I tumori ginecologici sono neoplasie localizzate principalmente a livello dell’utero (endometrio e cervice uterina), delle ovaie e della vulva.
Tumore dell’utero
Il tumore della cervice uterina, parte inferiore dell’utero, o del collo dell’utero, è dovuto alla proliferazione incontrollata di alcune cellule che si trasformano in maligne.
L’infezione da
Papilloma Virus (HPV), associata ad altre infezioni del tratto genitale, sono tra le principali responsabili di questa patologia oncologica. Il tumore del collo dell’utero, soprattutto nelle fasi iniziali, è spesso asintomatico. Quando invece si manifestano, i sintomi principali possono essere:
- perdite vaginali anomale
- sanguinamenti vaginali (al di fuori del ciclo)
- dolore durante i rapporti sessuali e a livello pelvico.
L’uso del preservativo non è considerato uno strumento totalmente efficace nella prevenzione della infezione da HPV e delle altre infezioni del tratto genitale, l’unico metodo di protezione e prevenzione è il vaccino, che protegge da circa il 90% dei tumori correlati all’HPV, associato a controlli regolari tramite lo screening o/e del Pap test che evidenzia se si è entrati in contatto con il virus e se ci sono anomalie delle cellule cervicali.
Ulteriori indagini diagnostiche sono: la colposcopia, per studiare eventuali anomalie delle cellule del collo dell’utero, e
HPV DNA test (rileva la presenza di lesioni precancerose o tumorali).
Il trattamento chirurgico si differenzia in relazione alla tipologia della lesione. In genere le lesioni iniziali definite con la sigla CIN (neoplasia intraepiteliale) o SIL (L-SIL o HSIL) si possono trattare con una semplice asportazione di un piccolo tratto della cervice uterina tramite laser o elettrochirurgia (leep) in modo molto conservativo e poco traumatico.
Tumore dell’endometrio
Il tumore più diffuso dell’utero è quello dell’endometrio e interessa soprattutto la fascia di età tra i 45-50 e 65-70 anni.
Tra i fattori che possono favorirne l’insorgenza: elevati livelli di estrogeni e una riduzione dei livelli di progesterone, un inizio precoce del ciclo mestruale, l’assenza di gravidanze, menopausa tardiva, ipertensione, diabete mellito, obesità, avanzare dell'età (è una neoplasia, infatti, che si riscontra soprattutto dopo i 50 anni).
Le perdite ematiche nel periodo menopausale (definite con la sigla AUB ovvero sanguinamento uterino anomalo) possono essere il primo
sintomo che le cellule dell’endometrio si stanno trasformando in tessuto tumorale, per questo motivo è necessario sottoporsi a
un controllo ginecologico per diagnosticarlo nelle fasi iniziali.
L’ecografia transvaginale rappresenta una modalità diagnostica molto accurata soprattutto nell’evidenziare anomalie a livello della cavità endometriale, ma l’esame diagnostico per eccellenza (eventualmente dopo una ecografia transvaginale dubbia o sospetta) è
l'isteroscopia, che si può eseguire in regime ambulatoriale o in ricovero day hospital (con o senza anestesia).
A diagnosi eseguita la chirurgia è il principale trattamento per il tumore dell’endometrio.
Tumore delle ovaie
Le ovaie sono due piccoli organi posti ai lati dell’utero nella parte bassa dell’addome che hanno la funzione di produrre gli ovociti e gli ormoni femminili (estrogeni, androgeni, progesterone). Il tumore ovarico può essere di natura benigna o maligna. A differenza della forma maligna quella benigna non sviluppa metastasi.
I sintomi del tumore ovarico possono essere poco significativi, a volte in età giovanile scambiati per quelli premestruali o della sindrome dell’intestino irritabile, mentre nell’anziano sono spesso confusi con disturbi intestinali aspecifici. In generale sono sospetti i seguenti
segnali:
- persistente sensazione di gonfiore a livello dell’addome, disturbi nella regione pelvica e al basso ventre
- perdita di appetito e sensazione di pienezza durante il pasto
- necessità di urinare con maggior urgenza e più spesso del normale
- aumento di volume dell’addome soprattutto in donne in età postmenopausale, ciò dipende dalla presenza di liquidoin cavità addominale o di una massa pelvica di volume rilevante (ascite).
Più raramente si può manifestare, lombalgia (mal di schiena), nausea, perdite vaginali dopo la menopausa, dimagrimento involontario.
I fattori di rischio sono: trattamento ormonale per l’infertilità, obesità, ovaio policistico, endometriosi, con una storia familiare di tumore ovarico o al seno.
Le indagini diagnostiche più indicate per questa neoplasia sono, innanzitutto la visita ginecologica specialistica associata a una ecografia transvaginale e transaddominale, eventualmente una
TC e una
Risonanza Magnetica.
Per rimuovere il tumore si ricorre all’intervento chirurgico che si diversifica in relazione al tumore originario, allo stadio della neoplasia e alle condizioni generali del paziente.
Tumore della vulva
Il tumore della vulva non è molto frequente e insorge soprattutto nella popolazione anziana.
E’ asintomatico nelle fasi iniziali. I sintomi principali sono: tumefazione associata a prurito, talvolta a bruciore o dolore oppure sanguinamenti allo stadio avanzato, arrossamento e cambiamenti cutanei nell’area vulvare interessata dalla neoplasia. In presenza di questi segni è importante sottoporsi a
visita specialistica e biopsia.
La terapia è chirurgica o con trattamenti locali con laser nelle forme non invasive superficiali.
Per tutte queste forme neoplastiche è fondamentale la visita specialistica mirata, sottoporsi a esami citologici (prelievi da tessuto come il Pap test) e/o bioptici, ecografia transvaginale e transaddominale di I e II livello, isteroscopia, colposcopia, laparoscopia, TC, Risonanza Magnetica ed eventualmente PET/TC, esami di laboratorio quali marcatori tumorali.
L’intervento chirurgico è il trattamento di prima scelta e si diversifica in relazione al tumore originario, allo stadio della neoplasia e alle condizioni generali della paziente.