Neuroma di Morton

Il neuroma di Morton è una sindrome nevralgica della zona del metatarso, dovuta a microtraumi compressivi che portano alla formazione di tessuto fibroso.

Alcune patologie del piede risultano piuttosto diffuse nella popolazione. Fortunatamente, si tratta spesso di patologie benigne e trattabili, che possono però essere molto invalidanti qualora non curate a dovere. Una di queste è il neuroma di Morton.

Conosciuta anche come metatarsalgia di Civinini-Morton o sindrome di Morton, è una sindrome nevralgica della zona del metatarso: sono alcuni microtraumi compressivi a portare alla formazione di tessuto fibroso, facendo così aumentare lo spessore di un nervo, che assume una forma globosa e si infiamma.

Il nome di questa patologia è dovuto a Thomas G. Morton, chirurgo americano, che la descrisse nel 1876. Ma prima ancora di lui, fu il dottor Filippo Civinini, pistoiese, a rilevarla e a descriverla, nel 1835.

Dal momento che viene definito neuroma, spesso si pensa sia un tumore, per quanto benigno: in realtà, la sua natura è degenerativa e non neoplastica. Non si tratta quindi di un tumore, ma di una neuropatia compressiva/traumatica.

È importante per comprendere il morbo di Morton fare una breve panoramica sull’anatomia del piede, costituito da tre gruppi principali di ossa:
 
  • 7 ossa tarsali (o tarso). Formano la parte prossimale dello scheletro del piede. Fanno parte delle cosiddette ossa larghe e costituiscono la struttura ossea del tarso. Una parte di queste ossa collega il piede alla tibia e al perone, mentre un’altra parte unisce il tarso alle ossa metatarsali.
  • 5 ossa metatarsali (o metatarsi). Costituiscono la parte intermedia dello scheletro del piede. Si tratta di ossa lunghe, parallele l'una all'altra, che si estendono dal tarso verso le falangi. Ogni metatarso ha una base, che è la parte più vicina al tarso, e una testa, che è la parte che confina con le falangi.
  • 14 falangi: la parte distale dello scheletro del piede, di cui formano le dita. Ogni dito, dal secondo al quinto, ha tre falangi, mentre l’alluce ne ha due.

In questa area sono presenti anche i nervi plantari, affiancati ai metatarsi: in prossimità delle teste metatarsali, i nervi si ramificano in nervi digitali, che vanno a innervare due dita vicine. In caso di neuroma di Morton, sono proprio i nervi plantari a soffrire, principalmente il nervo interdigitale plantare situato tra il terzo e il quarto metatarso.

Non è raro che neuromi di Morton si presentino in entrambi i piedi (bilateralità), mentre è più raro che si sviluppino in due punti diversi dello stesso piede, nelle aree di secondo e terzo interspazio. Dal momento che i sintomi vanno a coinvolgere anche le dita, si parla nel linguaggio comune anche di dito di Morton o dito del piede di Morton.

Una chiarimento importante: altra cosa è il neurinoma del piede, che si riferisce alla proliferazione del tessuto nervoso, e non alla reazione del nervo che si ingrossa per l’aumentare di dimensioni dei tessuti circostanti.

Neuroma di Morton: i sintomi

Il dolore è tipico del neuroma di Morton: si manifesta bruciante a livello dell’avampiede tra il terzo e il quarto metatarso. Alcuni le descrivono come la sensazione di toccare un oggetto rovente, è intenso e si irradia verso tutte le dita e la parte anteriore della pianta del piede, a volte interessando addirittura la caviglia.

Ma il neuroma di Morton al piede provoca altri sintomi: il dolore può essere accompagnato da una sensazione di scossa elettrica alle dita durante la compressione dell’area, parestesia (intorpidimento e formicolio) e rigonfiamento o cisti fibrosa nella zona del neuroma.
Altri sintomi includono piedi gonfi e rilevante diminuzione della sensibilità.

I sintomi sono sempre presenti, sia quando il paziente si trova in posizione eretta, sia quando cammina, sebbene tendano a migliorare quando si abbandona una stazione eretta prolungata o al momento di togliere le scarpe e massaggiare il piede. In presenza di neuroma di Morton, i sintomi tendono a manifestarsi quando le dimensioni del neuroma superano i 3 mm (possono raggiungere anche i 12 mm).

Le cause del morbo di Morton al piede

Una delle teorie più accreditate suggerisce che il neuroma di Morton sia provocato dallo sfregamento ripetuto di un nervo intermetatarsale contro i metatarsi vicini o dalla pressione esercitata dalle ossa metatarsali circostanti. Questo processo irrita la guaina del nervo, innescando una serie di eventi che portano alla formazione di tessuto fibroso anomalo intorno al nervo stesso, simile a quello cicatriziale.

