Senologia

La Senologia è una specializzazione medica dedicata alla cura delle malattie della mammella, in particolare alla diagnosi precoce e trattamento dei tumori mammari. Questo tumore infatti è il più frequente in assoluto in tutta la popolazione femminile: colpisce 1 donna ogni 8 nell’arco della vita, in Italia ogni anno si ammalano di tumore alla mammella circa 50.000 donne e 500 uomini (fonte: Nastro Rosa - AIRC).

Che cos'è

Nonostante si tenda a considerare il tumore come una malattia prettamente femminile, può interessare anche gli uomini anche se più raramente.  Mentre nella donna può colpire anche in giovane età - negli ultimi anni si è verificata una maggiore incidenza nella fascia dai 25 ai 44 anni (Fonte: Airc) negli uomini tende a verificarsi più spesso in tarda età, dopo i 60 anni, legato, soprattutto alla naturale variazione ormonale, alla presenza della sindrome di Klinefelter causata da una maggiore produzione di ormoni femminili, familiarità per tumore mammario ed eventuale mutazione genetica.
 
Sebbene sia considerato il tumore femminile più diffuso, il tumore alla mammella è anche quello che permette di registrare i più alti tassi di guarigione; infatti la sopravvivenza a 5 anni è in continuo aumento, dall’81% è arrivata all’87% negli ultimi 20 anni (fonte: Nastro Rosa - AIRC). Importante però è giocare sui tempi ricorrendo alla prevenzione attraverso la diagnosi precoce che si effettua con esami diagnostici che all’interno degli Ospedali e dei Poliambulatori GVM Care & Research, sono eseguiti con strumenti di ultima generazione e che quindi permettono di vedere lesioni tumorali agli stadi iniziali, quando sono ancora molto piccole.
 
Fanno parte di GVM Care & Research anche due Centri senologici multidisciplinari, chiamati anche Breast Unit. Una Breast Unit è una struttura medico operativa e multiprofessionale che prevede la presenza di più figure mediche nell’assistenza alla donna colpita dal tumore al seno: oncologo, radiologo senologo, chirurgo senologo, chirurgo plastico, radioterapista, anatomo patologo, medico nucleare, nutrizionista, ginecologo, fisioterapista, psiconcologo, oltre a volontari dedicati. Un team composto da più specialisti che si occupano delle pazienti con problematiche senologiche, dalla prevenzione al trattamento ed al follow-up, oltre a informazione e sostegno psicologico. Per maggiori dettagli clicca qui.


Visita senologica

L’identificazione precoce del tumore nei primissimi stadi della malattia, insieme alla standardizzazione delle procedure, ha permesso nel corso degli anni di migliorare enormemente la sua curabilità: resta, infatti, uno di quelli che permette di registrare i tassi di guarigione più alti, dato che a un anno dalla diagnosi il 96% delle donne è ancora viva, mentre a 5 anni, il primo termine per essere considerate guarite, la percentuale è del’87%.

Per questo, la visita senologica ha sia scopo preventivo, utile per escludere la presenza di tale malattia, sia di monitoraggio del decorso del tumore nelle donne a cui è già stato diagnosticato e infine per la diagnosi di molte patologie benigne. Come prevenzione la visita senologica viene consigliata almeno una volta prima dei 40 anni e una volta all’anno dopo i 40 anni (Fonte: Fondazione Umberto Veronesi, Tumore al seno. Domande e risposte dalla diagnosi al dopo cura, 2015).

La visita è in genere indolore e non richiede preparazione preventiva: viene eseguita senza l’impiego di strumentazioni, pur trattandosi di una visita al seno completa, durante la quale il senologo cerca di escludere la presenza del tumore, attraverso la raccolta delle informazioni che riguardano lo stile di vita e le abitudini della paziente, come ad esempio l’alimentazione privilegiata, compreso anche il consumo di alcol e fumo, l’attività fisica, altre patologie sofferte, casi di tumore in famiglia, età del primo ciclo mestruale, gravidanze e terapie ormonali o farmacologiche in atto.
 

Ecografia mammaria

L’ecografia senologica è una indagine strumentale indicata nelle donne più giovani, poiché permette di studiare la conformazione delle mammelle particolarmente dense e del cavo ascellare, nonché le patologie benigne più frequenti in questa età (Fibroadenomi). Dopo i 40 anni viene invece eseguito a supporto di altri esami, come la mammografia.

