non attendere che guarisca in autonomia.

Il primo impulso è quello di ridurre il dolore, ma è necessario rivolgersi il prima possibile a un odontoiatra per una visita specialistica. Prima di tutto, verranno raccolti dal medico i sintomi lamentati dal paziente, che saranno una prima base utile a ipotizzare la presenza di un ascesso ai denti. In seguito, il medico toccherà il dente per verificarne la sensibilità e valutare il livello di dolore percepito. In presenza di pus, procederà ad aspirare con una siringa un campione di materiale purulento per farlo esaminare e individuare la tipologia di batteri. In presenza di fratture o scheggiature dei denti, il paziente potrà sottoporsi a una radiografia ortopantomografica e ad una endorale: gli esami indicheranno le cause e l’entità dell’ascesso dentale.

È indispensabile intervenire sempre tempestivamente su un ascesso dentale, tenendo monitorata l’evoluzione dei sintomi. Se non si intraprende una terapia in tempi utili, potrebbero verificarsi alcune di queste conseguenze:
  • Rottura spontanea dell’ascesso al dente e versamento del pus all’interno della cavità orale;
  • formazione di una fistola o di una ciste, a causa dell’aumento di pus all’interno dell’ascesso. Questa evenienza può causare la diffusione dell’infezione fino al collo e alla testa;
  • in un sistema immunitario compromesso, ad esempio in pazienti oncologici, con gli ascessi dentali aumenta il rischio di infezioni del pavimento orale, trombosi del seno cavernoso, osteomielite e setticemia.

In presenza di un ascesso dentale, ci si chiede cosa fare nell’immediato. Una raccomandazione fondamentale: mai cercare di rompere l’ascesso con metodi improvvisati. Il rischio di far peggiorare l’infezione o provocare involontariamente lesioni è altissimo.

Il primo passo è quindi quello di consultare subito un odontoiatra, soprattutto in presenza di denti rotti e scheggiati. È possibile nel frattempo agire sull’ascesso dentale con rimedi di semplice esecuzione per alleviare momentaneamente il dolore:
 
  • Effettuare dei risciacqui con acqua tiepida e sale da cucina;
  • spazzolare i denti utilizzando acqua tiepida per non stimolare ulteriore la sensazione dolorosa;
  • applicare ghiaccio avvolto in un panno di cotone sulla guancia gonfia;
  • quando si va a dormire, poggiare il capo su più cuscini;
  • seguire una dieta che rafforzi le difese immunitarie, ricca di frutta e verdura, evitando bevande zuccherate, cibi dolci e di consistenza gommosa;
  • applicare sul dente olio essenziale di chiodi di garofano, tintura di propoli o echinacea, dalle proprietà disinfettanti;
  • applicare sulle gengive gel di aloe vera per attenuare il bruciore;
  • Se si pratica attività fisica intensa, sospenderla.

Sempre con il consulto del medico, è possibile agevolare la riduzione del dolore assumendo farmaci analgesici e antinfiammatori. Se il paziente ha la febbre alta, è particolarmente indicato il paracetamolo.
Si tratta sempre di una soluzione temporanea, che non risolve l’infezione alla base. Bisogna quindi evitare di affidarsi solo ai farmaci e ignorare il dolore, che è invece un campanello d’allarme molto importante.

Basilare è l’assunzione di un antibiotico per aggredire un ascesso dentale caratterizzato da gonfiore. Subito dopo averlo assunto, il paziente non deve consumare latte e derivati, in quanto i latticini possono influire negativamente sul principio del farmaco.Inoltre, non tutti gli antibiotici sono indicati per ogni tipo di paziente: le donne in gravidanza o i bimbi piccoli non dovrebbero assumere le tetracicline, in quanto responsabili di macchie irreparabili ai denti.

In alcuni casi, la cura antibiotica dev’essere accompagnata da un drenaggio dell’ascesso dentale. L’odontoiatra procede con l’anestesia dell’area su cui deve intervenire ed esegue una piccola incisione dell’ascesso. Può così estrarre il pus che si è accumulato e ha provocato la tumefazione. Per affrontare un ascesso dentale la terapia deve anche basarsi sulla sua tipologia:
 
  • Ascesso periapicale: si ricorre spesso alla devitalizzazione del dente, che ne evita l’estrazione. Il medico rimuove la polpa e procede all’otturazione. Si ricostruisce il dente e lo si supporta con l’impianto di perni in metallo e carbonio, prima di ricoprirlo con un’apposita capsula.
  • Ascesso parodontale: trattandosi della forma meno profonda e invasiva di ascesso, il trattamento sarà a sua volta più leggero. In alcuni casi, basta procedere con una detartrasi professionale per rimuovere tartaro e placca e la prescrizione di antibiotici e antidolorifici. Nelle situazioni più complicate che richiedono un intervento per scongiurare il rischio di recidive, il medico pulisce la tasca gengivale e rimodella il tessuto della gengiva.

Nei casi più avanzati, una volta che la terapia antidolorifica e antibiotica ha permesso di superare la fase acuta, l’odontoiatra può ritenere opportuno estrarre il dente dopo averlo anestetizzato.
Questo intervento beneficia dell’evoluzione tecnologica e non risulta significativamente dolorosa: il paziente sperimenta solo la tipica sensazione di trazione e pressione.
Se il trattamento è ben studiato e l’ascesso dentale viene curato nella sua fase iniziale, la prognosi è ottima.

La risposta è in una rigorosa igiene orale quotidiana, che si deve portare a termine con queste modalità:
  • Spazzolare i denti dopo ogni pasto, anche breve, o quantomeno tre volte al giorno;
  • Usare il filo interdentale almeno una volta al giorno;
  • Pulire anche la lingua, che può essere sede di batteri;
  • Sciacquare il cavo orale con collutori antisettici;
  • Nei momenti in cui non si possono spazzolare i denti, sciacquare la bocca con abbondante acqua.
Bisogna inoltre prestare attenzione al dentifricio utilizzato, che non dev’essere troppo aggressivo nei confronti dello smalto, e al tipo di spazzolino: seguire i consigli del medico è sempre la scelta migliore.
All’igiene quotidiana si deve associare ogni 6 mesi o al massimo un anno la detartrasi professionale.
Queste pratiche contribuiscono a prevenire lo sviluppo di patologie del cavo orale.
Molto importanti sono anche le visite di controllo periodiche presso strutture specializzate e caratterizzate da un approccio multidisciplinare: questo può facilitare diagnosi tempestive e interventi rapidi.
Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.

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