Tumore del testicolo

Il tumore del testicolo è una rara patologia maschile, frequente nei più giovani. Può essere di due tipi e si manifesta solitamente con gonfiore.

Il tumore al testicolo si manifesta quando le cellule presenti nella zona subiscono una mutazione e una crescita incontrollata. È una patologia maschile rara che colpisce più frequentemente giovani uomini tra i 15 e i 40 anni (fonte: AIRC). Grazie alla ricerca, la prevenzione e la diagnosi precoce è una patologia che presenta tassi di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi del 91% e raggiunge picchi del 99% nei casi in cui viene scoperta nelle fasi iniziali e trattata da team multidisciplinari in centri ad alta specialità.

Tipologie di tumore del testicolo

I tumori testicolari interessano proprio gli organi maschili che, esattamente come nel caso delle ovaie nelle donne, sono la sede della generazione di spermatozoi e testosterone. I due testicoli (o gonadi), di forma ovale, sono all’interno di una sacca di pelle che si trova sotto il pene, ossia lo scroto. Subito dietro il testicolo è presente l’epididimo, ossia il condotto che ha il ruolo di far maturare gli spermatozoi e portarli verso il dotto deferente.

Il tumore ai testicoli può manifestarsi in due tipologie:
 
  • Seminomi: comportano l’evoluzione maligna delle cellule germinali, da cui hanno origine gli spermatozoi. Questa tipologia di cancro ai testicoli costituisce oltre la metà dei casi (alcune stime riportano una percentuale vicina al 95%) e risulta maggiormente comune dai 30 ai 40 anni d’età. Inoltre, si tratta della forma con prognosi più favorevole. Non è raro che i seminomi si associno a una forma che prevede il coinvolgimento di cellule non seminali, dando così luogo a una forma germinale mista.
  • Non seminomi, detti tumori stromali: essi originano dalle cellule di supporto. Fra questi i più noti sono il tumore a cellule di Leydig e il tumore a cellule di Sertoli, che talvolta si presentano in una forma combinata. Solitamente è la forma più aggressiva e facile alla metastatizzazione.

I tumori testicolari presentano diversi stadi evolutivi, stabiliti in base alla loro localizzazione o espansione:
 
  • Stadio I: coinvolge solo il testicolo
  • Stadio II: si è esteso fino ai linfonodi addominali
  • Stadio III: si è esteso al punto che sono riscontrabili metastasi, ossia cellule tumorali, in polmoni o più raramente fegato, cervello e ossa. Si stima che ciò possa accadere circa nel 5% dei pazienti

Inoltre, è da sottolineare la distinzione fra tumore del testicolo benigno o maligno, che hanno in ogni caso in comune la principale manifestazione: la comparsa di un nodulo.
 

Tumore del testicolo maligno


Quelli che si presentano dai 12 anni poi, dunque in seguito alla pubertà, sono per la maggior parte casi di tumore maligno al testicolo, dunque passibile di espansione in altri organi. La diffusione del tumore del testicolo genera metastasi.
 

Tumore del testicolo benigno


Quando si riscontra la presenza di un nodulo al testicolo, è benigno nella maggior parte dei casi: la sua formazione può infatti dipendere da numerosissime cause non collegate a forme tumorali. Può anche trattarsi di tumore benigno al testicolo, che dunque non può diffondersi in altre aree dell’organismo e il cui sviluppo si riscontra principalmente nei primi 4 anni di vita del paziente.

Tumore al testicolo sinistro e destro condividono sintomi e decorso: le cellule tumorali possono svilupparsi dai tessuti di uno soltanto oppure di entrambi, anche se in genere interessa solo un testicolo alla volta.

Quindi il tumore ai testicoli come si manifesta?

Esso può restare asintomatico per diverso tempo, fino alla comparsa del segnale tipico: la presenza di un nodulo nel testicolo, in genere non doloroso, che può essere individuato con l’autopalpazione. Tale pratica riveste un ruolo significativo nella prevenzione della patologia, approfondito nei successivi paragrafi.

Bisogna però sottolineare ancora una volta che non sempre un nodulo rappresenta un sintomo tumorale, in quanto può anche essere legato a varicocele (la dilatazione dei vasi sanguigni), spermatocele (cisti dell’epididimo), idrocele (liquido accumulato intorno al testicolo) o ernia inguinale. In ogni caso, la sua presenza dev’essere tempestivamente oggetto di accertamenti.

Oltre a questo primo campanello d’allarme, il tumore ai testicoli presenta sintomi specifici per il testicolo, come gonfiore e durezza, nonché sensazione di pesantezza dello scroto. Se è vero che i noduli ai testicoli sono indolori, può in ogni caso presentarsi un dolore sordo e intenso proprio a livello dello scroto.

