Aneurisma cerebrale

L’aneurisma cerebrale è la dilatazione di un vaso sanguigno all’interno del cervello, fino alla formazione di una sacca e, nei casi più gravi, alla sua rottura.

Ancora oggi l’aneurisma cerebrale incute timore. Ma non bisogna allarmarsi: una buonissima percentuale di questa lesione non solo non si manifesta, ma non dà nemmeno particolari problematiche nel corso della vita. È però assolutamente molto importante non trascurarne l’eventuale presenza, spesso rilevata durante esami di routine, o possibili sintomi.

Prima di scendere nel dettaglio sulla patologia, è utile focalizzarsi sul legame fra circolazione sanguigna e cervello.

Le cellule del nostro organismo vengono nutrite grazie al sangue che circola nei vasi sanguigni. La circolazione assicura inoltre il trasporto di globuli bianchi e ormoni, la ripulitura dell’organismo da anidride carbonica e tossine, la gestione di pH e temperatura corporea, la protezione da eventuali patologie.

Il sistema cardiovascolare che garantisce il buon funzionamento di questo processo è costituito da:
 
  • cuore, ossia la nostra “pompa” naturale
  • arterie, i vasi sanguigni che conducono il sangue dal cuore fino ai tessuti e agli organi più lontani
  • vene, i vasi attraverso cui il sangue ritorna verso il cuore
  • capillari, la cui sottigliezza è data dalla progressiva ramificazione delle arterie

Nutrito e supportato dalla circolazione sanguigna è anche il sistema nervoso centrale (SNC), composto da:
 
  • cervello, suddiviso in sostanza bianca (fibre nervose) e sostanza grigia (cellule neuronali)
  • midollo spinale

Essi sono avvolti dalle meningi, membrane così stratificate dall’esterno all’interno:
  • dura madre o pachimeninge, presso cui si trovano i vasi sanguigni che nutrono tutto il cranio
  • aracnoide, membrana connettivale molto sottile
  • pia madre, dove i vasi sanguigni irrorano la superficie del sistema nervoso

Fra aracnoide e pia madre si trova lo spazio subaracnoideo: qui scorre il liquido cerebrospinale o liquor, che ha il ruolo di proteggere il sistema nervoso da possibili traumi.

Infine, il cervello è alimentato dalle due carotidi interne e due vertebrali posteriori, le quali si uniscono all’arteria basilare. Questa irrora cervelletto, ponte, orecchio interno, talamo, ipotalamo.

Cos'è l'aneurisma cerebrale

L’aneurisma cerebrale è la dilatazione di un vaso arterioso all’interno del cervello: solitamente nei punti in cui il vaso si dirama in altri, la sua parete si assottiglia progressivamente e, a causa del passaggio continuo del sangue e della pressione arteriosa, si gonfia fino a generare la formazione di una bolla.

La parete può di conseguenza rompersi nel punto in cui essa è più sottile, determinando un’emorragia. Di solito, l’aneurisma cerebrale si forma proprio presso lo spazio subaracnoideo e le sue dimensioni possono variare da 0,5 cm a 2,5 cm.

In caso di superamento di queste misure, l’aneurisma al cervello viene definito gigante: una condizione non facile da trattare. La rottura di un aneurisma e la conseguente emorragia possono manifestarsi in qualsiasi momento della vita, ma è più frequente nei soggetti fra 40 e 65 anni d’età. È inoltre possibile che si sviluppino più aneurismi cerebrali.

L’aneurisma cerebrale si sviluppa e talvolta si rompe per cause ancora non del tutto note. È però possibile individuare i seguenti fattori di rischio, in modo particolare nelle pazienti di sesso femminile:
Da non trascurare è la predisposizione genetica: l’aneurisma cerebrale può essere congenito ed ereditario.
Secondo le stime, una percentuale compresa fra 6 e 20% di aneurismi è infatti legata a un difetto ereditario della parete di un vaso sanguigno.

Più aumentano le dimensioni dell’aneurisma alla testa, più cresce anche il rischio di una rottura, mentre il rischio viene considerato minimo quando esso ha un diametro inferiore a 0,7 cm. È in ogni caso una problematica da tenere sotto stretto controllo, in quanto non è scontato che anche dilatazioni minime non diano luogo a emorragie.

Il 90% delle emorragie subaracnoidee è causato proprio dalla rottura di un aneurisma cerebrale e più è ampia l’apertura che si è formata, più l’emorragia risulta intensa.