L’esame si svolge tramite l’utilizzo di ultrasuoni che permettono di rilevare la presenza di:
  • noduli sia benigni che maligni,
  • eventuali infiammazioni del tessuto mammario,
  • alterazioni che possono interessare i linfonodi presenti nel cavo ascellare.
Per l’esame, la paziente viene fatta stendere a pancia in su, o anche di lato, su un lettino con le mani dietro la testa. La sonda, che emette ultrasuoni, è in grado di indagare la presenza di anomalie che possono riguardare i tessuti molli: viene posizionata sulla pelle in corrispondenza del seno e del cavo ascellare, dopo aver apposto del gel, così da non bloccare il flusso degli ultrasuoni durante l’esame, che ha una durata di circa 15 minuti e non è doloroso.


Mammografia

Uno degli esami di screening più eseguiti per la prevenzione del tumore al seno è la mammografia, un test radiologico che consente di mettere in evidenza eventuali modificazioni nei tessuti del seno. Viene consigliata nelle donne a partire dai 40 anni: per coloro fra i 40 e i 49 anni in genere si esegue una volta ogni 12-18 mesi, mentre nelle donne dai 50 ai 69 anni ogni 24 mesi, se il tessuto mammario è prevalentemente grasso, al fine di tenere monitorati i tessuti mammari e poter intervenire tempestivamente nel caso si verificassero delle alterazioni tra una mammografia e l’altra (Fonte: Ministero della salute).

La Mammografia utilizza raggi X e permette di rilevare la presenza di anomalie nella ghiandola mammaria. Questa tecnica di imaging, consente di studiare la struttura della mammella rilevando precocemente lesioni mammarie di piccole dimensioni che si presentano come opacità nodulari di forma irregolare, addensamenti e calcificazioni.
 
Per svolgere l’esame la mammella viene gradualmente compressa fra due piani al fine di ottenere immagini più precise che saranno lette dal senologo. I raggi X impiegati sono di bassa intensità, per cui non creano effetti collaterali, anche se, a scopo cautelativo, nelle donne in gravidanza viene eseguita solo se strettamente necessaria e dopo il terzo mese di gestazione.


Mammografia con tomosintesi

Oggi la Mammografia moderna e’ Tomosintesi. L’esame mammografico in tomosintesi è fondamentalmente lo stesso esame seppur eseguito con un Mammografo 3D o DBT - Digital Breast Tomosynthesis che rappresenta l’evoluzione tecnologica del tradizionale Mammografo digitale.
 
La Tomosintesi deve il suo nome alla capacità di acquisire immagini tridimensionali dei seni, ad alta definizione, scomponendo le strutture dell’organo in sottilissimi strati così da migliorarne la visualizzazione ai fini della diagnosi. La sovrapposizione delle immagini delle varie strutture che compongono il seno (la ghiandola mammaria),puo’ dar luogo a sospetti diagnostici come i “ falsi positivi “;il ricorso allo studio tridimensionale della mammella (Tomosintesi), può portare all’identificazione di tumori e ridurre i “falsi positivi”.
 
La mammografia in Tomosintesi ha dimostrato una maggiore sensibilità ed efficacia nel riconoscere le varie forme di neoplasia: fino al 30% in più della mammografia digitale tradizionale, facendo decrescere il numero degli accertamenti di richiamo e abbattendo la percentuale degli esiti diagnostici a “falsi positivi” e “falsi negativi”.
 

Mammografia con mezzo di contrasto

Detta anche mammografia dual energy con mezzo di contrasto, è una variante della mammografia che utilizza l’iniezione di mezzo di contrasto iodato, ed è indicata per rilevare la presenza di noduli sospetti per carcinoma, in fase pre-chirurgica. Il liquido di contrasto si concentra infatti nei tessuti particolarmente vascolarizzati come sono appunto i tumori.. In pochi minuti permette di rintracciare anche le lesioni piccole, ai primi stadi della malattia.

Si tratta di un esame di secondo livello, che si esegue solo sulle pazienti in cui si sospetta la presenza di tumore o nelle pazienti con tumore accertato che devono sottoporsi a intervento chirurgico: potendo stabilire se si tratta effettivamente di un tumore e se è monolaterale (cioè che interessa solo una mammella), bilaterale (presente in entrambe le mammelle), unico o con più focolai. Il chirurgo può avvalersi di questo strumento per una migliore pianificazione dell’intervento chirurgico stesso.

Il mezzo di contrasto iodato viene somministrato per via endovenosa, quindi si esegue la mammografia standard, con la paziente in piedi o seduta. L’esame richiede una decina di minuti: la macchina infatti elabora le immagini in autonomia, mettendo in evidenza solo le aree vascolari in cui si è concentrato il liquido di contrasto, che indica la presenza di una lesione. È una ottima alternativa alla Risonanza Magnetica.