In genere, il processo di fibrosi si sviluppa vicino alle teste metatarsali. Questa zona è più suscettibile all’irritazione perché le teste metatarsali, essendo piccole protuberanze, tendono a entrare in contatto con il nervo intermetatarsale, causandone l’irritazione.

Dal momento che si tratta di una metatarsalgia, si parla comunemente in modo non corretto di nervo di Morton. Il neuroma di Morton può avere cause di varia natura, che non sono collegabili in modo prettamente diretto con i nervi:
 
  • Traumi reiterati all’avampiede.
  • Attività sportive che sollecitano l’avampiede (corsa, calcio, basket, danza) o praticate su superfici non adatte.
  • Problemi di postura.
  • Patologie o iperestensione cronica delle articolazioni metatarso-falangee.
  • Artrite reumatoide.
  • Alterazioni morfologiche del piede: alluce valgo o rigido, piede piatto o cavo, ecc.
  • Sovrappeso e obesità che gravano eccessivamente su gambe e piedi.

I neuromi di Morton possono colpire sia uomini che donne, ma è più frequente nelle donne tra i 25 e i 50 anni, spesso a causa dell’utilizzo di scarpe con il tacco alto o la punta stretta, che può aggravarne i sintomi: le calzature in questione stressano eccessivamente l’avampiede e favoriscono lo sfregamento fra metatarsi e nervi intermetatarsali.

Non è semplice diagnosticare i neuromi di Morton: la palpazione clinica non sempre rileva una metatarsalgia attraverso segnali lampanti. Un indicatore efficace è il segno di Mulder: durante la compressione verticale del terzo e quarto metatarso e la stretta dei metatarsi in orizzontale, è possibile rilevare un dolore pungente alle dita del piede e una sorta di “clic”.

Per accertare la diagnosi è fondamentale un’anamnesi completa, che comprenda anche informazioni su calzature utilizzate, stile di vita e momenti in cui il dolore si manifesta maggiormente. Spesso, il paziente lamenta la percezione di un corpo estraneo sotto il piede, che può scomparire con una sensazione di scatto. Durante la visita, il medico potrebbe inoltre rilevare la diastasi del fornice digitale: le dita interessate sono divaricate e leggermente flesse.

In seguito, è possibile accertare la diagnosi di neuroma di Morton con un’ecografia, spesso preferita come esame diagnostico per immagini: è veloce e con sensibilità e specificità ottimali. Può inoltre essere impiegata come guida per procedure infiltrative.

Meno comune è l’uso della risonanza magnetica (RM): poiché questo esame crea immagini del corpo in "fette" separate da alcuni millimetri, potrebbe verificarsi un falso negativo, specialmente se il neuroma ha dimensioni inferiori ai 5 mm. In ogni caso, può essere molto utile a distinguere neuromi di Morton da altre patologie, come alcune forme di artrite, capsulite dell’avampiede (infiammazione della capsula articolare), borsite (infiammazione della borsa dell’articolazione), microfratture, osteocondrosi metatarsale (degenerazione di osso e cartilagine).

Se non trattato prontamente, il neuroma di Morton può influenzare significativamente la vita quotidiana del paziente e rendere gli eventuali trattamenti conservativi meno efficaci: dare il via a questi ultimi dopo oltre un anno dalla comparsa dei sintomi aumenta la probabilità di insuccesso. Allo stesso modo, diventa sempre più difficile recuperare la sensibilità corretta di terzo e quarto dito.

In relazione al neuroma di Morton, come alleviare il dolore, quando presente, diventa per il paziente l’interrogativo più pressante. È possibile in alcuni casi applicare ghiaccio per 15-20 minuti alcune volte al giorno per trovare sollievo e ridurre l’infiammazione, così come assumere (sempre su consiglio medico) farmaci antinfiammatori.
 

Come sfiammare efficacemente il neuroma di Morton?


La maggior parte della letteratura scientifica suggerisce di iniziare con un trattamento conservativo, con l’obiettivo di ridurre la pressione plantare e alleviare l'irritazione del nervo, il che porta a un sollievo dal dolore. Per questo, si raccomanda l’uso di calzature a calzata larga oppure, nelle situazioni più serie, scarpe ortopediche di scarico dell’avampiede, unito a cicli di infiltrazioni di cortisonici e anestetici locali.

Quando effettuate con la guida ecografica, le infiltrazioni conducono a una percentuale di successo dell’82% rispetto ai vari casi. Secondo gli studi, ulteriore rafforzamento di questo trattamento del neuroma di Morton può essere l’assunzione di complesso delle vitamine B, palmitoiletanolamide (PEA) e/o l'Acetil-carnitina. Una volta che i sintomi sono stati ridotti dalle infiltrazioni, è possibile gestire il morbo di Morton con rimedi come i plantari, inseriti nelle calzature, che non risultano invece particolarmente efficaci nella fase acuta.

