Distorsione caviglia

La distorsione della caviglia comporta una lesione dell’articolazione e a volte anche delle strutture circostanti. Una condizione da non trascurare.
Si tratta in assoluto di un infortunio tra i più comuni: la distorsione o slogatura della caviglia si presenta solo in Italia con quasi 10.000 casi al giorno. Particolarmente frequente tra le persone che praticano regolarmente sport, anche non agonistico, è però molto diffusa anche nella quotidianità. Proprio la sua frequenza e talvolta la lievità del disturbo portano spesso a trascurarla e a non dedicarle le cure che merita. Per capire cos’è una distorsione alla caviglia è utile soffermarsi sulla struttura di questa importante componente del corpo umano.

La caviglia è un’articolazione sinoviale, come il ginocchio, l’anca, il polso, il gomito e l’articolazione gleno-omerale nella spalla. Tutte hanno due caratteristiche in comune: sono dotate di una mobilità molto spiccata e contengono una capsula articolare, la quale mette in connessione due superfici ossee. La caviglia è localizzata fra gamba e piede e costituisce il punto d’incontro di tibia, perone e astragalo (o talo). Quest’ultimo è uno dei 7 componenti del tarso del piede.

Per entrare più nel dettaglio, il sistema della caviglia stessa è composto da 3 articolazioni: talocrurale, sottotalare e tibio-fibulare inferiore. Ciò che noi identifichiamo con la caviglia è l’articolazione talocrurale. Le due estremità di tibia e perone vengono unite dai legamenti tibio-fibulari inferiori e compongono il mortaio, una struttura concava ricoperta di cartilagine. Dentro il mortaio è presente il corpo dell’astragalo, a forma di cono. Il tutto è stabilizzato dal malleolo tibiale e da quello peroneale, nonché dai quattro legamenti mediali (che collegano il malleolo tibiale all’astragalo e all’osso navicolare) e dai tre legamenti laterali (che connettono il malleolo peroneale all’astragalo e al calcagno).

Non solo, la caviglia è ulteriormente sostenuta da alcuni tendini. Da ricordare è la caratteristica essenziale che distingue legamenti e tendini: i primi uniscono due ossa, i secondi collegano un osso e un muscolo. Fanno parte del complesso i tendini tibiale anteriore e tibiale posteriore, i tendini peronei e il tendine d’Achille, il cui ruolo nel movimento è assolutamente essenziale.

Infine, in prossimità della caviglia avviene anche il passaggio di tre nervi, di cui quello tibiale costituisce una derivazione del nervo sciatico.

Grazie all’anatomia della caviglia, il piede può muoversi liberamente e in particolare compiere la plantarflessione (il camminare sulle punte) e la dorsiflessione (sollevare il piede e camminare sui talloni). Come si sarà notato, si è parlato di movimenti in indietro o in avanti.

Ma la caviglia riesce ad avere anche una buona mobilità laterale, cosa che ci consente di camminare anche su superfici sconnesse. Una capacità di cui però non bisogna abusare: non a caso, la maggior parte delle slogature alla caviglia interessa i legamenti laterali, che sono anche più fragili rispetto a quelli mediali.

Si può quindi definire la distorsione della caviglia come la momentanea perdita di connessione fra le due superfici ossee, con conseguente eccesso di movimento dell’articolazione. Questo può comportare una lesione dei legamenti e della cartilagine.

Da cosa sono causate le distorsioni alla caviglia

Un trauma distorsivo alla caviglia è per lo più dovuto ad attività di medio impegno, come una corsa o anche una semplice camminata. Tra i fattori di rischio che possono favorirne lo sviluppo vi sono:
 
  • Calzature non opportune, soprattutto su terreni irregolari;
  • Episodi precedenti di distorsioni della caviglia;
  • Attività sportive caratterizzate da movimenti veloci o contatto diretto con l’avversario
  • Incidenti e cadute;
  • Legamenti lassi della caviglia.

La distorsione dei legamenti della caviglia si verifica con due differenti dinamiche: il piede può ruotare verso l’esterno (per inversione) oppure verso l’interno (per eversione).

È importante imparare a percepire e riconoscere determinate sensazioni, in modo particolare quella associata a una lesione dei legamenti o della cartilagine. Le slogature della caviglia provocano spesso un senso di lacerazione, che a volte si presenta insieme a una sorta di “schiocco”.

Tipico segno di una distorsione è la caviglia gonfia per tutta la sua estensione: l’edema non è infatti presente solo in un punto ben preciso. Non è un sintomo di per sé necessariamente significativo, ma si avvalora l’ipotesi di una distorsione alla caviglia soprattutto con gonfiore persistente.