Prima di eseguire questo esame diagnostico la paziente viene sottoposta ad attenta anamnesi per escludere la possibilità di una allergia al liquido usato per il contrasto, e la presenza di insufficienza renale o di altre patologie che controindichino l’utilizzo del mezzo di contrasto.
 

Risonanza magnetica

La Risonanza Magnetica viene svolta come esame complementare alla mammografia e all’ecografia, e può essere eseguito con o senza mezzo di contrasto. L’indagine è in grado di fornire informazioni sul numero e le dimensioni delle lesioni, rilevando anche se si tratta di un tumore bilaterale o meno.

La Risonanza Magnetica può anche essere eseguita su pazienti in cui sono state impiantate protesi al seno dopo intervento oncologico o a scopo estetico, al fine di valutarne l’integrità e le eventuali complicazioni insorte successivamente all’impianto; in tal caso non si usa il mezzo di contrasto.

Nelle pazienti sottoposte a trattamento chemioterapico, inoltre, la Risonanza Magnetica è utile per valutare l’efficacia del trattamento.

Può essere richiesta anche per donne non affette da tumore ma a rischio di contrarlo perché hanno una mutazione genetica accertata o alta familiarità.
 

Duttografia

Questa indagine diagnostica permette di evidenziare la presenza di papilloma intraduttale, una lesione benigna della mammella, che si sospetta quando c’è una secrezione spontanea dal capezzolo di tipo patologico (sangue o liquido giallastro). Oggi per lo studio o sospetto di papilloma si ricorre alla Risonanza Magnetica.
 

Esame citologico

L’esame citologico è noto anche come agoaspirato, poiché si utilizza un ago sottile per la sua esecuzione. L’ago viene inserito nel nodulo mammario al fine di prelevare alcune cellule che, al microscopio, consentano di mettere in evidenza la loro natura benigna o maligna.

Generalmente viene eseguito in ambulatorio, dura qualche minuto e non richiede preparazione preventiva, non ha particolari controindicazioni ed è indolore, tanto che viene eseguito senza anestesia.
 

Microbiopsia

Anche la Microbiopsia si basa sull’analisi di campioni di tessuto prelevato dalla mammella. Rispetto all’agoaspirato, la porzione di tessuto asportato è maggiore, in modo da poter eseguire analisi più approfondite. La procedura dura circa dieci minuti, è eseguito in ambulatorio in anestesia locale e sotto la guida ecografica: permette di evidenziare la tipologia del tumore al seno, utile per decidere le cure chemioterapiche più adatte alla paziente.
 

Mammotome - Agobiopsia mammaria

La metodica Mammotone, chiamata anche VABB (Vacuum Assisted Breast Biopsy), è una tecnica di indagine avanzata che, tramite una biopsia con agoaspirazione, identifica lesioni microscopiche anche precancerose o calcificazioni di dimensioni molto ridotte, anche se non palpabili.
 
Per eseguire l’esame ci si avvale di un mammografo digitale in 3D (Tomobiopsy) che tramite un prelievo bioptico computerizzato e all’avanguardia, è in grado di rilevare immagini ad alta definizione senza la necessità per la paziente di entrare in sala operatoria. La biopsia con la tecnica Mammotome viene eseguita in ambulatorio sotto la guida di un mammaografo digitale 3D, è minimamente invasivo e non lascia cicatrici in corrispondenza dell’incisione.

Quando la Mammografia rileva formazioni dubbie, il senologo procede, in regime di anestesia locale, eseguendo una piccola incisione, tramite la quale inserisce un ago che serve al prelievo di campioni di tessuto mammario, successivamente analizzati in laboratorio.
 

Chirurgia senologica

Indipendentemente dallo stadio, quasi tutte le donne a cui viene riscontrato un tumore al seno, vengono operate per rimuovere i tessuti malati. Il chirurgo senologo coopera con gli altri specialisti al fine di poter determinare il trattamento chirurgico più adatto. Quando possibile si ricorre alla chirurgia conservativa, che consente di salvare la mammella asportando tutta la zona dove si trova la lesione mammaria. Questo tipo di intervento di chirurgia della mammella è la quadrantectomia, deve il nome al fatto che la mammella viene idealmente suddivisa in quattro quadranti da parte del chirurgo.