Nella maggior parte dei casi, l’aneurisma cerebrale non provoca sintomi premonitori. Ciò è dovuto al fatto che la dilatazione del vaso sanguigno e la formazione della sacca progrediscono molto lentamente: proprio per questo motivo, i sintomi di un aneurisma cerebrale silente possono non manifestarsi mai durante tutto l’arco della vita ed è frequente che esso venga scoperto durante semplici esami di routine o effettuati per altri motivi.

In ogni caso, è possibile che anche un aneurisma cerebrale non rotto provochi sintomi, soprattutto se di grandi dimensioni (effetto massa).

In tal caso, è possibile che il paziente sperimenti:
  • mal di testa e dolore in prossimità di un occhio
  • difficoltà nella motilità degli occhi (a causa della compressione dei nervi cranici)
  • dilatazione della pupilla
  • abbassamento di una delle palpebre
  • sdoppiamento o perdita della vista
  • crisi epilettiche
  • perdita di equilibrio
  • difficoltà nella concentrazione e nel parlare
  • perdita di sensibilità da un lato del viso

In caso di rottura dell’aneurisma cerebrale, i segni diventano ancora più allarmanti e si manifestano in modo improvviso:
  • mal di testa acuto e lancinante, che viene percepito dal paziente come una sorta di colpo di fulmine. È il primo sintomo di aneurisma cerebrale che mette in allarme
  • irrigidimento del collo
  • nausea e vomito
  • vista offuscata o doppia
  • fotofobia
  • debolezza di un arto o di un solo lato del corpo
  • confusione
  • convulsioni
  • perdita di coscienza

Con questi sintomi è assolutamente necessario contattare il pronto soccorso e chiedere aiuto immediato, in quanto si tratta di una vera e propria emergenza.

È possibile classificare un aneurisma alla testa grazie ai sintomi con cui si presenta. Per fare questo si utilizza la scala di Hunt-Hess:
  • 0: aneurisma cerebrale non rotto
  • 1: asintomatico, con leggera cefalea e rigidità del collo
  • 2: mal di testa moderato-grave, rigidità del collo, senza deficit neurologici
  • 3: sonnolenza o confusione, lievi deficit neurologici
  • 4: sopore, emiparesi, turbe vegetative
  • 5: coma, decerebrazione

In alcuni casi la rottura dell’aneurisma cerebrale può portare a conseguenze come:
 
  • ictus emorragico, dovuto a vasospasmo: i vasi sanguigni del cervello finiscono per contrarsi e ostacolare il flusso sanguigno
  • coma
  • idrocefalo acuto (accumulo repentino di liquido cerebrospinale) o cronico (accumulo graduale)

L’aneurisma cerebrale può portare alla morte? Sì, nei casi più gravi può rivelarsi anche una condizione con esiti fatali, se non riconosciuta per tempo.
Sebbene un’emorragia duri pochi secondi, essa può essere causa di un aumento della pressione endocranica e di un danno anche permanente delle cellule vicine.

In generale, il decorso è legato a molti fattori: non solo le caratteristiche della dilatazione e dell’eventuale rottura, ma anche età del paziente, stato di salute, familiarità, ecc.
Ecco perché è fondamentale il ruolo della diagnosi, a cui seguirà il trattamento più appropriato.

È spesso una risonanza magnetica eseguita per altri motivi a far rilevare la presenza di un aneurisma cerebrale. In ogni caso, in presenza di sintomi riferiti dal paziente, lo specialista ricorre a un esame obiettivo e alla raccolta di informazioni importanti: stile di vita del paziente, eventuali patologie, storia familiare, ecc.
 

Esame di primo livello


Può condurre a un sospetto di aneurisma cerebrale è la TC encefalo: questo esame consente di ottenere immagini tridimensionali con alto grado di dettaglio, anche con utilizzo di mezzo di contrasto nel caso si debbano analizzare nello specifico i vasi sanguigni.
 

Esami di secondo livello

 
  • angio TAC, studiata appositamente per analizzare i vasi arteriosi cerebrali e i vasi sanguigni intra-cranici venosi. Numerose sono le patologie che permette di individuare e viene spesso eseguita anche in caso di emergenza, per rilevare o escludere una lesione pericolosa. Come tutti gli esami che sfruttano le dinamiche della tomografia computerizzata, presuppone l’uso di radiazioni ionizzanti
  • angio RM, che permette di individuare eventuali restringimenti, occlusioni, malformazioni e naturalmente dilatazioni dei vasi sanguigni di una determinata area del corpo


​Esame di terzo livello


L’angiografia cerebrale, è un esame radiologico con mezzo di contrasto che ha un doppio vantaggio: permette non solo di individuare un sanguinamento e la sua origine, ma anche di richiudere sul momento il vaso sanguigno interessato.

