Glomerulonefrite

La glomerulonefrite è una patologia infiammatoria a carico dei glomeruli renali, ovvero quelle strutture di capillari, a forma di gomitolo, che danno al rene la capacità di filtrare alcune sostanze presenti nel sangue, come proteine e globuli rossi, impedendogli di passare nelle urine e di essere dunque espulsi.
L’infiammazione dei glomeruli invece impedisce questa filtrazione: proteine e globuli rossi finiscono dispersi, provocando malesseri, anemia e altre complicazioni.

Classificazione

La glomerulonefrite può essere classificata secondo due assi:
 
  1. Acuta/cronica
  • Glomerulonefrite acuta: ha un esordio improvviso e i segni clinici più evidenti sono l’aumento repentino della presenza di sangue e proteine nelle urine. Progressivamente e in maniera veloce, si manifestano i sintomi di un’insufficienza renale e i valori nel sangue di creatinina e azoto risultano fuori dal range per eccesso
  • Glomerulonefrite cronica: è una forma di infiammazione lenta, ma ingravescente, che porta all’insufficienza renale. Spesso ha natura ereditaria o un forte carattere di familiarità.
 
  1. Primaria/secondaria
  • Glomerulonefrite primaria: le cause dell’infiammazione dipendono dal rene
  • Glomerulonefrite secondaria: l’infiammazione dipende da altre patologie, per esempio infezioni batteriche e virali, vasculiti, patologie autoimmuni, patologie metaboliche.
Al netto di questa classificazione, tuttavia, va detto che le forme di glomerulonefrite sono tante e vanno da infiammazioni asintomatiche a infiammazioni che portano a esiti estremi. Non sempre è possibile inoltre identificare la causa che scatena la patologia. In questo caso la glomerulonefrite si classifica come “idiopatica”.
 

La sintomatologia della glomerulonefrite corrisponde in gran parte a quella dell’insufficienza renale (che potrebbe essere causata anche da altre patologie diverse dalla glomerulonefrite).

Dunque si manifesta con:
  • edemi dovuti alla ritenzione di liquidi;
  • ipertensione arteriosa;
  • diminuzione della quantità di urine;
  • compromissione della circolazione sanguigna, sia verso il cuore che verso i polmoni.
Clinicamente, la glomerulonefrite è associata a uno o più di questi segni negli esami biochimici:
  • sangue nelle urine;
  • proteine nelle urine;
  • grassi nelle urine;
  • valori fuori norma di creatininemia e azotemia;
  • anemia.

La diagnosi di glomerulonefrite si esegue con:
  • esami del sangue e delle urine
  • diagnostica per immcagini
  • esame istologico
  • approfondimenti per capire l’eziologia della patologia.

Gli esami del sangue servono a controllare anemia, creatininemia, azotemia. L’esame delle urine è utile per individuare la presenza di sangue, proteine e grassi. Tutto questo fornisce l’indizio di un’attività di filtrazione insufficiente da parte del rene.

La diagnostica per immagini, nel caso della glomerulonefrite, si affida generalmente a una ecografia o a una TC che permettono di visualizzare lo stato del rene e di valutare eventuali anomalie morfologiche che fanno pensare a un’infiammazione.

L’esame istologico e gli altri approfondimenti, infine, servono a individuare la causa della patologia per scegliere l’iter terapeutico risolutivo. Risultano quindi utili soprattutto quando non vi sono altre patologie già note che potrebbero scatenare l’infiammazione dei glomeruli. 

L’esame istologico si esegue dopo la biopsia: tramite un ago si preleva del tessuto renale, che viene analizzato in laboratorio. La biopsia permette anche di stabilire il grado di infiammazione e di ipotizzare se sia reversibile o meno.

Altri esami di approfondimento sono l’emocoltura e l’urinocoltura, che permettono di individuare la presenza di agenti patogeni nel sangue o nelle urine.
Esami come il tampone oro-faringeo è utile nei casi di glomerulonefrite secondaria per escludere infezioni da streptococchi o altri batteri e virus.
Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.

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