Per i casi di neuroma di Morton in cui la terapia conservativa non risulta efficace, molti studi hanno dimostrato il successo dell’alcolizzazione ecoguidata del neuroma. Questo trattamento consiste nell’infiltrazione di una soluzione a base di alcol diluito grazie alla guida dell’ecografia, circa ogni 15 giorni fino a quando il dolore non scompare (di solito, dalle 2 alle 7 iniezioni). È un’opzione valida, in quanto l’alcol riesce ad agire molto bene sul tessuto fibroso.

Una soluzione simile può essere l’ablazione a radiofrequenza: si espone la zona interessata a una fonte di calore, ottenuto con un dispositivo a corrente alternata.
Un altro aiuto può provenire dalla fisioterapia, con esercizi di stretching per ottimizzare la mobilità di piede e caviglia.

Se il trattamento conservativo fallisce, è possibile optare per un intervento chirurgico sul neuroma di Morton, soprattutto se il neuroma risulta più grande di 4-5 mm.

La neurectomia, eseguita con anestesia periferica, prevede la sezione del legamento intermetatarsale e la rimozione del neuroma (neurectomia), per via dorsale o plantare (tecnica ormai meno comune). La via dorsale, che implica un’incisione longitudinale di lunghezza minore a 2 cm, consente al paziente di caricare fin da subito sul piede e camminare (con apposita scarpa ortopedica) e comporta una percentuale minore di complicazioni durante la guarigione della ferita.

Questa operazione sul neuroma di Morton avviene solitamente in regime di Day Hospital. Dopo un periodo di 4-6 settimane di deambulazione con scarpa ortopedica, il paziente può in genere indossare le solite calzature.

Alternative a questa tecnica possono essere:
 
  • Decompressione chirurgica: il chirurgo fa sì che intorno al nervo infiammato si crei uno spazio più ampio.
  • Neuroablazione criogenica: in questo caso, sono temperature molto basse, comprese fra -50 e -70° C, a eliminare le fibre del nervo che trasmettono il dolore.

In ogni caso, la neurectomia è solitamente risolutiva, sebbene possano presentarsi alcune complicanze, come infezione della ferita, recidive (la formazione di altro tessuto fibroso), intorpidimento permanente nella zona, cheratosi plantare (la formazione di una zona callosa).

Prevenire la metatarsalgia e il neuroma di Morton è difficile, soprattutto per chi pratica sport e ha quindi l’abitudine di caricare molto sull’avampiede. È importante prestare attenzione ai traumi quotidiani del piede e utilizzare superfici adatte all’allenamento. Importantissimo è mantenere un peso sano per evitare sovraccarichi sugli arti inferiori, seguendo una dieta sana e controllando l’indice di massa corporea.

Indossare calzature comode che non forzino il piede ad assumere posizioni innaturali, evitando tacchi troppo alti o punte strette, è essenziale. Esercizi di stretching per il piede e per migliorare la postura possono essere ulteriori alleati nella prevenzione.

Come si è accennato, il ruolo della diagnosi precoce diventa fondamentale per il neuroma di Morton: rivolgersi a centri specializzati, in grado di fornire competenze all’avanguardia e procedure innovative, rappresenta il primo passo cruciale per gestire efficacemente i primi segni della patologia. Identificare per tempo il problema aumenta infatti significativamente le possibilità di successo del trattamento.

Una volta individuato il neuroma di Morton, dove curarsi e operarsi? Vale lo stesso tipo di esigenza. Gli ospedali GVM Care & Research offrono ai pazienti una valutazione completa e personalizzata della loro situazione clinica, con attenzione mirata alle loro specifiche necessità. Questo approccio integrato, supportato dalla collaborazione tra esperti specialisti e dall’utilizzo delle tecnologie più avanzate, garantisce l’adozione delle soluzioni ottimali per il trattamento del neuroma e di altre condizioni correlate.
Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.

Le Strutture Sanitarie che accertano o curano questa patologia

Articoli correlati a Neuroma di Morton

24 maggio 2021 - GVM

Chirurgia del piede: quando è possibile l’approccio mininvasivo

Piede piatto del bambino, tallodinia posteriore e fascite plantare possono essere trattate con tecniche percutanee
Non trovi la patologia che stai cercando?
Clicca qui

Prenotazioni e appuntamenti nel palmo della tua mano

La nuova app MyGVM ti permette di trovare il tuo medico preferito, prenotare visite, controllare l’esito degli esami direttamente dal tuo telefonino! Scaricala ora:
anni