Il tumore ai testicoli può dare sintomi iniziali come la variazione di dimensioni e volume: sia l’aumento, sia la riduzione possono essere segni di un primo stadio della patologia. I sintomi di un tumore al testicolo avanzato, che dunque si è già espanso andando a coinvolgere altri organi, possono includere una persistente tosse (talvolta con sangue), disturbi della respirazione (nel caso di metastasi ai polmoni), noduli nella zona del collo, ingrossamento delle mammelle e mal di schiena a livello lombare.

Il tumore ai testicoli non ha cause note o certe, ma il suo sviluppo può essere facilitato da alcuni fattori di rischio:
 
  • Criptorchidismo: ciò significa che uno dei testicoli non è sceso correttamente all’interno dello scroto durante lo sviluppo del feto in gravidanza, rimanendo nell’addome oppure nell’inguine. Tale difetto fa aumentare di 10 volte le probabilità dello sviluppo di un tumore del testicolo maligno. Anche la sede del testicolo in questione è una variabile da considerare: le probabilità di una trasformazione maligna delle cellule sono alte se si trova nell’addome (sede retroperitoneale), più ridotte se invece è localizzato nel canale inguinale, ulteriormente diminuite grazie a un eventuale intervento chirurgico o una terapia ormonale prima che il bambino raggiunga i 6 anni. In ogni caso, una volta diventato adulto, il paziente non deve abbassare la guardia ed eseguire regolarmente l’autopalpazione
  • Sindrome di Klinefelter, con cui sono note alcune patologie cromosomiche croniche: esse si distinguono per la presenza di almeno un cromosoma X in eccesso rispetto allo standard. Fra i segni con cui si manifesta vi sono ipogonadismo, ginecomastia (sviluppo del seno) e alto dosaggio di ormone FSH
  • Tumore a un testicolo già manifestatosi, che rende lo sviluppo di un tumore anche nel secondo testicolo molto più probabile (fra le 20 e le 50 volte in più)
  • HIV, che influisce soprattutto sullo sviluppo dei seminomi
  • Familiarità
  • Contatto continuativo con sostanze che influiscono sull’equilibrio endocrino (ad esempio i pesticidi)
  • Infertilità, che fa aumentare il rischio di 3 volte rispetto ai soggetti che risultano fertili
  • Fumo

Ha maggiori probabilità di manifestarsi il tumore del testicolo in un’età compresa tra i 15 e i 40 anni. Se consideriamo l’età pediatrica, il suo sviluppo è più probabile sotto i 3 anni e proprio durante il periodo dell’adolescenza. Più rara è invece la sua comparsa dopo i 60 anni.

Per affrontare il tumore del testicolo una diagnosi tempestiva è assolutamente indispensabile, in quanto può accrescere di molto le possibilità di prognosi favorevole.

Non è però raro che i tumori testicolari vengano diagnosticati con un ritardo anche di alcuni mesi.
Ciò è dovuto a diversi fattori: una prima ipotesi di semplice infiammazione trattata con farmaci antibiotici o semplicemente il disagio del paziente, che prova imbarazzo nel sottoporsi alla visita.

Per giungere a una diagnosi certa di tumore del testicolo, l’ecografia è l’esame fondamentale. Utilizzando l’apposita sonda a ultrasuoni, è possibile ottenere immagini a un ottimo livello di dettaglio della struttura del testicolo e dei tessuti circostanti. La tecnologia su cui si basa l’ecografia permette di evitare l’uso di radiazioni ionizzanti: si tratta di un esame sicuro, non invasivo, non doloroso. Con un’ecografia testicolare il tumore può essere individuato, distinto da lesioni di natura benigna (cisti) e analizzato nella sua estensione.
In alcuni casi si ricorre all’Ecocolordoppler, che utilizza l’effetto Doppler nei liquidi in movimento: ciò consente di indagare struttura e funzionalità dei vasi sanguigni.

Sempre utili si rivelano gli esami del sangue, in particolare per valutare la presenza e il livello di determinati marcatori, sostanze generate dalle cellule tumorali: alfa-fetoproteina (prodotta dal sacco vitellino e dal fegato del feto), beta hCG (glicoproteina normalmente associata all’attività ormonale durante la gravidanza) e latticodeidrogenasi (enzima il cui rilascio nel sangue corrisponde in genere a una lesione dei tessuti).

È però importante sottolineare un dato: a valori alti di tali marcatori non corrisponde necessariamente una diagnosi tumorale. Per questo il medico non si baserà soltanto sulle analisi del sangue, ma ne terrà debito conto.

