ambulatorio

L’équipe multidisciplinare segue la paziente prendendosi cura non solo del tumore al seno come patologia ma anche del benessere psicologico della paziente: nel Breast Center o Centro di Senologia collaborano i medici radiologi e anatomo-patologo e i tecnici sanitari di radiologia medica che curano la parte della diagnostica, insieme al chirurgo e all'oncologo per la parte più prettamente operatoria, farmacologica e chemioterapica oltre alla psiconcologa che valuta costantemente anche la salute emotiva della donna.

Il ruolo delle emozioni in questo percorso è cruciale in quanto possono influenzare significativamente le decisioni, i comportamenti non solo a malattia conclamata, ma anche quando si tratta di aderire ai programmi di screening di prevenzione. La paura, ad esempio, è uno dei più forti determinanti del modo in cui le persone si rapportano alla salute: può̀ essere la molla che spinge a sottoporsi ai controlli o, viceversa, il freno che impedisce di eseguire gli esami per il timore della diagnosi.

La Psiconcologa dell’équipe ha il compito di favorire una corretta informazione e una buona comunicazione tra i medici e le pazienti. Durante il percorso diagnostico e le eventuali cure valuta il distress emozionale, l’ansia e la depressione delle donne per promuovere un migliore adattamento alla nuova situazione e limitare il rischio di conseguenze psicopatologiche tali da condizionare la vita futura della paziente.

Le tipologie di tumore al seno

Il tumore al seno o carcinoma mammario è una forma di neoplasia che origina dalle cellule del seno, che si riproducono in modo incontrollato. 

Esistono diversi tipi di tumore al seno che si differenziano in relazione alle cellule da cui ha origine:
  • duttale se nasce dalle cellule dei dotti lattiferi, canali molto sottili che portano il latte al capezzolo 
  • lobulare se origina nei lobuli, piccole strutture che producono il latte
  • in situ o non invasivo, se resta localizzato dove ha origine e non sviluppa metastasi.

Lo screening personalizzato

La vera innovazione della prevenzione è l’introduzione del concetto di screening personalizzato basato sul rischio, e si modula in base alle caratteristiche individuali della donna che sono:
  • età, il fattore di rischio più importante. Il rischio solitamente aumenta soprattutto dopo i 50 anni;
  • storia familiare, se sono presenti casi di tumori al seno o all’ovaio in famiglia, a volte con mutazione di geni ad alta penetranza;
  • storia riproduttiva, prima mestruazione precoce, prima degli 11 anni, prima gravidanza dopo i 30 anni, la menopausa tardiva dopo i 55 anni;
  • la densità del seno, parametro molto importante che va sempre valutato con la mammografia. La densità del seno si classifica in 4 categorie: A) seno trasparente, ricco di tessuto grasso o adiposo; B) seno dove inizia a comparire tessuto ghiandolare; C) seno eterogeneamente denso e D) seno uniformemente denso. Le ultime due categorie sono a maggior rischio di sviluppare una neoplasia 
  • fattori genetici a penetranza medio bassa, varianti genetiche, dette polimorfismi a singolo nucleotide, la cui presenza può aumentare o diminuire il rischio di sviluppare il tumore alla mammella.

La prevenzione farmacologica

Un altro aspetto innovativo e promettente della prevenzione primaria, orientata a prevenire la comparsa della patologia è la farmacoprevenzione o terapia preventiva, che ha la finalità di contrastare l’insorgenza della neoplasia grazie all’assunzione di farmaci specifici nelle donne ad alto rischio. 

L'impiego di determinati farmaci già in uso per impedire le recidive del tumore al seno, a basso dosaggio, non ha effetti collaterali, riduce l’insorgenza di tumori, rende il seno meno denso e di conseguenza favorisce una diagnosi precoce.

Le tecniche avanzate per la diagnosi

Gli esami di imaging utili a diagnosticare in fase precoce l’insorgenza del tumore sono:
  • Mammografia digitale 2D e con tomosintesi 3D, è un esame mammografico digitale, che con la variante in 3D è in grado di acquisire più immagini ad alta risoluzione del seno da diverse angolazioni. Le immagini ottenute vengono rielaborate da un software in grado di stratificare il seno consentendo di esaminare uno strato alla volta, compresa la terza dimensione ovvero la profondità. In questo modo si ricostruisce l’intera trama del tessuto mammario. Negli ultimi anni si sta iniziando a utilizzare, con ottimi risultati, anche la CEM o Mammografia con il Mezzo di Contrasto, con indicazioni molto simili a quelle della Risonanza Magnetica;
  • ecografia è utilizzata soprattutto per lo studio della conformazione delle mammelle particolarmente dense, generalmente caratteristiche delle giovani donne. Aiuta a differenziare un nodulo liquido da un nodulo solido, diagnostica lesioni poco identificabili con la Mammografia;
  • RM (risonanza magnetica), è complementare alla mammografia ed ecografia in presenza di un carcinoma accertato, per una migliore stadiazione locale, nei casi in cui questa non sia ottenuta con gli esami complementari. E’ inoltre utilizzata nella diagnostica precoce delle donne ad alta familiarità, nello studio delle mammelle protesizzate, nello studio delle performance della chemioterapia neoadiuvante e in altre situazioni particolari;
  • core-biopsy, si tratta di una biopsia microistologica con ago tranciante, eseguita soprattutto sotto guida ecografica in tutti i reperti dubbio/sospetti visibili ecograficamente. Ha praticamente soppiantato l’agoaspirazione con ago sottile;
  • VABB (Vacuum Assisted Breast Biopsy), è una biopsia microistologica con ago con culla istologica più grande di quello della core-biopsy, viene eseguita prevalentemente sotto guida mammografica stereotassica 2D o 3D, ad alta definizione di immagini, in grado di rilevare lesioni microscopiche anche precancerose o calcificazioni di dimensioni molto piccole non palpabili. Può essere eseguita in casi particolari anche sotto guida ecografica o RM.
La frequenza dei controlli deve essere concordata con lo Specialista e personalizzata in base al livello di rischio familiare e al tipo di mammella (densità del seno), in presenza di fattori di rischio bassi la Mammografia può essere effettuata con cadenza triennale piuttosto che annuale come nei casi ad alto rischio.

I trattamenti chirurgici mininvasivi e conservativi

La chirurgia senologica si avvale di tecniche sempre più conservative che rispettano sia la femminilità sia il seno, organo molto importante, per le donne, dal punto di vista fisico e psicologico.

Uno dei trattamenti chirurgici che si effettuano è la quadrantectomia, che consente di salvare il seno perché consiste nell’asportazione della sola area interessata dal tumore. 

La mastectomia con conservazione dell’areola del capezzolo o nipple-sparing mastectomy è un'ulteriore tecnica conservativa in cui viene asportata tutta la ghiandola mammaria, lasciando intatti areola e capezzolo. Questo tipo di intervento consente di migliorare sostanzialmente il risultato estetico-funzionale.

Entrambe le metodiche chirurgiche richiedono la biopsia del linfonodo sentinella presente nel cavo ascellare.
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