Dopo l’intervento la paziente deve sottoporsi a un ciclo di radioterapia, in modo da ridurre il rischio di recidive e della comparsa di un nuovo tumore. Durante l’intervento il chirurgo può procedere anche con la biopsia del Linfonodo Sentinella, che può essere individuato sia con il metodo nucleare che con quello magnetico: se il il linfonodo non presenta metastasi, si procede con la sola asportazione del linfonodo sentinella, che è quello che drena la zona in cui cresce il tumore. Se invece sono già presenti delle metastasi, il chirurgo asporta tutti i linfonodi del cavo ascellare.
 
La mastectomia conservativa Skin-sparing e Nac-sparing è una asportazione completa della ghiandola mammaria con risparmio di cute nel primo caso e di capezzolo nel secondo. Viene privilegiata quando il tumore è di grandi dimensioni oppure di piccole dimensioni ma a piu’ focolai. Inoltre, la mastectomia Skin-sparing e Nac-sparing permettono di sottoporre la paziente a intervento ricostruttivo della mammella in uno o due tempi, con grande vantaggio per la donna.
 
Al termine dell’intervento la paziente viene seguita anche sul piano psicologico, attraverso colloqui con psioncologo, al fine di ridurre lo stress emotivo.

Il Fisiatra valuta poi la necessità di riabilitazione funzionale. Tutto ciò al fine di permettere alla donna di ritornare alla propria routine quotidiana in maniera naturale.
 

Chirurgo plastico

D’aiuto possono essere anche interventi di chirurgia plastica ricostruttiva, che, in un secondo momento, permettono la ricostruzione del seno, eliminando alla paziente il disagio causato da demolizioni chirurgiche ma aiutandola ad accettare il proprio corpo ed a vivere la propria femminilità con serenità. Oggi sono inoltre a disposizione nuove tecniche ricostruttive o solo di rimodellamento di aree trattate chirurgicamente.
 

La scoperta di un cancro al seno è un momento molto particolare per la donna, non solo dal punto di vista fisico ma anche emotivo: fra le paure che si affacciano c’è quella di non farcela, oppure di vedersi asportare una mammella, con un deturpamento della propria femminilità.

Avere a disposizione un’équipe di specialisti che prende per mano la paziente e la accompagna lungo l’intero e delicato percorso di diagnosi, cura e terapia è molto importante, perché offre un sostegno sia dal punto di vista medico che sia da quello personale.

La paziente può infatti contare sulla guida di figure professionali che possono rispondere a tutti i dubbi, fissare le successive fasi e supportare anche dal punto di vista dello stile di vita da adottare durante e dopo la malattia così come avere un supporto psicologico.
 
L’esigenza di seguire le pazienti a trecentosessanta gradi ha portato alcune unità di senologia a costituire dei Centri multidisciplinari e multiprofessionali di Senologia, nei quali l'equipe medica segue la paziente dalla prevenzione, al trattamento fino al follow up, dandole supporto oltre che per le cure fisiche anche per quelle psicologiche. Secondo studi scientifici, questi Centri multiprofessionali - chiamati anche Breast Unit - migliorano gli aspetti del trattamento della patologia, andando a migliorare anche la sopravvivenza e la qualità della vita della paziente.
 
Possono, inoltre, accedere ai servizi della Breast Unit anche le donne che, avendo già avuto casi di tumore al seno in famiglia, sono considerate a rischio, e che necessitano quindi esami di screening per individuare l’eventuale presenza del tumore sul nascere.
 
Rispetto all’Unità Senologica, la Breast Unit si compone di figure mediche diverse, che spaziano dai chirurghi ai radiologi, dagli oncologi agli infermieri fino allo psiconcologo, il chirurgo plastico, il fisioterapista e lo specialista della fertilità tutti con particolare competenza riguardo il tumore della mammella.

Fra i centri di eccellenza di senologia, che fanno parte di GVM Care & Research, si annoverano le Breast Unit dell’Ospedale Santa Maria di Bari e di Città di Lecce Hospital, che possono contare su equipe multidisciplinari che collaborano al fine di individuare il percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale più adatto alle esigenze della singola paziente.

Le Breast Unit hanno al loro interno anche un Servizio di counseling oncogenetico, in grado di:
  • identificare e sorvegliare le pazienti a rischio oncologico,
  • fornire informazioni in maniera chiara, corretta e trasparente,
  • utilizzare percorsi diagnostico-terapeutici specifici alle esigenze di ogni paziente,
  • seguire un approccio multidisciplinare, grazie al coinvolgimento di altre figure professionali altamente qualificate.

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