A seconda della gravità, si possono anche verificare casi di distorsione della caviglia senza gonfiore, ma con eventuali altri segnali. Infatti, la caviglia slogata dà altri sintomi come dolore di intensità variabile e non sempre legata al grado di slogatura. Se la zona coinvolta è quella sul lato esterno, ovvero quella del legamento peroneo astragalico anteriore (la più colpita), il paziente sente più dolore se posiziona il piede in senso orizzontale oppure se vi carica il peso.

Una caviglia gonfia per distorsione può anche essere molto rigida e dare una sensazione di instabilità dovuta a una lesione dei nervi circostanti e alla conseguente perdita di propriocettività (la propriocezione è la capacità di percepire una parte del corpo senza guardarla). Alcuni pazienti lamentano anche una contrazione involontaria dei muscoli intorno all’articolazione.

Infine, una distorsione della caviglia può causare un ematoma, ovvero un livido sulla cute. Bisogna considerare che, esattamente come nel caso di una caviglia gonfia, il trauma che causa l’ematoma può anche essere di diversa tipologia. È necessario quindi rivolgersi al medico per un’indagine approfondita e non sottovalutare i possibili sintomi di distorsione alla caviglia, anche se in apparenza non limitano il movimento in modo importante.

È utile valutare in modo strutturato la gravità di una storta alla caviglia, in quanto la classificazione può supportare il medico nell’individuare il trattamento più appropriato. La più diffusa si basa sull’entità della lesione ai legamenti e sulla manifestazione di determinati sintomi, identificando così ogni distorsione della caviglia con gradi:
 
  • Distorsione alla caviglia di primo grado: è lieve e non implica una lesione vera e propria di legamenti e tendini, ma solo lo stiramento ed eventualmente lacerazioni così minime da essere visibili solo al microscopio. Di solito, la caviglia risulta più debole, ma non gonfia o dolente. Non bisogna sottovalutarla, in quanto l’aumentata fragilità la rende più vulnerabile ad altre lesioni.
 
  • Distorsione alla caviglia di secondo grado, che comporta una lacerazione parziale dei legamenti. La caviglia è gonfia e dolorante, e la deambulazione si fa difficoltosa. È una condizione molto delicata, in quanto un’altra distorsione potrebbe danneggiare i nervi vicini.
 
  • Distorsione alla caviglia di terzo grado, che implica la rottura totale dei legamenti. In genere, l’edema è molto evidente. Il paziente lamenta un dolore intenso, instabilità e incapacità di caricare il peso sul piede. Si tratta della forma di distorsione della caviglia più grave, che può anche provocare danni ai nervi, frattura della cartilagine e irrigidimento dell’articolazione. In alcuni casi, un paziente anche giovane può andare incontro ad artrite.

Naturalmente, nulla può sostituire la diagnosi dello specialista, che, al di là di questa classificazione, studia ogni singola situazione e comprende come procedere.

Di fronte a una sintomatologia poco specifica e piuttosto variabile da paziente a paziente, è molto importante consultare un ortopedico specialista: una diagnosi sicura e dettagliata è il primo passo per giungere al trattamento e alla guarigione più rapida possibile. L’azione dev’essere tempestiva, poiché alcuni sintomi rischiano di diventare cronici, in particolare il dolore e l’instabilità dovuta alla perdita di propriocettività.

Il medico raccoglie le informazioni necessarie dal paziente e procede con un esame obiettivo, durante il quale mette in movimento l’articolazione della caviglia. Con una leggera palpazione, il medico identifica l’area in cui il dolore risulta più forte e valuta la situazione in base alla sua intensità: in caso di dolore intenso sopra un legamento, è probabile che questo sia lesionato.

Se immediatamente dopo il trauma distorsivo la caviglia appare molto gonfia e dolorante, non è facile procedere con una valutazione più dettagliata. Dunque, è necessario immobilizzare l’articolazione con un tutore, attendere che l’infiammazione acuta si riassorba e riesaminare la zona dopo alcuni giorni.

È bene procedere subito con una radiografia se il sospetto diagnostico comprende anche la frattura. Questo si presenta in particolare se il paziente non riesce a caricare il peso sul piede per più di 4 passi e se prova dolore quando vengono palpati malleolo, metatarso oppure osso navicolare.

La Risonanza Magnetica è consigliata per le situazioni in cui l’operazione chirurgica sembra l’opzione più opportuna. In alternativa, per una precisione ancora maggiore, è possibile ricorrere a una TC.