Se lo specialista sospetta la presenza di un tumore al testicolo, si ricorre a un’operazione chirurgica: si effettua un’incisione di dimensioni minime all’inguine e si asporta la lesione individuata.

Quest’ultima viene analizzata durante il corso dell’intervento e, in caso di conferma di una natura tumorale, la procedura prevede una orchiectomia, ossia l’asportazione immediata di testicolo, epididimo, funicolo spermatico (peduncolo del testicolo) e vasi sanguigni relativi. In seguito, il tessuto rimosso viene sottoposto a un esame istologico, che permette di studiare il tumore del testicolo in modo approfondito.

Per identificare la presenza di eventuali metastasi in altre aree del corpo, il paziente si sottopone a TC del torace e dell’addome. Una volta ottenute tutte le informazioni necessarie, lo specialista pianifica la terapia più adatta. Tali esami diagnostici vengono poi reiterati nel corso del tempo per tenere sotto controllo la situazione e l’eventuale evoluzione.

In seguito all’orchiectomia, si inserisce una protesi in silicone per sostituire il testicolo, di cui condivide dimensioni, forma e consistenza. Questo inserimento può essere eseguito sia durante l’operazione primaria, sia con un successivo intervento, a seconda dei casi.

Vi sono soggetti in cui è necessario associare la chemioterapia, che agisce molto efficacemente su entrambe le tipologie di tumore del testicolo, o la radioterapia, a cui invece rispondono bene solo i seminomi. In base alla situazione, è anche possibile ricorrere a entrambi questi trattamenti.

Se il cancro al testicolo si è espanso fino a raggiungere i linfonodi addominali, è necessario eseguire un altro intervento per asportarli. Oltre che costituire un primo (ma non definitivo) passo verso la diagnosi, la presenza di marcatori tumorali è ancora più importante per la pianificazione del trattamento e il suo futuro monitoraggio.

Dal momento che tumore al testicolo e fertilità possono essere legati a doppio filo, è infine possibile prelevare prima dell’operazione chirurgica una parte del liquido seminale e conservarla presso un’apposita banca del seme in vista della programmazione di una gravidanza futura.

Si guarisce dal tumore al testicolo? Sì, la sopravvivenza presenta una percentuale molto elevata: la patologia risulta infatti curabile addirittura nel 99% circa dei pazienti quando viene individuata al suo esordio, nel 90% dei casi in cui risultano coinvolti i linfonodi addominali e nell’80% in caso di metastasi.

Con un tumore al testicolo l’aspettativa di vita è dunque coerentemente alta: quella di un paziente in giovane età è la medesima di un uomo che non ne è stato colpito e i dati dimostrano che 9 pazienti su 10 sono vivi a 5 anni dalla diagnosi.

Naturalmente, moltissimo incide lo stile di vita. Il paziente deve:
 
  • Evitare il fumo
  • Ridurre al minimo il consumo di bevande alcoliche
  • Fare attività fisica
  • Tenere sotto controllo il peso
  • Fare attenzione a non esporsi al sole senza protezione

Sempre basilare è la rapidità di diagnosi, che in numerosissimi casi fa sì che il tumore al testicolo non porti conseguenze più gravi. Indubbiamente, per il paziente, che in molti casi è un uomo giovane o comunque nel pieno delle proprie attività, si tratta di una condizione impattante, in particolare dal punto di vista psicologico e relazionale.

Se è vero che per la diagnosi precoce non è possibile contare solo sulla presenza di determinati sintomi o sull’analisi dei marcatori tumorali, è però auspicabile che il paziente, soprattutto se giovane o caratterizzato da alcuni fattori di rischio, ricorra regolarmente all’autopalpazione dei testicoli.

Essa consente di rilevare i cambiamenti di consistenza, dimensioni e forma di testicoli e scroto, compresa naturalmente la presenza di eventuali noduli. Conoscere il proprio corpo e il suo funzionamento è il primo passo per la cura della salute. Ecco perché ogni ragazzo e adulto dovrebbe esaminare i propri testicoli almeno una volta al mese dopo un bagno o una doccia calda (per rilassare la pelle), ruotando ciascun testicolo fra pollice e indice con l’obiettivo di rilevare eventuali irregolarità.

Dato il rilevante peso della diagnosi sul decorso del cancro ai testicoli, il paziente deve contare su tutte le risorse di cui dispongono le strutture più altamente specializzate: la presenza di équipe mediche composte da esperti competenti, tecnologia all’avanguardia e una visione a 360 gradi del paziente, che preveda un percorso integrato di diagnosi, trattamento e monitoraggio. Strutture come gli ospedali GVM Care & Research.
Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.

Le Strutture Sanitarie che accertano o curano questa patologia

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