L’angiografia cerebrale interventistica consente infatti di trattare non solo aneurismi cerebrali, ma anche fistole e malformazioni vascolari con embolizzazione o applicazione di stent.

Prima di sottoporsi a questo esame è necessario procedere con analisi del sangue, mirate soprattutto a verificare la funzionalità dei reni e valutare di conseguenza l’uso del liquido di contrasto durante l’esame stesso.

A causa delle radiazioni ionizzanti utilizzate, sia angio TAC che angiografia sono controindicate per le donne in gravidanza, per le quali è invece indicata l’angio-RM.

Una volta individuata la dilatazione, lo specialista neurologo valuta quali possano essere le migliori opzioni di trattamento, soprattutto se l’aneurisma cerebrale non è rotto: è infatti possibile che il medico ritenga opportuna soltanto un’osservazione della lesione nel tempo.

La valutazione è sempre mirata al singolo paziente e alle sue caratteristiche:
 
  • età, in caso di età avanzata il trattamento chirurgico non è sempre la soluzione migliore in termini di aspettativa di vita 
  • dimensioni e sede della dilatazione, a vaso sanguigno più grande corrisponde un maggiore rischio
  • storia familiare e stato generale di salute, compresi i fattori di rischio

In caso di osservazione attiva, il paziente dovrà sottoporsi regolarmente a controlli ed eventualmente assumere su prescrizione medica farmaci che abbassino la pressione arteriosa.

Se l’aneurisma non è rotto ma è di grandi dimensioni o presenta altre caratteristiche allarmanti, è possibile valutare l’opportunità di un intervento chirurgico.

Quando invece si ha una rottura, un’operazione sull’aneurisma cerebrale si rivela assolutamente urgente.

Le tecniche disponibili e maggiormente utilizzate sono due, entrambe eseguibili in anestesia generale:


Clipping


Trattamento microchirurgico che comporta la chiusura dell’aneurisma. Previa apertura del cranio, si applica una apposita clip al collo dell’aneurisma, ossia la sua base. La tecnica fa sì che il sangue non possa più fluire verso la dilatazione e si evita una seconda rottura.
 

Embolizzazione endovascolare


Tecnica meno invasiva che prevede dapprima l’inserimento di un catetere attraverso un’arteria (in genere dall’inguine) fino alla lesione. Si introduce quindi nel catetere una spirale in platino, che può essere così condotta dentro l’aneurisma stesso. La circolazione sanguigna ne risulta quindi bloccata e il sangue coagula, chiudendo la lesione.

Con entrambe le tecniche, un intervento su aneurisma cerebrale presenta rischi, specialmente di una possibile emorragia cerebrale o della riduzione di flusso sanguigno al cervello.

In tempi più recenti è stata messa a punto un’altra forma di trattamento endovascolare: gli stent per aneurisma cerebrale.
Queste piccole protesi, innestate in un’altra arteria, consentono di escludere la lesione dalla circolazione sanguigna deviando il percorso del sangue.

Per far sì che i sintomi si riducano, è possibile che il medico prescriva:
  • farmaci analgesici, in particolare per il mal di testa
  • farmaci calcio-antagonisti o antipertensivi
  • antiepilettici

In alcuni casi può rendersi necessario inserire un sistema di derivazione nel cervello per drenare il liquor.
Se l’emorragia subaracnoidea ha danneggiato alcune aree del cervello, in particolare quelle relative a linguaggio e movimento, è possibile intraprendere un percorso di riabilitazione con logopedia o fisioterapia.

Per quanto possibile, si possono mettere in pratica alcune azioni per prevenire lo sviluppo di un aneurisma cerebrale o far diminuire il rischio di una sua rottura se già presente.

Indispensabile è agire sullo stile di vita:
 
  • evitare il fumo e le sostanze stupefacenti
  • limitare il consumo di caffeina, in quanto alza la pressione nell’immediato
  • non fare sforzi improvvisi o prolungati, che possono a loro volta far aumentare la pressione
  • seguire una dieta equilibrata, che sia povera di grassi
  • praticare regolarmente attività fisica, che, oltre ai numerosi vantaggi che propone, aiuta anche a mantenere bassa la pressione
  • monitorare con costanza la pressione arteriosa, con particolare attenzione in caso di ipertensione
  • chiedere consiglio al medico in merito all’assunzione di alcuni farmaci che inibiscono la coagulazione (ad esempio l’aspirina)
  • gestire con cura il proprio peso corporeo, per evitare sovrappeso e obesità

Inoltre, se parenti di primo grado hanno sofferto in passato di aneurisma cerebrale o se il paziente è interessato da una condizione che ne accresce il rischio, è consigliabile sottoporsi a screening di prevenzione.
Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.

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