Dal momento che, come abbiamo visto, la caviglia è caratterizzata da legamenti extra-articolari, nella maggior parte dei casi la guarigione avviene per cicatrizzazione e non ne derivano particolari complicazioni. Ma ciò non è scontato. Dunque, in presenza di una distorsione della caviglia, cosa fare?

In genere, è consigliabile ricorrere al protocollo PRICE, acronimo inglese che racchiude queste azioni:
 
  • Protezione (Protection): applicazione di un dispositivo per immobilizzare e proteggere l’articolazione.
  • Riposo (Rest): mettere a riposo la caviglia aiuta a prevenire altri danni e velocizzare il processo di guarigione. Il paziente deve ridurre il movimento e soprattutto non utilizzare la caviglia lesionata, o almeno non caricarla di peso. L’utilizzo delle stampelle potrebbe agevolare questa fase del trattamento.
  • Ghiaccio (Ice): durante il primo e il secondo giorno dopo l’infortunio, si applica sulla lesione un panno o un’apposita borsa con ghiaccio più volte possibile, per circa 15-20 minuti. Il ghiaccio contribuisce infatti alla riduzione del dolore e del gonfiore. Non si deve mai applicare il ghiaccio a contatto diretto con la pelle, cosa che provoca il rischio di ustioni da freddo.
  • Compressione (Compression): si avvolgono caviglia e piede con un bendaggio elastico, senza però limitare la circolazione.
  • Elevazione (Elevation): tenere sollevati gamba e piede fa sì che edema ed ematoma si riassorbano più velocemente.

Questo approccio può essere agevolato dall’assunzione o dall’applicazione di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei): in particolare questi ultimi consentono di agire in modo mirato sull’area interessata ed evitare i possibili effetti collaterali (ad esempio i problemi allo stomaco).

Naturalmente i tempi di recupero variano a seconda della singola situazione e della gravità della slogatura. Di solito, l’utilizzo di queste procedure consente a chi ha subito una distorsione alla caviglia di lieve entità di recuperare mobilità nel giro di pochi giorni o addirittura qualche ora. Nella maggior parte dei casi, le persone possono tornare attive quasi immediatamente, indossando calzature adatte e prestando attenzione ai movimenti del piede.

I tempi si allungano per i casi moderati, fino a raggiungere alcune settimane. Per una storta alla caviglia moderata, oltre alla terapia PRICE, può rendersi necessaria la terapia fisica, in particolare:
 
  • La tecarterapia (Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo) che permette alle cellule danneggiate di ripristinare la propria carica elettrica e di conseguenza rigenerarsi più rapidamente;
  • La laserterapia, che prevede l’applicazione di raggi elettromagnetici sull’area interessata e supporta l’attività metabolica delle cellule; la terapia a ultrasuoni, che crea un’azione antinfiammatoria attraverso onde acustiche ad alta frequenza;
  • La TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation) aiuta ad alleviare il dolore grazie alla stimolazione della produzione di endorfine;
  • L’elettrostimolazione può rinforzare i muscoli della caviglia e dunque prevenire ulteriori lesioni;
  • La magnetoterapia, come illustra il suo nome, sfrutta i vantaggi del campo magnetico formato da due solenoidi posizionati sulla caviglia e risulta particolarmente utile quella ad alta e bassa frequenza;
  • Il kinesio taping offre numerosi benefici, grazie all’applicazione di bende adesive elastiche sulla zona coinvolta, che lentamente rilasciano farmaci e hanno un ruolo antinfiammatorio, antidolorifico e drenante.

Una distorsione della caviglia grave può anche guarire in sei-otto settimane e talvolta è così refrattaria alle terapie più conservative che il medico può valutare l’opportunità di un intervento chirurgico mininvasivo. Grazie a una piccola incisione, con l’artroscopia è possibile inserire all’interno dell’articolazione un artroscopio, una sonda sottile dotata di telecamera: il chirurgo può così visualizzare tutti gli elementi dell’articolazione e riparare gli elementi danneggiati.

È possibile prevenire una distorsione? Un adeguato allenamento della caviglia e di tutte le parti del corpo sostenute dalla caviglia stessa aiuta a proteggere l’articolazione. Quindi è sempre consigliabile praticare attività fisica (con riscaldamento antecedente e un aumento graduale dell’intensità), mantenere un peso forma adeguato e scegliere di indossare opportune calzature. Inoltre, con la guida di un fisioterapista, è possibile svolgere esercizi di ginnastica propriocettiva, che può rendersi utile anche come sostegno alle terapie.
Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.

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